Come ormai sappiamo, un’esplosione ha colpito la centrale idroelettrica di Bargi sul lago di Suviana. La serie di eventi tragici si è conclusa con il ritrovamento del corpo di Vincenzo Garzillo, un 68enne di Napoli, confermando la fine delle operazioni di ricerca che hanno visto l’impegno incessante delle squadre di soccorso.
Il quarto giorno di ricerche ha segnato una svolta quando è stato recuperato il corpo dell’ultimo disperso, portando il totale delle vittime a sette. Tra i corpi ritrovati vi sono quelli di Adriano Scandellari, Paolo Casiraghi, e Alessandro D’Andrea. Questi lavoratori, colti dalla morte mentre tentavano di fuggire, sono stati trovati al piano meno nove, uno dei piani più compromessi dell’impianto.
In risposta a questo disastro, la comunità di Bologna e dell’Emilia-Romagna si è mobilitata in una manifestazione di protesta, chiedendo maggiore sicurezza sul lavoro e giustizia per le vittime. Contemporaneamente, la procura ha aperto un’indagine per disastro e omicidio colposo, esplorando tutte le possibili negligenze che hanno potuto contribuire all’accaduto, compresa la catena di subappalti.
Questo incidente solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza delle infrastrutture e sul rispetto dei protocolli di sicurezza. Mentre la comunità piange i suoi perduti, cresce l’attesa per risposte che possano prevenire future tragedie e garantire che tali disastri non si ripetano.