Diagnosi precoce del tumore al colon-retto attraverso colonscopia virtuale
Secondo le stime dell’IARC, il tumore del colon-retto rappresenta il 10% di tutti i tumori nel mondo ed è terzo per incidenza dopo il cancro alla mammella e al polmone. Infatti colpisce circa 1,2 milioni di persone all’anno e ne causa la morte di circa 600.000. L’incidenza della malattia varia tra i Paesi del mondo ma è più diffusa in Occidente e colpisce maggiormente uomini e donne in età compresa fra i 60 e i 75 anni. La diagnosi precoce previene il 20% circa dei casi e decessi, anche se è ancora sottovalutata dalla popolazione nel nostro Paese.
Tumore del colon-retto
I tumori del colon-retto derivano da adenomi (polipi), piccole escrescenze della mucosa intestinale inizialmente benigne che possono diventare maligne nell’arco di 7-15 anni. Solo una piccola percentuale degli adenomi si trasforma in lesione maligna.
Il potenziale maligno dell’adenoma dipende dalla sua istologia e dimensione. Una volta formato il tessuto canceroso, la mucosa intestinale può presentarsi con caratteristiche diverse, il tumore più diffuso a livello del colon-retto è l’adenocarcinoma. L’arco di tempo abbastanza ampio di sviluppo permette di poter agire preventivamente con programmi di screening.
Test di screening attualmente in uso per il tumore al colon-retto
In prima fase di screening si procede con la ricerca del sangue occulto nelle feci, consigliato per persone tra i 50 e 65 anni ogni due anni dal Ministero della Salute. Il test consiste nella ricerca attraverso metodologie di laboratorio di tracce di sangue dovute al sanguinamento di un polipo. È una tecnica molto efficace anche se spesso le tracce di sangue possono essere dovute ad emorroidi e stipsi e non sempre le lesioni tumorali portano a sanguinamenti. Nonostante i limiti, questo esame di screening è semplice, non invasivo e poco costoso. Nel caso in cui la ricerca del sangue occulto dia esiti positivi, in seconda fase si procede con la colonscopia.
La colonscopia è la tecnica più efficace per diagnosticare tumori del colon-retto: permette di individuare la quasi totalità dei polipi e di rimuoverli durante l’esame. È una tecnica endoscopica invasiva temuta da tanta gente perché è dolorosa e può mettere a disagio. Per garantire una migliore visione viene inserita anidride carbonica attraverso l’inserimento del colonscopio che ha una microcamera. Il medico mentre esamina le mucose interne può effettuare biopsie in caso di tessuti tumorali o asportare direttamente polipi, mediante pinze introdotte con il colonscopio.
Nonostante i suoi benefici, questa tecnica comporta costi notevoli per il Servizio Sanitario Nazionale e per il paziente ed è un test difficilmente accettabile da parte della popolazione. A causa della sua invasività, dei tempi di preparazione lunghi, del costo e dell’approccio psicologico sfavorevole della popolazione alla colonscopia, questo test non è utilizzabile nel processo di screening. Un’altra strategia adottata come screening è la rettosigmoidoscopia, esame più semplice della colonscopia da effettuarsi ogni 10 anni dopo i 58 anni. Il limite principale è che si può visualizzare e agire solo a livello del retto e no nella parte superiore del colon.
Cos’è la colonscopia virtuale?
Con la colonscopia virtuale si cerca di oltrepassare i limiti delle altre tecniche, incoraggiando la popolazione a sottoporsi allo screening senza disagi. La colonscopia virtuale è una tecnica di imaging avanzata che permette di individuare la maggior parte dei polipi precancerosi e cancerosi diagnosticabili con la colonscopia tradizionale. Questa tecnica utilizza raggi X a bassa dose e tecnologie di realtà virtuale per produrre una ricostruzione 3D della parte interna del retto e colon, senza l’introduzione di una sonda endoscopica.
Prima dell’esame, viene inserito un piccolo sondino di gomma flessibile per via anale per immettere nell’intestino anidride carbonica con lo scopo di distendere il colon. L’anidride carbonica viene introdotta ed espulsa velocemente dopo l’esame. Durante l’esame il paziente è sottoposto ad irraggiamento di una bassa dose di raggi X all’interno di una TC.
L’esame viene effettuato in ambulatorio e dura meno rispetto alla colonscopia tradizionale (dai 7 a 14 minuti). Il software acquisisce ed elabora le immagini ottenute tramite TC così da permettere al radiologo di “navigare” virtualmente all’interno del lume del colon per identificare le differenti patologie, di effettuare dissezione del colon, e di svolgere analisi volumetrica e dimensionale sull’adenomi.
L’interpretazione 3D consente di individuare polipi presenti sulle pieghe del colon che non sono visibili con immagini 2D e di distinguerli da lipomi e feci. Inoltre è possibile esaminare gli organi adiacenti al colon, individuando precocemente altre malattie come tumori renali, fibromi uterini, masse ovariche. Con la colonscopia virtuale non è possibile individuare lesioni piatte o con dimensioni inferiori a 5 mm.
Rispetto alla colonscopia tradizionale non si utilizzano sedativi ed antidolorifici, dura meno e il ritorno alle attività quotidiane è immediato. Prima di sottoporsi al test è comunque necessario seguire una dieta povera di alimenti di origine vegetale, bere molta acqua e utilizzare lassativi.
E nel caso siano presenti adenomi?
Il limite principale della colonscopia virtuale è l’impossibilità di effettuare biopsie o esportare masse sospette nel caso in cui siano stati individuati adenomi o lesioni cancerose. In questo caso è necessario effettuare la colonscopia tradizionale. Tutto ciò comporta un aumento di costi e disagi per il paziente, ma bisogna considerare che questo avviene nel 10% dei casi.
La colonscopia virtuale è comunque utilizzata come esame di screening perché ha una buona sensibilità e la popolazione che si sottopone a questo esame è maggiore rispetto a quella che si sottopone alla colonscopia tradizionale. Tutto ciò ha permesso l’aumento di diagnosi precoci di tumore al colon-retto e la riduzione di decessi per tumore al colon-retto. Come stabilito dalle linee guida sullo screening del cancro del colon-retto dell’American Cancer Society (ACS), è consigliato alle donne e uomini a partire dall’età di 45 anni di sottoporsi a colonscopia virtuale ogni 5 anni.
A cura di Debora Cafaro