Articolo a cura di Antonio Mellea.
Nasce Confindustria Dispositivi Medici: adesso tutte le imprese del “Medical Device” hanno una nuova casa. Ad annunciarlo è proprio il neoeletto presidente Massimiliano Boggetti, già presidente di Assobiomedica, che all’evento “Tech4life”, tenutosi il 28 marzo a Milano, ha inaugurato la nuova sede della federazione che riunisce sotto un unico cappello tutto il panorama italiano delle imprese che si occupano di tecnologie e di dispositivi per la salute e la qualità della vita. Raccogliendo l’eredità di Assobiomedica, oltre alla sede romana di viale dell’Astronomia ha aperto la sua nuova casa milanese, in via Marco Burigozzo 1/A nella zona dei Navigli, alla presenza di rappresentati delle istituzioni locali e del mondo delle imprese.
Hanno preso parte al talk anche il direttore di Wired, Federico Ferrazza, il ricercatore del MIT di Boston, Cosimo Accoto, il presidente di Human Technopole, Marco Simoni, l’astrofisico e divulgatore scientifico, Amedeo Balbi e la parlamentare e atleta paralimpica, Giusi Versace.
L’obiettivo del dibattito è stato quello di presentare l’indagine “Tech4Life: la salute tra informazione e tecnologia”, condotta da Community Media Research, per comprendere come gli italiani percepiscono e utilizzano la tecnologia nella medicina delle 4P: predittiva, preventiva, partecipativa e personalizzata, sempre più tarata sui bisogni specifici dell’individuo.
«Confindustria Dispositivi Medici – ha dichiarato Massimiliano Boggetti, 48 anni, laureato in Biologia molecolare all’Università di Milano, AD e General Manager di Sebia Italia e presidente di Interlab dal 2017 – sarà la casa comune di tutte le imprese che operano nel settore dei dispositivi medici. Essa sarà più rappresentativa del diversificato mondo in cui eticamente operiamo grazie a un mix di competenze che creano contaminazione e valore, sarà capace di comunicare il valore che le nostre innovazioni tecnologiche portano alla medicina moderna, sarà motore e attore principale della rivoluzione della salute 4.0 e della medicina del futuro, una medicina che migliorerà e allungherà la vita dei cittadini in modo sostenibile. L’industria dei dispositivi medici, e più in generale la white economy che rappresenta oltre il 10% del PIL italiano, hanno tutte le caratteristiche per essere il punto di slancio del nostro Paese e lavoreremo con forza in questa direzione”.
Questa elezione rappresenta la volontà di riunire per la prima volta l’intera filiera del settore che conta quasi 4mila aziende e occupa 76mila dipendenti generando un mercato di 16,5 miliardi di euro tra export e mercato interno e rappresenta oltre il 10% del PIL italiano. Si tratta di un mercato in forte espansione che aggrega più di 500mila prodotti: dalle protesi di ultima generazione alla robotica, dalle scienze omiche (genomica, proteomica, metebolomica, ecc.) alla chimica dei nuovi materiali e i big data, dai software per il monitoraggio dei parametri vitali (telemedicina) all’intelligenza artificiale applicata alla sanità digitale.
I risultati dell’indagine Tech4Life fanno emergere che gli italiani sembrano ben disposti alla prevenzione ma meno pronti a condividere dati sulla propria salute: il 62,6% ha fatto esami di propria iniziativa negli ultimi 5 anni ed appare evidente la predisposizione agli screening (il 91% è favorevole), ma non tutti risultano ancora del tutto pronti alla medicina predittiva e partecipativa.
Il 59,4% degli intervistati è infatti contrario alla condivisione dei dati sulla propria salute e l’uso del mobile health risulta ancora molto limitato: solo il 7,6% usa app mediche e il 14,3% usa lo smartphone per monitorare la propria salute. Disposti a personalizzare i dispositivi medici anche di tasca propria (38%), gli italiani sono culturalmente indecisi sulla medicina predittiva: i giovani di 18-35 anni sono quelli più a favore di test che predicono patologie più o meno gravi, mentre gli over 55 sono i meno pronti a questo cambio di paradigma.
Risultano ancora troppi gli italiani che ricercano su internet informazioni sulla propria salute (57,1%) e al tempo stesso rinunciano alle cure per motivi economici (71,8%), eleggendo il Dottor Google a reale alternativa al medico, forte della gratuità spesso preferita alle spese necessarie per un consulto professionale. La ricerca su internet avviene principalmente per approfondire le nozioni su cure e terapie (55,9%) e fare diagnosi sul proprio stato di salute (54,5%). Il target che maggiormente si affida alla rete per la cura della salute è per lo più maschile, tra i 18 e i 36 anni e del Sud, dato che fa emergere un risultato supplementare dell’indagine ossia, una frattura generazionale e territoriale in fatto di salute.
“I cittadini devono essere informati in modo corretto sulle tecnologie mediche a beneficio della propria salute – continua Massimiliano Boggetti – e sulle possibilità di miglioramento della qualità della propria vita che la nuova medicina offre loro. Per questo con l’indagine Tech4life abbiamo voluto fare un punto sulla consapevolezza degli italiani del valore delle tecnologie e delle nuove frontiere della medicina. Vogliamo favorire la divulgazione coinvolgendo il mondo scientifico e le istituzioni, che svolgono un ruolo cruciale in questo processo. Dobbiamo fare in modo che l’informazione corretta ed equilibrata sulle nuove possibilità di prevenzione e cura diventi sempre più centrale soprattutto sul web, dove le persone cercano sempre più spesso la risposta ai propri bisogni di salute”.