Sempre più spesso la tecnologia ci viene in aiuto per gestire al meglio la nostra quotidianità. Dal trovare la strada migliore per arrivare in tempo ad un appuntamento, a prendere ispirazione per una ricetta, fino al tenersi in contatto con persone fisicamente lontane da noi. Ma, come sappiamo qui su CuE, è quando si parla di salute che la tecnologia può tirare fuori il meglio di sé.
Nel corso degli ultimi anni, le applicazioni e gli strumenti dedicati alla gestione della salute delle persone sono andati via via moltiplicandosi, così come le aziende interessate ad investire in questo settore. Particolare attenzione hanno tratto le malattie più gravi, tra cui l’Epilessia.
L’Epilessia è una malattia neurologica causata da un’improvvisa attività elettrica eccessiva dei neuroni presenti nella materia grigia dell’encefalo.
Nonostante si stimi che circa 2,4 milioni di persone ne soffrano in tutto il mondo e che si siano dai 30 ai 50 casi per 100.000 abitanti ogni anno, esiste ancora uno stigma sociale verso questa malattia, che spesso peggiora i rapporti interpersonali di chi ne soffre. Ad oggi esistono delle terapie per permettere agli epilettici di vivere una vita quasi normale, ma la tecnologia può essere uno strumento in più.
Tra i principali scopi degli apparecchi tecnologici o delle applicazioni per smartphone troviamo:
Le app, inoltre, possono dare informazioni riguardo la malattia e inviano delle notifiche per ricordare di prendere le medicine. Epilepsy society, EpiDiary, Birdhouse for Epilepsy sono alcuni esempi di applicazioni per Android e iPhone che permettono anche di inviare dati relativi al proprio diario al medico, fornisce informazioni per il Primo Soccorso e mette in contatto con i numeri per le emergenze mediche. Altre app, come EpiDetect, utilizzano gli accelerometri presenti all’interno dello smartphone per rilevare una crisi epilettica e di inviare degli sms di allerta, con tanto di coordinate per localizzare il paziente.
L’ultima frontiera dei dispositivi portatili è rappresentata dagli smartwatch. Gli ultimi modelli possiedono dei sensori per la gestione di alcuni parametri, come ad esempio il sonno, il movimento fisico, i livelli di stress (frequenza cardiaca) o la temperatura corporea. Da qualche tempo si sono aggiunti anche le smartband, braccialetti “intelligenti”, collegati allo smartphone, in grado di rilevare questi e altri parametri, come anche nel caso dell’epilessia.
Anche in questo caso esistono diversi modelli, come SmartMonitor, Neutun, Epiwatch.
Tra gli smartwatch da annoverare, troviamo sicuramente Embrace, un orologio in grado non solo di captare una crisi in atto, ma anche di rilevare i segnali per prevenirla. Questo orologio, infatti, è in grado di percepire quando i segnali di stress sono in aumento e di inviare una vibrazione all’utente via via più forte, in caso ci si trovi ad un alto rischio di crisi. E’ un prodotto nato da una startup italiana, Empatica, e sviluppata in collaborazione con il MIT.
Il 18 Novembre del 2014 Empatica lanciò una campagna di raccolta fondi su Indiegogo, che nel giro di poco tempo ha superato i $780.000. Ad oggi, Embrace può vantare di aver superato la procedura per essere ufficialmente riconosciuto come dispositivo medico dalla Food and Drugs Administration americana.