Biomateriali

Un gel terapeutico ottenuto utilizzando il sangue: il caso di Sofia Goggia

Può il sangue aiutare nella cura di problemi legati all’apparato locomotore? La risposta è sì! Infatti, è stato sviluppato un gel terapeutico PRP ottenuto utilizzando il sangue prelevato da pazienti che avevano subito microfratture, lesioni muscolari o ai tendini in modo da trattare i problemi legati a questi eventi.

Cos’è il gel terapeutico ottenuto utilizzando il sangue e come si applica?

Il gel in questione, anche detto piastrinico ad uso topico (locale), è stato ottenuto dall’assemblaggio di un concentrato piastrinico (ricavato tramite centrifugaggio del sangue prelevato) e di un derivato del plasma (il crioprecipitato). Assume una consistenza gelatinosa tale da poter essere iniettato o modellato sulle superfici di applicazione.

L’applicazione consiste in una metodica di medicina rigenerativa, semplice, mininvasiva e ben tollerata, in cui bastano una decina di minuti per l’intervento e poche ore d’osservazione per ottenere dei risultati duraturi nel corso di un anno. Il paziente è sottoposto a un ciclo di norma di 3 infiltrazioni in un mese. All’intervento segue un percorso di recupero specifico, fortemente individualizzato.

Le sue proprietà terapeutiche

Esse sono legate all’elevato contenuto di fattori di crescita (caratteristica tipica delle piastrine presenti nel sangue) in grado di stimolare la ripresa dei processi di riparazione e rigenerazione tissutale (cute, mucose, tessuto osseo). L’obiettivo? Stimolare e/o velocizzare la guarigione dei tessuti, favorendo inoltre la riduzione del dolore, l’incremento funzionale e la formazione di tessuto ripartivo più fisiologico.

In ambito ortopedico, il PRP viene recentemente utilizzato per la cura di patologie infiammatorie tendinee. Infatti, la risposta biologica del tendine lesionato è sempre in relazione alla vascolarizzazione, alla cellularità, alla innervazione e alla infiammazione. Quindi tramite i derivati piastrinici (PDGF; TGFa; TGFb; EGF; FGF; IGF; VEGF) è possibile ottenere importanti fattori di espansione cellulare che stimolano la migrazione e la crescita cellulare e di conseguenza tutti quei processi ad essi correlati, come la formazione di vasi sanguigni, la sintesi di collagene e la differenziazione cellulare.

Il caso di Sofia Goggia, primo paziente in Italia

Sofia Goggia. Credits: Palazzo Chigi

In Italia il primo paziente ad esser stato sottoposto a questa terapia, sui legamenti crociati, è stata la sciatrice alpina Sofia Goggia, a seguito di un infortunio sportivo, che le ha visto danneggiato un legamento del ginocchio. Il recupero ottenuto è stato da record! Il suo percorso di ripresa ha avuto inizio con delle infiltrazioni di plasma (PRP) presso l’IRCCS di Negrar (VR) a cura del chirurgo ortopedico Claudio Zorzi. Citando le parole di Marina Gerin, vicepresidente della Federazione Italiana Psicologi dello sport:

Goggia è straordinaria perché ha bruciato tutte le tappe della ripresa fisica, è rimasta sempre lucida, concentrandosi sull’obiettivo e dimostrando una tenuta mentale esemplare che l’ha portata a vincere la medaglia d’argento alle Olimpiadi invernali di Pechino.

A cura di Ludovica Rotondo

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