Recentemente un team di ricercatori ha scoperto che rimuovendo dall’alimentazione alcuni aminoacidi, in un gruppo di topi affetti da glioblastoma, le cellule cancerose hanno iniziato a morire attraverso un processo chiamato ferroptosi. Inoltre, i topi con la nuova dieta alimentare risultano più ricettivi ai farmaci che innescano la stessa tipologia di morte nelle cellule tumorali. Questo porta a buoni risultanti che potrebbero essere applicati per combattere la malattia negli esseri umani.
Il glioblastoma è la tipologia più comune di cancro al cervello negli adulti. La malattia ha un elevato tasso di letalità e non presenta delle terapie definitive, ciò rende questo tumore uno dei più aggressivi. Per tale ragione, gli scienziati sono sempre alla ricerca di nuove terapie e di comprendere al meglio la biologia dei tumori. La morte cellulare è un processo normale all’interno del corpo umano e prende il nome di apoptosi: le cellule anormali o semplicemente non più necessarie vengono eliminate e riassorbite. Tuttavia, questo processo può non avvenire correttamente nelle cellule tumorali, il che permette loro di moltiplicarsi e causare gravi minacce per la salute.
La ferroptosi è una tipologia di morte cellulare programmata, questa dipende dal ferro ed è un processo biologico che porta all’autodistruzione a comando delle cellule. A livello fisiologico, l’organismo non ha necessità di eliminare le cellule, a meno che non ci sia una valida motivazione; questo processo è comunque controllato da molteplici meccanismi biologici. La ferroptosi non è mai stata analizzata nel dettaglio e solo recentemente i ricercatori hanno iniziato a comprenderne quale particolare in più. Infatti, tale processo è stato scoperto solo un decennio fa.
In un nuovo studio, un team di ricercatori ha scoperto che le cellule coinvolte nella formazione del glioblastoma sono particolarmente sensibili alla ferroptosi. Ciò risulta fondamentale perché questa tipologia di cancro al cervello ha un tasso di mortalità quasi del 100% senza terapie attuali definitive. Risulta dunque visibile una possibile terapia futura che vede come protagonista la ferroptosi.
Durante la nuova ricerca in vivo, i ricercatori hanno nutrito i topi con una alimentazione che limitava l’assunzione di cisteina e metionina, due aminoacidi la cui restrizione è stata precedentemente collegata alla ferroptosi e alla morte delle cellule tumorali nel cancro del polmone e del pancreas, nonché ai sarcomi. Non solo si è scoperto che la nuova dieta ha la capacità di rendere le cellule del glioblastoma più propense a morire per ferroptosi, ma si è anche notato che le cellule diventano più sensibili ai farmaci chemioterapici; il che significa che dosi molto basse sono in grado di ottenere un effetto più potente di prima a livello terapeutico. Tutti i topi in analisi hanno presentato un miglioramento del periodo di sopravvivenza rispetto a quelli che hanno continuato una dieta comune; inoltre i topi che hanno combinato la nuova alimentazione con la chemioterapia hanno presentato ottimi risultati.
La cisteina è presente principalmente nei cereali integrali, nella carne bovina, nelle uova e nel pollame; mentre gli alimenti ricchi di metionina sono le noci, il pesce, il maiale, il manzo, le uova ed il pollame. Non è ancora chiaro se un alimentazione povera di questi aminoacidi nei pazienti umani con glioblastoma possa portare ad un miglioramento come si è rilevato nei topi dello studio. I buoni risultati fanno ben sperare in merito al continuo della sperimentazione.
Il nuovo obiettivo per i ricercatori è quello di rilevare una metodologia per eliminare la cisteina e la metionina attraverso limitazioni dietetiche, pur mantenendo i requisiti energetici di cui un paziente necessita. In questo senso, si sta lavorando per la programmazione di uno studio sull’uomo in cui i pazienti con glioblastoma vengano sottoposti alla nuova dieta prima dell’intervento chirurgico di rimozione del tumore. Dopo l’intervento, i ricercatori, potranno così analizzare quali effetti ha avuto tale alimentazione sui tumori.