Glicemia, incredibile ma vero: sto controllando gli zuccheri nel sangue mangiando pasta | Ecco il trucco per non rinunciare ai carboidrati
La pasta integrale rappresenta un prezioso alleato per tenere sotto controllo la glicemia. Ma occhio alle marche e alle sostanze contenute nel prodotto; può cambiare tutto
La pasta integrale rappresenta un valido alleato per tutti coloro che non riescono a rinunciare al gusto della pasta, ma che vogliono comunque tenersi in forma, evitando di assumere moli spropositate di carboidrati.
Come ripetuto anche dagli specialisti dell’alimentazione e della nutrizione, il consumo di qualsiasi alimento deve avvenire sempre in modo responsabile, sfruttandone quantità appropriate; in caso contrario, altrimenti, anche il pasto più salutare può finire per provocare effetti negativi.
L’ultimo decennio è coinciso con un aumento sempre crescente dell’acquisto di pasta integrale ed in particolare di soggetti o nuclei famigliari che hanno via via ridotto e poi eliminato la pasta tradizionale dalle proprie dispense di casa, proprio in favore di una versione maggiormente benefica per la salute.
La sua presenza all’interno di svariate diete non è di certo un caso, se consideriamo che viene fortemente indicata in numerosi percorsi nutrizionali mirati dagli esperti nel campo. Anche perché parlando puramente di calorie, 100 g di pasta bianca comportano lo stesso identico apporto calorico rispetto all’alternativa integrale, ma quest’ultima consente una soddisfacente assunzione di fibre, proteine, sali minerali e vitamine.
I vantaggi nella scelta dell’integrale
Tra i principali vantaggi che portano sempre più persone ad optare per l’integrale dobbiamo tenere presente che il germe del grano è maggiormente ricco di vitamine del gruppo E, nonché di antiossidanti. Per quanto riguarda la farina, anche questa presenta delle sostanziali differenze, in quanto quella che viene utilizzata per i formati di pasta integrale è caratterizzata da un indice glicemico più basso, ideale per mantenere un livello equilibrato negli zuccheri del sangue.
Il CREA (Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione) raccomanda fortemente di includere il consumo di cereali integrali nell’alimentazione quotidiana, data proprio la presenza di fibre, che stimola il tratto intestinale, rendendosi particolarmente benefica per coloro che soffrono la stitichezza. Non sono da trascurare i livelli di ferro e magnesio, adeguati per garantire un corretto funzionamento dell’attività epatica e dell’apparato cardiovascolare. C’è da precisare, comunque, dire che nessuno specialista ha mai affermato che un determinato tipo di pasta non sia salutare, mentre l’altro possieda esclusivamente effetti benefici.
Gli aspetti da tenere in considerazione
Bisogna inoltre considerare tutte le variabili del caso, dal processo della decorticazione del chicco, alla farina utilizzata fino all’eventuale presenza di conservanti che è possibile trovare all’interno del prodotto. Per questo il consiglio principale, come in tutti i prodotti, è sempre il medesimo: controllare con attenzione le etichette prima di effettuare l’acquisto. C’è da prestare un particolare occhio agli agenti di trattamento che possono essere utilizzati, tra i quali possiamo trovare il sodio solfito, il solfito acido ed il disolfito.
La pasta integrale, intendendola come alimento, non genera affatto problematiche o disturbi cardiaci, ma è bene tenere presente che le marche presenti in commercio si differenziano profondamente tra loro per il processo produttivo e per le sostanze aggiunte, che a seguito di un consumo prolungato possono sortire effetti disagianti per la salute dell’uomo.