Covid-19

Green pass: validità prorogata a 12 mesi, il via libera del Cts

Green pass valido per 12 mesi? Il Cts ha espresso un parere favorevole per la proroga della durata del green pass fino a 12 mesi e non più 9, come previsto inizialmente.

Il Green pass, definito anche passaporto vaccinale, rappresenta il risultato di un accordo dell’Unione Europea, al fine di creare una certificazione cartacea/digitale che rendesse sicura la circolazione dei cittadini dell’UE durante la pandemia da Covid-19. In Italia, dal mese di Agosto, il Green pass è obbligatorio.

A cosa serve il Green pass?

Il Green pass, disponibile anche su app, serve ad attestare che un soggetto:

  • Sia stato vaccinato per il Covid-19.
  • Abbia effettuato un test, risultato negativo, entro 48 ore.
  • Sia guarito da Covid-19 da massimo di 6 mesi.

Inoltre, dal primo di Luglio, il Green pass è riconosciuto in tutta Europa, ovvero è disponibile in formato EU digital COVID certificate. Questo permette, a chi lo possiede, di spostarsi in libertà tra i paesi europei e dell’area Schengen senza obbligo di quarantena. Ma il Green pass italiano ha anche validità europea? Certo che sì, con una sola eccezione: chi ha ricevuto solo la prima dose di vaccino, ha una certificazione valida solo in Italia. Il Green pass italiano ha una validità europea solo dopo aver completato l’intero ciclo di vaccinazione.

Green pass: il completamento del ciclo vaccinale conferisce la validità europea alla certificazione nazionale

Quando è richiesto il Green pass?

La Certificazione verde COVID-19 è richiesta in Italia per partecipare alle feste per cerimonie civili e religiose, accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in “zona rossa” o “zona arancione”.

È inoltre necessaria per accedere a qualsiasi tipo di servizio di ristorazione al tavolo al chiuso, spettacoli, eventi e competizioni sportive, musei, istituti e luoghi di cultura, piscine, palestre, centri benessere, fiere, sagre, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali e ricreativi, sale da gioco e casinò, concorsi pubblici.

Green pass: obbligatorio per l’accesso ai servizi di ristorazione

Il prolungamento della validità del Green pass a 12 mesi è stato confermato da Sergio Abrignani, immunologo e componente del Cts, a Il Corriere della Sera. Inoltre, questa proroga interesserà sia le persone guarite dal Covid-19 sia quelle vaccinate.

Come si ottiene il Green pass?

Il Ministero della Salute rilascia la Certificazione verde COVID-19 sulla base dei dati trasmessi dalle Regioni e Province Autonome relativi alla vaccinazione, alla negatività al test o alla guarigione dal COVID-19. L’emissione della Certificazione viene notificata via posta elettronica o SMS. Da quel momento è possibile scaricarla accedendo alle piattaforme digitali dedicate. E’ possibile ricevere l’email da “Ministero della Salute” (noreply.digitalcovidcertificate@sogei.it) o il messaggio SMS da “Min Salute”.

La Certificazione verde COVID-19 contiene un codice a barre bidimensionale (QR code) con una firma digitale del Ministero della Salute per impedirne la falsificazione. Il certificato può essere stampato per usufruirne in formato cartaceo. L’autenticità e validità della certificazione sono verificate in Italia attraverso l’APP nazionale VerificaC19. Il formato digitale è sicuro per la privacy? Certamente! Infatti, i dati personali del titolare della certificazione non vengono registrati dalla APP a tutela della privacy.

Immagine che mostra un esempio di codice a barre bidimensionale (QR Code)

Non disponi di strumenti digitali (computer o smartphone)? Niente panico! E’ possibile rivolgersi al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o in farmacia per il recupero della propria Certificazione verde COVID-19.

E la terza dose?

Per quanto riguarda la terza dose di vaccino, Abrignani ha spiegato: “Dopo due dosi la maggioranza è ancora protetta. Intanto però finiamo di immunizzare entro ottobre l’80% dei vaccinabili, poi si penserà alla terza a fine anno o all’inizio del prossimo”.

Sulle modalità di somministrazione, l”immunologo ha aggiunto che “si seguirà più o meno la stessa tempistica: i sanitari dovrebbero essere i primi e uso il condizionale. Assieme ai fragili, ai pazienti persone con deficit del sistema immunitario o in chemioterapia. Poi si passerà agli over 60 che in Italia sono 18 milioni”.

In merito agli ultra 60enni non ancora vaccinati, invece, “bisogna distinguere gli esitanti, spero almeno la metà, che hanno dubbi e cercare di convincerli mostrando loro i dati di efficacia consultabili sul sito dell’Istituto superiore di sanità. Poi ci sono i no vax che, secondo me, non convinceremo mai perché si basano su certezze paranoidi di cui è difficile discutere. L’unico modo sarebbe l’obbligo, ma lo dico da ricercatore”.

Published by
Miriana Scordino