Dormio: il dispositivo che controlla i sogni
Quando ci addormentiamo, prima di cadere nello stato di incoscienza, attraversiamo uno stadio semi-lucido chiamato stato ipnagogico: questo limbo tra sonno e veglia apre una finestra sul nostro inconscio e dà libero accesso alla creatività. Risulta lecito chiedersi se sia possibile trovare un modo per aumentare la creatività umana estendendo, influenzando e catturando i sogni durante questa fase onirica. Per rispondere a tale quesito i ricercatori del MIT hanno sviluppato un dispositivo denominato Dormio.
Si tratta della prima interfaccia interattiva studiata per influenzare il sonno e rappresenta una modernizzazione di tecniche utilizzate in passato da artisti e scienziati per investigare lo stato ipnagogico, come le sfere d’acciaio e i mantra yoga.
Stato ipnagogico e creatività
Quando siamo svegli è estremamente difficile concentrarsi e costringerci ad essere creativi, perché gran parte delle associazioni di idee creative vengono inibite dalla nostra coscienza che le ritiene troppo atipiche. Se fossimo in grado di influenzare i nostri sogni, il sonno offrirebbe un’opportunità per suscitare pensieri liberi dal controllo cognitivo.
Secondo l’opinione popolare, pensatori come August Kekulé, Thomas Edison e Nikola Tesla erano soliti addormentarsi regolarmente con una sfera d’acciaio in mano: nel momento in cui perdevano conoscenza e quindi controllo muscolare, la sfera cadeva a terra svegliandoli. Questa tecnica semplice ma affascinante era utilizzata al fine di portare alla luce l’ispirazione creativa che si trova in sogni frammentati che facciamo tra la fase semi-cosciente e lo stadio completamente inconscio, durante quello che viene chiamato stato ipnagogico.
Lo stato ipnagogico è uno stadio tipico del ritmo circadiano ed è caratterizzato da allucinazioni visive e cinestetiche, parole spontanee, percezione distorta dello spazio e del tempo, consapevolezza dell’inizio del sonno e perdita del senso di sé.
Dormio, un dispositivo realizzato da un team del MIT guidato da Adam Horowitz, offre un’interfaccia a questo stato mentale liminale e apre molti possibili casi d’uso per costruire interazioni future con i sogni.
Com’è fatto Dormio?
La prima generazione di Dormio consisteva in un microcontrollore montato su di un guanto recante un piccolo sensore di pressione nel palmo.
Questa prima versione di Dormio è stata testata su sei volontari ai quali è stato chiesto di indossare il guanto prima di andare a dormire e di stringere la mano in un pugno, facendo pressione sul sensore. Allo stesso tempo, veniva monitorata la loro attività cerebrale mediante elettroencefalogramma (EEG). Quando i sensori del guanto e dell’elettroencefalografo rilevavano rispettivamente che i muscoli dei partecipanti si stavano rilassando e le onde cerebrali stavano cambiando, un robot Jibo, posizionato nelle vicinanze, veniva attivato e pronunciava una frase preprogrammata, come “pensa ad un coniglio” o “pensa ad una forchetta”. Questa frase aveva lo scopo di influenzare il contenuto del sogno. I risultati hanno riportato che tutti i partecipanti ricordavano e avevano visto durante la fase di sogno il tema suggerito dal robot.
Al contrario della sfera d’acciaio, lo scopo di Dormio non è quello di svegliare i partecipanti, ma di prolungare quanto più possibile lo stato ipnagogico.
Sebbene non sia semplice misurare in modo oggettivo la capacità creativa, i risultati dello studio hanno riportato un miglioramento complessivo della creatività nei partecipanti. Tali conclusioni derivano da un test di creatività a cui i partecipanti sono stati sottoposti dopo aver utilizzo Dormio per tre volte. In particolare è stato chiesto loro di immaginare usi alternativi del tema suggerito dal robot e di scrivere una storia a riguardo.
Versioni successive e obiettivi futuri
Il team ha progettato una seconda versione di Dormio che sostituisce il sensore palmare con sensori di flessione, che hanno il vantaggio di misurare la tensione muscolare a un livello molto più graduale. Anche l’EEG è stato sostituito con biosegnali più semplici, come la frequenza cardiaca, e il robot Jibo è stato sostituito da un’ app per smartphone.
Secondo Horowitz una terza generazione di Dormio sarà in grado di funzionare solo monitorando il movimento delle palpebre nei soggetti dormienti. L’obiettivo è quello di rendere il dispositivo il più confortevole, economico e non invasivo possibile, al fine di rendere più facile per gli utenti addormentarsi durante l’utilizzo.