Il 7 novembre scorso in Italia è entrata in vigore la legge che rende obbligatoria l’installazione di sistemi anti abbandono per auto per ogni bambino di età inferiore ai 4 anni. Le sanzioni per l’assenza di tali dispositivi partirebbero però solo da marzo 2020. In questa fase di ricerca del dispositivo più adatto, mettiamo in chiaro come sia possibile che un genitore dimentichi il proprio bambino in auto e come funzionano i più comuni dispositivi anti-abbandono.
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L’associazione no profit noheatstroke.org tiene il conto dei bambini deceduti in seguito a abbandono in auto negli USA: dal 1998 i casi sono stati 848, una media di 39 all’anno, uno ogni 10 giorni. In Italia negli ultimi 12 anni si sono verificate 8 tragedie del genere.
E’ importante sapere che per un bambino anche poco tempo passato in auto può essere fatale. La temperatura interna all’abitacolo può infatti innalzarsi anche di 15 gradi ogni 15 minuti e l’80% di questo innalzamento avviene nei primi 10 minuti. Il fatto che la vettura non sia parcheggiata al sole o che i finestrini siano abbassati non evitano affatto l’innalzamento della temperatura. Inoltre la temperatura corporea di un bambino sale da 3 a 5 volte più velocemente di quanto faccia quella di un adulto, rendendolo molto più soggetto al colpo di calore. Anche se si sono verificate morti di bambini che sono stati lasciati in auto intenzionalmente per pochi minuti o che hanno avuto accesso all’interno dell’auto senza poi riuscire a uscirne, la maggior parte dei casi di decesso si sono verificati in seguito a dimenticanze dei genitori o di chi se ne stava prendendo cura.
David Diamond, professore di psicologia, farmacologia molecolare e fisiologia presso la University of South Florida, studia il fenomeno dal 2004 dal punto di vista neurobiologico e cognitivo. Il dottor Diamond è a favore dell’introduzione di dispositivi anti-abbandono, proprio perché i processi che regolano la nostra mente sono così complessi che solo un promemoria potrebbe aiutare ad evitare queste tragedie.
Egli ha individuato come causa principale della dimenticanza il momentaneo fallimento della memoria prospettica del cervello.
Per memoria prospettica si intende la memoria che ha il compito di intervenire quando si verificano le seguenti tre circostanze:
Un’altra tipologia di memoria che regola le nostre azioni quotidiane è la memoria procedurale, che ha come oggetto le azioni ripetitive compiute in maniera automatica. La memoria procedurale è stata definita il “pilota automatico” del cervello: permette di svolgere azioni di routine, come ad esempio guidare su un tragitto che si percorre quotidianamente, con il minimo sforzo cerebrale.
Di queste due tipologie di memoria si occupano due distretti indipendenti del nostro cervello. La memoria prospettica coinvolge due strutture cerebrali: l’ippocampo (HC) e la corteccia prefrontale (PFC). La memoria procedurale si basa invece sul funzionamento dei gangli della base (BG).
Si verifica il fallimento della memoria prospettica quando la memoria procedurale prevale sulla prima. La maggior parte degli abbandoni si sono verificati nei casi in cui il genitore doveva compiere delle azioni diverse dalla sua routine abituale: il bambino veniva solitamente accompagnato al nido da qualcun altro oppure si è verificato un evento insolito durante il tragitto usuale. I gangli della base hanno quindi preso il sopravvento, innescando il “pilota automatico” e facendo completamente dimenticare l’azione programmata dalla memoria prospettica, cioè portare il bambino a destinazione.
Anche una diversa interazione con il bambino può portare i gangli della base a prevalere: i genitori coinvolti hanno affermato che solitamente interagivano con il loro bambino durante il viaggio, mentre il giorno dell’incidente il bambino era silenzioso o addormentato. Il “pilota automatico” dei gangli della base interpreta quindi la guida con il bambino silenzioso come una guida in assenza del bambino e porta il genitore a guidare direttamente verso il luogo di lavoro, senza portare il bambino a destinazione.
Delle ricerche di neuroscienze hanno inoltre dimostrato che lo stress e la mancanza di sonno, condizioni che caratterizzano la vita di un neo genitore, hanno un forte impatto sulla memoria prospettica, ma non su quella delle abitudini.
Il dottor Diamond sostiene poi che dopo aver lasciato il bambino in auto, nella mente del genitore si instaura il falso ricordo che il bambino sia al sicuro.
“I genitori non hanno la consapevolezza che il loro bambino è nella loro auto. Questi genitori hanno tragicamente dichiarato di avere delle foto del loro bambino sulla loro scrivania, di aver parlato del bambino e di aver anche lasciato il luogo di lavoro in tempo per andare a prendere il figlio all’asilo” D. Diamond
Vediamo quindi come un dispositivo anti-abbandono potrebbe fare la differenza.
Il dispositivo anti-abbandono può:
Il dispositivo deve essere in grado di attivarsi automaticamente senza la richiesta di azioni da parte del conducente.
In generale i dispositivi anti-abbandono attualmente disponibili sono costituiti da un sensore di peso che va posizionato sulla seduta del seggiolino o una clip che deve essere applicata alle cinturine allacciate del seggiolino. Quando il sensore di peso non rileva una variazione di peso al momento dello spegnimento del veicolo o la clip delle cinturine non viene disattivata, viene attivato un allarme di primo livello. Questo allarme di primo livello può comunicare con un display sonoro e visivo che deve essere inserito all’interno dell’accendisigaro dell’auto e/o con un’app che il conducente deve scaricare sul proprio smartphone. I dispositivi più completi, una volta che l’allarme di primo livello è stato ignorato, sono in grado di attivare un allarme di secondo livello, che consiste nell’invio di un messaggio o nell’attivazione di una chiamata verso i numeri di emergenza memorizzati all’interno dell’app.
Qualunque dispositivo venga scelto deve essere dotato per legge di un certificato di idoneità, che deve essere tenuto in auto per poter essere esibito in caso di controlli. Inoltre è importante che la casa produttrice del seggiolino a cui viene aggiunto un dispositivo anti-abbandono indipendente abbia testato il seggiolino con il dispositivo in questione. Qualunque accessorio venga aggiunto a un seggiolino può infatti avere effetti sull’omologazione del seggiolino stesso e compromettere quindi sia la sicurezza del seggiolino, sia eventuali coperture assicurative nel malaugurato caso di incidenti.