Innovazione

Un’innovazione per la diagnosi di “occhio pigro” in bambini molto piccoli

Probabilmente la maggior parte di noi ha sentito parlare del cosiddetto “occhio pigro”, cioè una condizione caratterizzata da una riduzione della capacità visiva. È fondamentale che questa condizione sia diagnosticata precocemente in modo da poterla trattare adeguatamente, in maniera tempestiva. Il Dott. Iain Livingstone e il Dott. Mario Giardini, del dipartimento di Ingegneria Biomedica dell’University of Strathclyde (Glasgow), hanno sviluppato e testato due dispositivi per diagnosticare precocemente l’occhio pigro nei bambini.

Che cos’è l’occhio pigro?

L’occhio pigro, correttamente detto ambliopia, è una condizione che colpisce comunemente un unico occhio (ambliopia monolaterale), ma può anche interessare entrambi gli occhi. È una condizione dovuta ad un’alterata trasmissione del segnale nervoso tra l’occhio e il cervello. In condizioni normali, il cervello elabora le informazioni visive di entrambi gli occhi. Nel caso della presenza dell’occhio pigro, il cervello invece elabora correttamente solo le informazioni provenienti da un occhio.

Questo si verifica quando durante lo sviluppo dell’apparato visivo in età infantile si manifestano patologie oculari, come la cataratta congenita o lo strabismo, che impediscono allo stimolo luminoso di raggiungere correttamente la retina. Conseguentemente, il cervello si affida soltanto alle informazioni provenienti dall’altro occhio. Dal punto di vista anatomico però, gli occhi sono perfettamente integri.

L’occhio pigro si manifesta nei bambini, perciò è difficile che il piccolo paziente riferisca i sintomi ed è difficile che si accorga che vede poco bene da un occhio, rispetto all’altro. È importante quindi, effettuare visite oculistiche al bambino nei primi anni di età anche se non sono presenti sintomi, in modo tale da intervenire adeguatamente entro i 5-6 anni con la terapia anti-ambliopica.

La diagnosi precoce è fondamentale perché quanto prima si interviene con il trattamento adeguato, tanto maggiori saranno le possibilità di avere esiti positivi, evitando quindi che il paziente abbia invece problemi alla vista per tutta la vita. La diagnosi dell’ambliopia viene fatta tramite visita oculistica o valutazione ortottica con studio della motilità oculare.

Le nuove tecnologie per la diagnosi dell’occhio pigro

I due prototipi sviluppati a Glasgow, potrebbero essere utilizzati anche in bambini ancora troppo piccoli per parlare o per seguire le istruzioni di un test oculistico. Si tratta perciò di un’importante innovazione perché permetterebbe una diagnosi effettuabile precocemente.

Considerando che il bambino, già da poche ore dopo la nascita, tenderà a rivolgere il proprio sguardo su oggetti ad altro contrasto o su volti, l’idea è quella di utilizzare test pediatrici che facciano uso di tecnologie digitali, dove non ci siano operatori che distraggano il bambino.

Sono state sviluppate e testate due piattaforme. La prima piattaforma utilizza un computer, una webcam e un software di analisi. Sullo schermo del computer ci sono le immagini utili al test oculistico, mentre la webcam riprende il bambino che osserva lo schermo. Le immagini della registrazione della webcam vengono analizzate per capire se il bambino ha visto o meno le immagini mostrate. La seconda piattaforma ha lo stesso funzionamento della prima, la differenza risiede nell’utilizzo del visore di realtà virtuale al posto della webcam.

Le due piattaforme sono state testate su soggetti sani, sia bambini che adulti. I partecipanti hanno utilizzato delle lenti in grado di simulare difetti visivi. I risultati ottenuti hanno dimostrato che il software di analisi ha rilevato correttamente se le immagini sono state viste o meno.

Le potenzialità di queste nuove tecnologie

Attualmente, in tutto il mondo, le visite oculistiche da effettuare per la diagnosi dell’occhio pigro sono svolte da personale sanitario specializzato. È necessario infatti che i test vengano svolti da personale qualificato e in grado di valutare le risposte visive dei bambini, questo rende difficile lo screening su larga scala.

Esistono, in alcuni Paesi, dei programmi di screening ma generalmente rivolti a bambini tra i 4 e i 5 anni, in grado cioè di eseguire le istruzioni tipiche di un test oculistico. Tuttavia, il trattamento per l’ambliopia è più efficace se messo in atto in età inferiore.

Gli specialisti che hanno ideato queste due piattaforme per la diagnosi dell’occhio pigro ritengono che l’utilizzo di questa tecnologia potrebbe avvenire in tutto il mondo. Infatti, è un test a basso costo e completamente automatizzato che non richiede necessariamente un personale altamente specializzato. Conseguentemente potrebbe essere utilizzato nelle scuole o in altri contesti per lo screening su larga scala.

Published by
Antonella Disanto