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Estratto un verme di 8 cm dal cervello di una donna

In Australia è stato estratto un verme di 8 cm dal cervello di una donna di 64 anni. Si tratta di un nematode, noto anche come verme cilindrico, il quale fa parte di un vasto gruppo di animali invertebrati appartenenti al phylum Nematoda. Essendo uno tra gli organismi più abbondanti sulla Terra, si possono trovare dovunque, anche negli animali.

L’interrogativo sorge spontaneo: come è possibile che un tale ospite sia giunto nel cervello di una donna? E, ancor più affascinante, come è stato possibile identificarlo? Nel prosieguo, esploreremo in dettaglio la peculiarità di questa specie e il contesto in cui è emersa questa straordinaria scoperta.

I nematodi

Immergiamoci nuovamente nel mondo del sorprendente verme da 8 cm che ha trovato dimora nel cervello di una donna. Questo straordinario ospite è un nematode, una creatura dal corpo cilindrico e allungato, spesso con estremità appuntite. Non possiede arti esterni evidenti come zampe, ma può avere strutture come papille o strutture sensoriali specifiche lungo il suo corpo. Molti dei nematodi sono microscopici, alcuni però possono raggiungere diverse decine di centimetri di lunghezza.

Oltre al suo ruolo curioso nel cervello di una donna, questi esseri rivestono un’importanza vitale negli ecosistemi. Con il loro contribuito essenziale alla decomposizione della materia organica, al ciclo dei nutrienti e alla strutturazione del suolo, i nematodi si rivelano dei veri e propri custodi dell’equilibrio naturale.Alcuni di questi nematodi sono liberi nel terreno o nell’acqua, mentre altri sono parassiti di piante, animali o persino esseri umani, causando malattie note come l’elmintiasi.

Il verme di 8 cm nel cervello di una donna australiana

Una donna, alla quale è stato trovato un verme di 8 cm nel cervello, soffriva da più un anno di una serie di sintomi. Questo affascinante capitolo medico si è svelato grazie ai neurochirurghi dell’ospedale di Canberra, nel Nuovo Galles del Sud, che sono riusciti a estrarre il verme ancora vivo.

La donna, originaria dell’Inghilterra, per circa 30 anni ha trascorso la sua vita viaggiando in Africa, Asia ed Europa. Affetta da diabete mellito, ipotiroidismo, depressione e anche una polmonite, ha iniziato da circa un anno e mezzo a curarsi per via di alcune lesioni al fegato e alla milza. I vari trattamenti somministrati non evidenziavano nessun miglioramento tanto che, nel 2022, la donna aveva anche avuto un peggioramento della depressione.

Credits – Human Neural Larva Migrans Caused by Ophidascaris robertsi Ascarid –
Rilevamento di infezione da nematode  Ophidascaris robertsi in una donna di 64 anni del New South Wales sudorientale, Australia.  A) Immagine di risonanza magnetica del cervello del paziente mediante recupero di inversione attenuata dal fluido che dimostra una lesione del lobo frontale destro con potenziamento, 13 × 10 mm. B) Forma larvale viva del terzo stadio di Ophidascaris robertsi (80 mm di lunghezza, 1 mm di diametro) rimossa dal lobo frontale destro del paziente. C) Forma larvale viva del terzo stadio di O. robertsi (80 mm di lunghezza, 1 mm di diametro) allo stereomicroscopio (ingrandimento originale × 10).

A causa di questi continui malesseri che non cessavano in nessun modo, la donna è stata sottoposta a una risonanza magnetica cerebrale, la quale ha evidenziato la presenza di una lesione nel lobo frontale destro. Successivamente, tramite una biopsia a cielo aperto, i medici di sono resi conto della presenta di una struttura filiforme all’interno della lesione, cioè il verme il quale è stato rimosso.

Ora come sta la donna?

Dopo la rimozione del verme di 8 cm nel cervello, la donna è stata sottoposta a trattamenti che prevedevano antielmintici e desametasone per eliminare la presenza di eventuali larve insediate tra gli organi. Ora sembra che la situazione sia rientrata, anche se continuerà a essere monitorata dai vari specialisti.

Come è possibile trasmettere l’infezione del verme

I medici si sono posti l’interrogativo di come fosse possibile che il verme di 8 cm si sia insidiato nel cervello della donna e sono arrivati alla conclusione che la trasmissione avvenga per via oro-fecale, attraverso l’indigestione di uova del verme, anche se la donna non ha mai avuto contatti diretti con i serpenti in quanto il nematode ne è parassita. La donna, però, ha dichiarato come raccogliesse spesso erbe autoctone nei pressi di un lago, che utilizzava in cucina.

Si è, perciò, arrivati alla conclusione che la donna, ingerendo le erbe, abbia assunto le feci di un pitone infetto oppure sia venuta a contatto con il verme a causa della contaminazione delle sue mani o delle attrezzature da cucina. Come ha sottolineato il dottor Sanjaya Senanayake al Guardian, tale malattia non può essere trasmessa da persona a persona. Tuttavia i serpenti o i loro parassiti si trovano in differenti parti del mondo e ciò non esclude la segnalazione di altri casi nel prossimi anni.

Published by
Valentina Maria Barberio