Sebbene l’endometriosi sia una malattia comune che colpisce circa il 15% delle donne in età riproduttiva a livello mondiale, i meccanismi alla base della malattia non sono totalmente noti. Recentemente, si è rilevata la presenza di uno specifico batterio nell’endometrio e nelle lesioni endometriali; infatti, si è riscontrato il Fusobacterium in oltre la metà delle pazienti affette da endometriosi. Un gruppo di ricercatori ha scoperto che utilizzando un antibiotico che va a colpire questo batterio, si è ottenuta una notevole riduzione della formazione di lesioni dovute dal disturbo.
L’endometriosi è un disturbo spesso doloroso; a livello anatomico avviene una crescita del tessuto simile a quello che normalmente riveste l’interno dell’utero al di fuori dell’organo. La patologia coinvolge comunemente le ovaie e le tube di Falloppio. Raramente, il tessuto endometriale si rileva oltre l’area in cui si trovano gli organi pelvici. La patologia colpisce 1 donna su 10 di età compresa tra i 15 e i 49 anni. Il disturbo può causare problemi di salute per tutta la vita, tra cui dolore pelvico e infertilità. Anche se può essere trattato con la terapia ormonale e la resezione chirurgica, queste procedure a volte portano a effetti collaterali, recidive e ad un impatto significativo sulla fertilità.
Il sintomo che contraddistingue questa patologia è il dolore pelvico, il quale risulta spesso correlato ai periodi mestruali. Il dolore può anche aumentare nel tempo. I sintomi comuni dell’endometriosi includono:
Inoltre, si sono rilevare altri sintomi come: affaticamento, diarrea, stitichezza, gonfiore o nausea, specialmente durante i periodi mestruali.
Anche se la causa esatta dell’endometriosi non è certa, ci sono dei fattori che possono causarne la comparsa, come:
Un team di ricercatori ha scoperto che nell’utero di topi infettati dal Fusobacterium vi sono delle lesioni più rilevanti rispetto ai topi privi del batterio. Tuttavia, i topi affetti a cui si è somministrato un determinato antibiotico per sradicare il Fusobacterium hanno visto un’inferiore formazione di lesioni. I risultati suggeriscono che il targeting del batterio sia un efficace trattamento antibiotico non ormonale per l’endometriosi. L’eliminazione di questo batterio con una terapia antibiotica potrebbe trattare l’endometriosi nelle donne positive all’infezione riducendo le lesioni. Il battere risulta identificabile mediante un semplice tampone vaginale.
Questo studio mostra il vantaggio di esaminare gli eventi a monte per determinare gli agenti causali. Si è scoperto inizialmente che una proteina detta transgelina (TAGLN) era spesso sovraregolata nei pazienti con endometriosi. Questo non ha destato stupore nei ricercatori perché tale proteina è associata a processi che sono importanti nello sviluppo dell’endometriosi. Tuttavia, ciò li ha portati a determinare che il fattore di crescita trasformante beta (TGF-β) sembrava causare l’up-regulation di TAGLN. Poiché il TGF-β viene rilasciato dai macrofagi, dalla risposta antinfiammatoria naturale e dalle cellule di regolazione immunitaria del corpo, questo li ha portati a concludere che questi macrofagi venivano attivati in risposta al Fusobacterium.
In questo studio si è dimostrata una relazione tra l’asse Fusobacterium-TAGLN-endometriosi. I dati raccolti durante la ricerca suggeriscono infatti una forte e nuova logica per optare come trattamento l’eliminazione del batterio, tralasciando le cure ormonali attuali. Le sperimentazioni cliniche sul trattamento antibiotico per i pazienti umani sono in corso presso il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Universitario di Nagoya.