L’emofilia è un disordine emorragico ereditario causato da mutazioni genetiche che riguardano determinati fattori di coagulazione. Senza questi fattori, i pazienti non possono smettere di sanguinare quando si feriscono. Esistono diverse tipologie, diverse gravità e diverse complicanze di questa malattia. Le ricerche attuali stanno portando a nuove scoperte terapeutiche che presentano dei benefici clinici.
Esistono tre tipi di emofilia a seconda del fattore di coagulazione che risulta carente:
Le emofilie A e B colpiscono soprattutto gli individui di sesso maschile essendo i rispettivi geni localizzati sul cromosoma X. Quella di tipo C riguarda indistintamente maschi e femmine.La gravità dei sintomi emorragici è correlata al grado di carenza dei fattori interessati.
L’emofilia è controllata con la somministrazione di una terapia sostitutiva del fattore della coagulazione carente. Si tratta di una profilassi che ha come scopo quello di mantenere costante la quantità di fattore ed è somministrata con cadenza ciclica. Questa terapia è a base di:
La somministrazione endovenosa di questi prodotti consente di arrestare le emorragie o di prevenirle in occasione di traumi e interventi chirurgici ed è il cardine attuale della terapia emofiliaca.
I limiti di questa terapia sono: disponibilità e costi elevati, entrambe le problematiche dipendono dalla scarsa resa della produzione in vitro. Per superare i limiti i ricercatori hanno creato per i pazienti emofilici A il fattore VIII privo del dominio B che viene espresso in modo efficiente nelle cellule in coltura mediante modifiche con tecniche di ingegneria genetica portandolo ad avere una più lunga emivita e una minore immunogenicità.
La necessità di creare nuove soluzioni è nata quando si è notato che, in circa 1/3 dei pazienti emofilici, la terapia sostitutiva con il fattore carente causa con il tempo la produzione di anticorpi contro il fattore inserito e ciò rende inefficace la terapia. Ci sono diversi nuovi farmaci e nuove terapie geniche attualmente in fase di studio per il trattamento dei disturbi emorragici che vedremo qui di seguito.
Tra le novità vi è la possibilità di utilizzare dei prodotti sottocutanei ottenuti con la tecnologia del DNA ricombinante. Questi non sono formati dal fattore VIII o dal IX, ma da prodotti diversi dalla terapia sostitutiva classica e sembrano offrire ottime prospettive. Vi sono due diverse tipologie di prodotti:
Accanto ai nuovi farmaci, questa tipologia di patologia risulta ideale per la cura mediante terapia genica, questo perché risulta mutato un preciso gene. L’idea è quella di somministrare il gene ‘corretto’ cosicché possa ripristinare il fattore mancante.
Ciò è stato fatto in diversi studi clinici ed è il caso delle terapie: SPK-801 e valoctocogene roxaparvovec. I risultati clinici ottenuti hanno mostrato dei benefici che portano gli scienziati a ritenere che l’emofilia sarà sempre più curabile grazie a queste terapie. In questo senso si stanno ottenendo importanti successi nella cura dell’emofilia B e che stanno eseguendo una rilevante avanzata anche nella cura definitiva dell’emofilia A.