Disturbo ossessivo compulsivo: esame fMRI rileva alterazioni
Un team di ricercatori ha utilizzato le scansioni mediante fMRI del cervello di adolescenti affetti da disturbo ossessivo compulsivo mentre eseguivano compiti decisionali; tali esami hanno portato all’identificazione delle aree specifiche colpite durante la condizione in oggetto. Lo studio si concentra sulla base biologica del disturbo ossessivo compulsivo con il fine di fornire un trattamento più mirato ed efficace ai pazienti colpiti.
Cos’è il disturbo ossessivo compulsivo
La patologia in questione spesso si presenta durante l’infanzia e l’adolescenza ed è considerata una delle malattie psichiatriche più debilitanti. Il disturbo è caratterizzato da:
- un modello di pensieri e paure angoscianti ed indesiderate (ossessioni)
- comportamenti ripetitivi che richiedono tempo (compulsioni).
Spesso i pazienti affetti soffrono di complicanze profonde nella sfera sociale e nella qualità della vita.
Nuovo studio sulla patologia
Una nuova ricerca ha esaminato le basi biologiche del disturbo ossessivo compulsivo negli adolescenti, facendo luce su come il disturbo influisca sul modo in cui il cervello prende decisioni. I comportamenti ripetitivi e le ossessioni non sono completamente controllati dai pazienti con disturbo ossessivo compulsivo. Effettivamente, se così non fosse, i pazienti sceglierebbero semplicemente di non eseguire tali comportamenti. Quindi, risulta immediato credere che, quei meccanismi decisionali nel cervello, presentino delle problematiche in chi è affetto da questa patologia.
Dettagli sullo studio
I ricercatori hanno selezionato un gruppo di 20 adolescenti con disturbo ossessivo compulsivo e 21 sani. Durante lo studio si è richiesto a loro di completare alcuni compiti decisionali per ottenere piccoli premi alimentari mentre erano all’interno di una fMRI. Ad esempio, un’attività prevedeva un gioco per computer in cui posizionando un distributore automatico in direzioni diverse si otteneva uno spuntino diverso (visibile nella figura sottostante). Prima di uno dei compiti decisionali, il “valore” del cibo è stato ridotto mostrando ai partecipanti un video di insetti che strisciavano sul cibo. I ricercatori volevano vedere come la modifica del “valore” della ricompensa ne influenzasse la scelta nei giovani sani, rispetto ai giovani affetti dal disturbo, mediante l’imaging.
Analisi dei dati raccolti
Gli adolescenti con disturbo ossessivo compulsivo hanno faticato a fare scelte e controllare il loro comportamento per ottenere ricompense alimentari rispetto al gruppo dei partecipanti sani. Si è scoperto, inoltre, che ridurre il “valore” del cibo ha avuto poca influenza sul loro comportamento durante i compiti. Le persone con disturbo ossessivo compulsivo sperimentano difficoltà a utilizzare i segnali di ricompensa per guidare le loro scelte in modo adattivo. Queste difficoltà comportamentali sono associate a cambiamenti nel cervello.
Scansione fMRI nei pazienti affetti
L’esame si è eseguito su una risonanza magnetica 3T GE Discovery con una bobina di testa a 32 canali (GE Healthcare). Le scansioni fMRI hanno dimostrato diversi modelli di attività cerebrale negli adolescenti con disturbo ossessivo compulsivo rispetto ai sani. Le differenze riscontrate interessavano particolarmente l’area della corteccia orbitofrontale, una regione del lobo frontale coinvolta nel processo decisionale e nel controllo comportamentale. Durante i compiti decisionali, tale area laterale ha dimostrato ipoattività nei partecipanti con la patologia, mentre l’area mediale ha mostrato iperattività. I ricercatori hanno anche scoperto che l’iperattività è legata alla gravità dei sintomi del disturbo ossessivo compulsivo, sostenendo la connessione tra le prestazioni decisionali e la patologia.
Conclusioni e prospettive future
I ricercatori affermano che i loro risultati forniscono una maggiore comprensione della base biologica del disturbo ossessivo compulsivo. In conclusione, poiché si è compresa la realtà biologica e le basi delle condizioni di salute mentale di chi è affetto da tale disturbo, ciò aiuta a ridurre anche lo stigma attuale. I risultati presentano il potenziale per portare, in futuro, a nuovi trattamenti promettenti, come: l’utilizzo in modo più mirato della stimolazione magnetica transcranica, un trattamento che utilizza campi magnetici per stimolare le cellule nervose nel cervello.