Gaetano Di Vaio, attore e produttore cinematografico, è morto all’età di 56 anni dopo una settimana di agonia seguita a un incidente stradale. Di Vaio, noto per il suo impegno nel raccontare le difficoltà delle periferie urbane, lascia un vuoto nel panorama culturale napoletano e italiano. La sua carriera, segnata da una forte attenzione ai temi del degrado e del riscatto sociale, ha influenzato profondamente la cinematografia contemporanea.
Il 16 maggio, Di Vaio era stato coinvolto in un incidente motociclistico a Qualiano, in provincia di Napoli. Per cause ancora da accertare, aveva perso il controllo del suo scooter, cadendo rovinosamente e riportando gravi lesioni. Ricoverato in codice rosso presso l’ospedale di Giugliano, è stato subito trasferito in rianimazione, dove è rimasto in condizioni critiche fino al decesso avvenuto pochi giorni dopo.
La notizia della sua morte ha suscitato grande commozione, soprattutto tra coloro che hanno conosciuto e apprezzato il suo lavoro e il suo impegno sociale.
Gaetano Di Vaio era nato a Piscinola, un quartiere nella periferia nord di Napoli, e la sua infanzia non era stata facile. Figlio di un custode scolastico, aveva trascorso diversi anni in collegio a causa delle difficili condizioni economiche della famiglia. Le esperienze vissute in giovane età, tra soprusi e violenze, lo portarono a diventare tossicodipendente e a finire in carcere per reati di rapina e spaccio.
Tuttavia, proprio durante la detenzione, Di Vaio iniziò un percorso di riscatto. Studiò e si formò come operatore sociale, determinato a cambiare la propria vita e quella degli altri. Uscito dal carcere nel 1998, si unì alla compagnia teatrale di Peppe Lanzetta e nel 2001 fondò “Figli del Bronx”, una casa di produzione cinematografica che divenne un punto di riferimento per molti giovani registi napoletani.
La carriera di Di Vaio decollò rapidamente. La sua casa di produzione contribuì a portare sul grande schermo storie intense e realistiche, spesso incentrate sulle problematiche sociali delle periferie napoletane. Tra i lavori più noti, si ricorda la collaborazione con Abel Ferrara per il film Napoli Napoli Napoli e la serie televisiva Gomorra, ispirata al romanzo di Roberto Saviano. In Gomorra, Di Vaio non solo fu uno dei produttori, ma comparve anche come attore, consolidando la sua fama nel mondo dello spettacolo.
Nel 2013, pubblicò insieme a Guido Lombardi un libro autobiografico per Einaudi, nel quale raccontava la sua storia di riscatto e speranza. Tra i progetti più significativi prodotti da Di Vaio, La Bas, che vinse il Leone del Futuro a Venezia, è forse quello che meglio rappresenta la sua visione artistica e sociale.
Oltre alla carriera cinematografica, Di Vaio è sempre rimasto vicino ai temi del degrado e del riscatto delle periferie urbane. La sua opera non si limitava alla mera rappresentazione delle problematiche sociali, ma cercava di offrire una via d’uscita, un messaggio di speranza e cambiamento. Le sue produzioni erano spesso caratterizzate da un realismo crudo, ma non privo di una sottile vena di ottimismo, nella convinzione che anche le situazioni più disperate potessero migliorare con l’impegno e la determinazione.
Di Vaio ha dimostrato che è possibile uscire da un passato difficile e diventare un punto di riferimento per gli altri. La sua vita e la sua carriera restano un esempio di come l’arte e l’impegno sociale possano intrecciarsi, creando opere che parlano al cuore delle persone e stimolano una riflessione profonda sul nostro mondo.