C’è davvero un nesso tra il freddo e l’ammalarsi? O è una sciocchezza? Beh, in parte lo è ma un certo nesso esiste, seppur solo “statistico”, e non nel senso a cui siamo abituati a pensare. “Non prendere freddo” o “Non sudare” sono state le frasi che probabilmente hanno caratterizzato l’infanzia di tutti noi; non poter correre all’aria aperta d’inverno, non giocare a pallone perché “se sudi poi ti ammali”.
La convinzione che stare al freddo faccia ammalare è radicata e diffusa ma, diciamolo una volta per tutte, non ha basi scientifiche e affidabili. Ad oggi, infatti, nessuna ricerca ha dimostrato che l’aria fredda possa causare febbre, raffreddore o malanni in generale. Per ammalarsi, è necessaria la presenza del virus e, in sua assenza, non può verificarsi un’infezione delle vie aeree e, di conseguenza, non si sviluppa il raffreddore. I virus, guidati da un forte istinto di sopravvivenza, tendono a modificarsi di continuo, con l’obiettivo di “non essere riconosciuti” dall’organismo infettato e poterlo liberamente contagiare al fine di sopravvivere nell’ospite.
Quando il sistema immunitario se ne accorge, attiva le sue misure per contrastare la presenza del virus e, da qui, iniziano a svilupparsi sintomi come mal di gola, raffreddore, tosse o febbre. Tali sintomi sono una manifestazione “della lotta” tra organismo e virus: essendo i virus in continua mutazione, siamo soggetti a prendere raffreddore o febbre centinaia di volte nella nostra vita proprio perché il nostro organismo deve ogni volta imparare a riconoscerlo e contrastarlo (nel caso della varicella, ad esempio, questo viene presa una sola volta nella vita perché il nostro organismo poi è in grado di riconoscere l’agente patogeno responsabile e lo contrasta subito, la cosiddetta “immunità acquisita”).
Ma allora perché si associa il freddo al raffreddore, alla febbre o alla tosse? Un legame cause-effetto non c’è ma, essendo i virus che causano questi malanni più diffusi in inverno rispetto all’estate, è quasi naturale ammalarsi principalmente nelle stagioni fredde. In inverno, inoltre, tendiamo a passare molto tempo chiusi in ambienti riscaldati, condividendo spazi ristretti con altre persone (ufficio, bar, scuola) e, essendo l’areazione ridotta, i virus circolano con più facilità e sono molto più concentrati: gli ambienti riscaldati sono caratterizzati da aria molto secca e questo porta a ridurre l’idratazione delle pareti nasali che sono una delle prime barriere contro il virus. Inoltre, la presenza di umidità favorisce il legame tra particelle d’acqua e virus che, precipitando, non rimarrebbero in sospensione per molto tempo, cosa che non accade in ambienti chiusi.
Ci sono stati comunque diversi studi che sembrano suggerire che le basse temperature vanno, in qualche modo, ad abbassare le nostre difese immunitarie. Ad esempio, da uno studio condotto presso l’università di Mahidol in Thailandia, valutando la capacità delle cellule immunitarie di contrastare un virus a diverse temperature è emerso che con il freddo le difese sono meno efficienti. Il test è, però, poco affidabile in quanto condotto in laboratorio in un ambiente con un numero di variabili molto basse rispetto a quelle che possono caratterizzare il nostro organismo.
Ancora, in uno studio condotto presso l’Università di Cardiff sono stati coinvolti 20 volontari rimasti per 20 minuti con i piedi in acqua fredda e si è visto che, dopo un certo periodo, quest’ultimi tendevano ad ammalarsi più facilmente rispetto a coloro che non avevano tenuto i piedi in acqua o, ancora, in uno studio condotto presso l’università di Tokyo sono emersi indizi che i virus che causano il raffreddore si moltiplicano più facilmente col freddo. In entrambi gli esperimenti sopra citati, le prove raccolte erano insufficienti e quindi non hanno portato a risultati convincenti.
È chiaro che il freddo è pericoloso per la salute umana e, in casi estremi, l’esposizione prolungata al freddo può causare il congelamento di parti del corpo come mani o piedi e, a seconda della sua gravità, i danni possono essere permanenti.
Il legame freddo-malattia è una convinzione molto diffusa e, ad esempio, il raffreddore viene spesso spiegato con “ho preso freddo il giorno prima”: pensiamo di esserci ammalati perché non avevamo indossato la sciarpa o il cappello senza pensare a tutte le altre occasioni in cui, pur non avendole indossate, non ci siamo ammalati. È bene proteggersi dal freddo ma non serve prendere integratori o mix di vitamine per aiutare il nostro organismo in inverno, e non è mai stato provato scientificamente che questi possano aiutare a migliorare le difese in una persona sana, almeno per ora. È fondamentale dunque seguire uno stile di vita sano, un’alimentazione bilanciata e proteggersi in ogni caso sia dal freddo che dal caldo, perché anche l’esposizione prolungata a un caldo eccessivo senza le giuste accortezze può causare problemi.