Le cure gratuite a carico dell’Servizio Sanitario Nazionale abbracceranno tanti settori e prevedono molte novità.
Da anni si discute di come garantire a tutti un accesso equo alle cure, senza differenze tra Nord e Sud o, peggio, situazioni paradossali dove ciò che è gratuito in una Regione è a pagamento altrove. Ora, con questo aggiornamento epocale, qualcosa sembra muoversi davvero. Se ci pensiamo, sono passati più di vent’anni dall’ultima volta che le tariffe per le prestazioni sanitarie sono state riviste in modo serio.
La novità nasce dal “Decreto Tariffe”, che ha promesso di dare una bella rinfrescata a oltre tremila prestazioni sanitarie. La speranza è quella di uniformare le cure su tutto il territorio, evitando che il codice postale determini la qualità dell’assistenza ricevuta. È un tentativo di rimettere mano a un sistema che spesso rischia di essere soffocato dalla burocrazia e dalle ristrettezze economiche. Eppure, questo passo avanti potrebbe davvero cambiare molte cose.
Dentro questo cambiamento troviamo tante prestazioni che, pur essendo teoricamente garantite dai Lea (i famosi Livelli Essenziali di Assistenza), in realtà sono rimaste spesso inapplicate. Ora, a partire dal 2025, le cose dovrebbero migliorare, almeno sulla carta. Ovviamente, la prova del nove sarà l’applicazione concreta: se queste novità rimarranno promesse o si trasformeranno in servizi reali. Speriamo per il meglio, perché la sanità pubblica ha bisogno di questo aggiornamento come l’aria.
Parlando di cure, ci sono alcuni settori che riceveranno un vero e proprio “upgrade”. Uno di questi è quello delle protesi, dove l’inclusione di nuovi dispositivi potrebbe fare una differenza enorme per chi vive con disabilità. E non si tratta solo di aggiungere qualche nuova protesi, ma di rivedere tutto l’approccio, rendendo disponibili anche ausili di comunicazione per chi ha difficoltà gravi. Immaginate cosa possa significare per una persona avere una tastiera adattata o un sistema di comando oculare.
In tema di diagnostica, c’è tanto di cui parlare. Una delle novità che salta subito all’occhio è l’introduzione dell’enteroscopia con microcamera, che sembra roba da film di fantascienza ma in realtà potrebbe essere decisiva per diagnosticare patologie digestive.
C’è anche un aggiornamento sugli screening neonatali, che promette diagnosi più rapide e, si spera, meno ansie per le famiglie. E poi c’è la consulenza genetica, un passo importante per chi ha bisogno di risposte precise e mirate utili a confermare o a escludere un sospetto diagnostico. È un segnale che, a piccoli passi, la nostra sanità vuole davvero guardare al futuro. Ci sono novità anche per la diagnosi e il monitoraggio della celiachia e delle malattie rare, ecc.
Sul fronte delle protesi, le cose stanno cambiando in meglio. È previsto l’inserimento di nuovi ausili che fino a ieri erano quasi un sogno per tanti. Stiamo parlando di apparecchi acustici super moderni, sistemi domotici, tecnologie che si adattano alle esigenze di chi ha bisogni particolari.
Si spera che tutto questo aiuti a migliorare l’autonomia e la qualità di vita di molte persone. Ovviamente, come sempre, rimane il nodo dei fondi: riusciremo a coprire tutto questo senza affogare nel solito problema delle liste di attesa infinite? Il rischio è quello, ma forse un passo alla volta si può costruire qualcosa di migliore.