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“Faccio fatica in tutto”: dimenticate il vecchio Vittorio Sgarbi | Oggi la malattia ha debilitato anima e corpo

Vittorio Sgarbi (Rai - youtube screenshot)

Vittorio Sgarbi (Rai - youtube screenshot) - www.biomedicalcue.it

Vittorio Sgarbi oggi: un uomo profondamente cambiato, alle prese con fragilità fisiche e un’intensa riflessione sulla propria vita.

Per anni, Vittorio Sgarbi è stato sinonimo di energia incontenibile, battaglie dialettiche infuocate e un’intelligenza affilata come una lama. Un personaggio fuori dagli schemi, sempre pronto a incendiare dibattiti e a difendere con veemenza la sua visione dell’arte e della cultura. Difficile immaginarlo diverso: la sua immagine pubblica è stata costruita proprio su questa forza inarrestabile, su una presenza scenica che non lasciava spazio a esitazioni.

Eppure, dietro quell’energia travolgente, c’è sempre stato un uomo profondamente legato ai suoi affetti e alla sua storia familiare. La madre, in particolare, ha giocato un ruolo fondamentale nella sua crescita, non solo emotiva ma anche intellettuale. È stata lei, in un certo senso, la sua prima “musa”, la persona che più di tutte ha creduto nelle sue capacità.

Nel corso del tempo, il suo percorso è stato segnato da una continua evoluzione. Dall’esuberanza degli anni giovanili alla maturità più riflessiva dell’età adulta, Sgarbi ha sempre mantenuto una personalità sopra le righe, senza mai perdere la passione che lo ha reso un riferimento nel mondo dell’arte. Ma il tempo passa per tutti, anche per chi ha vissuto sempre a mille all’ora. E prima o poi arriva un momento in cui si è costretti a rallentare, a guardarsi indietro con occhi diversi.

Negli ultimi mesi, il suo volto è apparso meno spesso in TV. Le apparizioni pubbliche si sono diradate. Chi lo ha seguito per anni ha iniziato a notare un cambiamento, una sorta di stanchezza che prima non gli apparteneva. Cosa sta succedendo a Vittorio Sgarbi? Un uomo che ha sempre incarnato la provocazione e l’instancabile amore per il sapere sembra oggi mostrare un lato inedito, più fragile e introspettivo.

Un periodo di riflessione

Non è un caso che il suo ultimo libro, “Natività”, ruoti attorno al tema della maternità nell’arte. Più che un semplice saggio, sembra quasi una lettera aperta a quel legame indissolubile con sua madre, la donna che più di tutti ha influenzato il suo percorso. Un argomento che, a ben vedere, va oltre la dimensione artistica e diventa qualcosa di molto più personale.

Guardando al passato, Sgarbi ammette di vedere una versione di sé ormai lontana, quasi come se osservasse un altro uomo. Lo stesso rapporto con la televisione, un tempo sua arena prediletta, è cambiato. Quel mondo che lo aveva accolto e reso celebre ora gli sembra distante, quasi estraneo. Forse perché oggi le sue priorità sono altre, forse perché il peso di certe esperienze si fa sentire in modo diverso.

Sgarbi irriconoscibile (TheNewStories - youtube screenshot)
Sgarbi irriconoscibile (TheNewStories – youtube screenshot) – www.biomedicalcue.it

Il crollo fisico e psicologico

E in effetti, le sue parole lasciano poco spazio ai dubbi. In una lunga intervista a Repubblica, Sgarbi ha raccontato senza filtri il momento difficile che sta vivendo. Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare”, ha confessato, dando voce a una debolezza che fino a poco tempo fa sarebbe stata impensabile per lui. La sua condizione lo ha costretto a rallentare drasticamente, passando molto più tempo a letto, lontano dai riflettori.

Ha parlato apertamente di depressione, una condizione che lo ha colpito all’improvviso e che lo ha spinto a un ricovero necessario. “Mi sembra un treno che si è fermato a una stazione sconosciuta”, ha detto, cercando di descrivere quel senso di smarrimento che lo ha travolto. Abituato a vivere immerso nell’arte e nella cultura, si ritrova ora a dover fare i conti con un corpo che non risponde più come prima. E per uno storico dell’arte, il problema più grande è proprio questo: “Faccio fatica, e poi vedo male: per uno storico dell’arte non è il massimo”.