Il giovane rapper italiano proveniente dalla periferia milanese, Fedez , pseudonimo di Federico Leonardo Lucia, rischia la sclerosi multipla. A raccontare i dettagli del delicato problema di salute, anticipato qualche mese fa in un lungo post su Instagram, è lo stesso cantante in una commovente intervista, tenutasi nel salotto di Peter Gomez, durante la nuova stagione del programma “La Confessione”, che ha debuttato lo scorso giovedì 5 dicembre su Nove. Fedez rivela che l’anomalia emersa nel corso di un controllo medico, di cui aveva scritto lo scorso 17 giugno, consiste in una demielinizzazione, una piccola cicatrice che indica un’area del sistema nervoso in cui le fibre nervose hanno perso la guaina mielinica che le riveste e che normalmente permette la corretta trasmissione di segnali neurali. Si tratta dunque di un possibile campanello d’allarme della sclerosi multipla.
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La Sm è una malattia che colpisce il sistema nervoso centrale, caratterizzata da una reazione anomala delle difese immunitarie che attaccano alcuni componenti del sistema nervoso centrale scambiandoli per agenti estranei, per questo rientra tra le patologie autoimmuni. Il processo infiammatorio, scatenato dal sistema immunitario, può danneggiare sia la mielina (guaina che circonda e isola le fibre nervose) sia le cellule specializzate nella sua produzione (oligodendrociti) che le fibre nervose stesse. Questo processo, detto demielinizzazione può provocare aree di perdita o lesione della mielina, che vengono definite placche. Possono presentarsi ovunque nel sistema nervoso centrale, in particolare nei nervi ottici, cervelletto e midollo spinale. Le placche possono evolvere da una fase infiammatoria iniziale a una fase cronica, in cui assumono caratteristiche simili a cicatrici, dette sclerosi. In base all’entità e alla sede della lesione nel sistema nervoso centrale possono manifestarsi sintomi anche molto diversi tra loro.
Nel caso di Fedez, però, non si tratta ancora di una diagnosi, ma dell’indizio di un possibile rischio, da tenere semplicemente sotto controllo. Il cantante ha difatti raccontato di aver ricevuto una diagnosi di sindrome radiologicamente “verificata”, intendendo probabilmente una sindrome radiologicamente isolata, cioè un’anomalia compatibile con le lesioni caratteristiche della sclerosi multipla, riscontrata però casualmente in soggetti che non presentano nessun possibile sintomo della malattia.
A chiarire questo aspetto è stato Marco Salvetti, professore di neurologia della Sapienza, Ospedale Sant’Andrea, e membro del consiglio di amministrazione della Federazione Italiana Sclerosi Multipla : “La diagnosi di sclerosi multipla normalmente si fa in persone che presentano sintomi specifici della patologia, che vengono confermati da un’analisi radiologica. È, dunque, un tipo di diagnosi in cui servono tanti indizi per fare una prova, per questo motivo quando un paziente si sottopone a una risonanza magnetica per tutt’altro motivo ed emergono lesioni compatibili con la sclerosi multipla, in assenza di sintomi, si parla di sindrome radiologicamente isolata: una condizione in cui è impossibile prevedere se svilupperà, o meno, una sclerosi multipla”.
A seguito dello scalpore suscitato dalla dichiarazione di Fedez, è intervenuto anche il professore Mario Alberto Battaglia, presidente della Federazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM), commentando la confessione del giovane rapper con le seguenti parole:
La Sclerosi multipla è una grave malattia, ma è anche la patologia per la quale la scienza ha compiuto veri passi da gigante in questi ultimi vent’anni. È una malattia che oggi non deve fare più paura, perché la si può affrontare grazie ai punti di assistenza, alla rete sociale, ai farmaci. Oggi i Centri clinici e l’Aism danno a tutti la possibilità di vivere la propria vita oltre la patologia”. Il numero uno della Fism aggiunge che “il messaggio importante per i giovani è che nella Ris “Sindrome Radiologicamente Isolata”, diagnosticata a Fedez come in tutte le forme di Sm è necessario affrontare correttamente la diagnosi con un neurologo e poi, se serve, decidere insieme di intraprendere una terapia per non permettere l’evoluzione della malattia.
Secondo il professor Battaglia oggi i giovani che ricevono diagnosi di Sm tra i 20 e i 40 anni possono affrontarla positivamente e vivere la propria vita oltre la malattia perché quasi sicuramente non raggiungeranno mai i livelli di disabilità che in passato colpivano chi ne era affetto. Malgrado la Sm sia una malattia cronica e ancora non esista una cura definitiva, attualmente sono infatti disponibili numerose terapie che modificano il suo andamento, rallentandone la progressione. Vediamo in maniera approfondita quali sono i sintomi, le cause e i possibili trattamenti farmacologici attualmente adoperati nella cura della sclerosi multipla.
Nelle fasi iniziali della sclerosi multipla i sintomi possono essere anche solo transitori e lievi. Visto che può colpire qualsiasi parte del sistema nervoso centrale, la patologia può manifestarsi in modo diverso. Tra i sintomi più ricorrenti ci sono difficoltà di equilibrio, problemi di vista, fatica, debolezza.
Per quanto riguarda le cause della patologia purtroppo al momento sono ancora sconosciute. Oggi sappiamo però che la sclerosi multipla può insorgere in presenza di molteplici fattori sia genetici che ambientali. Grazie alla codificazione del genoma umano è stato possibile effettuare studi che hanno permesso di individuare circa 200 geni che possono essere considerati delle componenti di rischio della malattia. Inoltre, anche se non sappiamo con certezza cosa ci sia nell’ambiente che possa far ammalare di sclerosi multipla, alcuni fattori ambientali come il virus di Epstein Barr o i bassi livelli di vitamina D nel sangue, sono stati associati al rischio di andare incontro alla malattia.
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La diagnosi di Sm implica la presenza di sintomi neurologici. In rapporto a questi vengono richiesti diversi accertamenti che possono confermare o meno la diagnosi. In rari casi invece può accadere che una persona esegua gli stessi accertamenti per sintomi non legati alla malattia. È il caso, ad esempio, di una risonanza magnetica eseguita per un mal di testa dopo un trauma cranico. Se la risonanza mostra alterazioni compatibili con la Sm quella persona avrà un certo rischio (ma per fortuna non la certezza) di sviluppare la malattia. Sostanzialmente fino a quando non ci sono sintomi non c’è diagnosi.
Le classi di farmaci attualmente utilizzate nel trattamento della sclerosi multipla sono le seguenti: