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Donna recupera l’udito grazie a un impianto rivoluzionario

Un intervento innovativo (Depositphotos foto)

Un intervento innovativo (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Dopo anni di silenzio, una donna torna a sentire grazie ad un impianto innovativo e un intervento mai tentato prima. 

Perdere l’udito non è solo smettere di sentire i suoni. È qualcosa di più profondo. Significa ritrovarsi in un mondo ovattato, dove le voci diventano un ricordo lontano e la comunicazione un’impresa quasi impossibile. Chi affronta questa condizione cerca di adattarsi con protesi acustiche o lettura labiale, ma non sempre basta. Quando la sordità diventa totale, ci si ritrova intrappolati in un silenzio che sembra definitivo.

Non tutte le perdite uditive sono uguali. Alcune persone riescono a migliorare con apparecchi acustici o con interventi chirurgici, altre invece non hanno questa fortuna. Se il danno colpisce zone profonde dell’orecchio o se ci sono complicazioni come tumori, le soluzioni tradizionali spesso falliscono. In questi casi, servono trattamenti più avanzati e, a volte, vere e proprie pionieristiche operazioni.

Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante. Gli impianti cocleari hanno dato speranza a migliaia di persone, ma non sempre funzionano per chi ha danni molto estesi. Ecco perché i ricercatori stanno sperimentando nuovi approcci, come stimolazioni elettriche dirette nel cervello, per aggirare le parti danneggiate dell’orecchio e permettere di percepire di nuovo i suoni. Una tecnica che fino a poco tempo fa sembrava fantascienza, ma che oggi sta iniziando a diventare realtà.

E quando una patologia uditiva si combina con altre complicazioni, come un tumore, il problema diventa ancora più complesso. Trovare la giusta strada richiede un lavoro di squadra tra specialisti, che devono bilanciare il trattamento della malattia con la possibilità di restituire l’udito al paziente. Una sfida non da poco, ma che in un ospedale italiano ha portato a un risultato straordinario.

Un’operazione mai vista prima

All’ospedale Molinette di Torino, una donna completamente sorda ha riacquistato l’udito grazie a un intervento chirurgico mai tentato prima. L’operazione, durata dieci ore, ha previsto la rimozione di un tumore benigno del nervo vestibolare e, contemporaneamente, l’impianto di elettrodi cerebrali per stimolare direttamente i centri dell’udito. La sua storia inizia con una otosclerosi all’orecchio destro, una patologia abbastanza comune che però, nel suo caso, è degenerata rapidamente, rendendola progressivamente sorda. Nemmeno le protesi acustiche erano più utili. Poi è arrivata la diagnosi che ha peggiorato tutto: un neurinoma dell’acustico all’altro orecchio, che l’ha portata alla sordità completa. La situazione sembrava senza via d’uscita.

A quel punto, l’équipe guidata dal professor Andrea Canale, specialista in otorinolaringoiatria, e dal neurochirurgo Francesco Zenga ha deciso di tentare qualcosa di mai fatto prima. Dopo aver impiantato un dispositivo cocleare nell’orecchio destro, i medici hanno inserito elettrodi direttamente nel cervello, per bypassare le parti danneggiate e permettere una nuova percezione dei suoni. Un intervento che ha richiesto precisione estrema, perché il rischio di danneggiare altre funzioni neurologiche era altissimo.

Patologie all'orecchio (Depositphotos foto)
Patologie all’orecchio (Depositphotos foto) – www.biomedicalcue.it

Una svolta per la chirurgia uditiva

Il risultato? Un successo totale. La donna ha ricominciato a sentire, riuscendo finalmente a sostenere conversazioni normali. Ora percepisce i suoni da entrambe le orecchie grazie alla stimolazione elettrica diretta, e non solo: ha notato anche un miglioramento nell’equilibrio e nella percezione spaziale dei rumori. Una svolta che le ha cambiato la vita.

Ma questa storia non riguarda solo lei. Questo intervento segna un enorme progresso per la chirurgia otorinolaringoiatrica e neurochirurgica. Integrare impianti cocleari con elettrodi cerebrali apre nuove possibilità per chi, fino a oggi, non aveva alternative. Il lavoro dei medici delle Molinette potrebbe essere solo l’inizio di un approccio rivoluzionario, in grado di restituire l’udito a tante altre persone che, come lei, pensavano di aver perso per sempre il suono del mondo.