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Guerra in Ucraina: la scienza spiega l’origine del male nell’uomo

In questi ultimi giorni il mondo è stato stravolto da un conflitto che sta segnando e segnerà l’andamento dei prossimi anni. Le ore passano e la guerra in Ucraina si inasprisce sempre di più. Si è parlato di armamenti, di civili colpiti, di città messe a ferro e fuoco. Si è discusso di possibili accordi e trattati di pace. Tra tutte, quella che però ha spaventato di più, è la minaccia atomica di Putin. In una grave situazione del genere, il primo imputato non può che essere il male che risiede nell’uomo, da sempre. Dietro a questa guerra, come tutte le altre che hanno segnato la storia e che segnano tuttora il nostro presente, agiscono e si divertono i fili del male.

Le neuroscienze e le origini del male nell’uomo

Tutte le guerre che hanno dilaniato la storia dell’umanità possono essere riassunte dietro un’unica parola: il male. Da sempre ci si è interrogati su quali fossero le origini del male. A tale questione hanno provato a rispondere le religioni, la filosofia, la scienza, la teologia. Il bene e il male sono i principi cardine della vita umana, i due pilastri secondo Freud, ma sono in continua lotta tra loro. Le scoperte delle neuroscienze hanno dimostrato tale affermazione: il cervello dell’uomo è una combinazione di bene e male, di Eros e Thanatos.

Il cervello tripartito

Il fisico e neuroscienziato Paul MacLean propose nel 1990, nella sua pubblicazione “The triune brain in evolution” un suo modello sul funzionamento del cervello. Come diretta conseguenza dell’evoluzione dell’uomo, egli descrive il cervello come tripartito sia dal punto di vista anatomico che funzionale. Si distinguono il cervello rettiliano o complesso R, il cervello limbico o paleo-mammaliano e il cervello corticale o neo-mammaliano. Il primo è composto dal cervelletto e tronco encefalico, rappresenta la parte più antica e del cervello.

Secondo la teoria di MacLean, a ogni sezione corrisponde un particolare comportamento dell’uomo e ognuna influisce sul suo percorso. Al complesso R sono associati gli istinti primordiali, l’aggressività, la violenza. Al cervello limbico sono associate le emozioni e al cervello corticale sono assegnate le funzioni cognitive.

Il buco nero nella mente

Un ulteriore studio a riguardo è stato effettuato dal neuroscienziato tedesco Gerhard Roth (1942-2022). Dopo aver analizzato per anni le persone condannate per reati violenti, ha affermato che “la macchia del male” si trova nel lobo centrale del cervello e si osserva mediante i raggi X come una massa oscura. Tale massa oscura appariva, in tutte le scansioni effettuate su persone con precedenti violenti, nella parte anteriore del cervello. Questo lo ha portato ad affermare che alcuni criminali abbiano una “predisposizione genetica”.

Ecco le parole di Roth durante un’intervista nel 2013 dal Daily Mail:

Ci sono casi in cui qualcuno diventa criminale a causa di un tumore o di una ferita in quella zona e, dopo un’operazione per rimuovere il tumore, quella persona era di nuovo completamente normale. Oppure ci sono deficit fisiologici, perché alcune sostanze come la serotonina nel proencefalo non funzionano in modo efficace. […] Ma quando guarderò i giovani e vedrò che ci sono disturbi dello sviluppo nella parte inferiore del cervello della fronte, posso dire che c’è un criminale in arrivo con il 66% di probabilità.

Secondo Gerhard Roth “Quel buco nero è il luogo in cui si cova, nasce e si nasconde il male“.

Il dottor Roth, inoltre, ha distinto i criminali in tre categorie. Alla prima categoria appartengono le persone “psicologicamente sane” che crescono in un ambiente in cui la violenza non viene scredita, ma viceversa viene osannata. La seconda categoria si riferisce al criminale mentalmente disturbato che considera il suo mondo minaccioso. Alla terza categoria appartengono gli psicopatici puri e, non a caso, prende come esempio Hitler e Stalin.

La psicopatia e il terrorismo

In molti casi si è cercato un legame tra la psicopatia e il terrorismo. La psicopatia è un disturbo di personalità caratterizzato da un comportamento antisociale e distacco affettivo e interpersonale. Similarmente a un terrorista, un individuo psicopatico compie azioni aggressive senza rimorsi per gli atti compiuti, spinto da una visione puramente egoistica del mondo. In questi giorni, al fronte dei fatti accaduti, molto spesso è stato nominato Vladimir Putin come un terrorista. Purtroppo, personaggi e situazioni del genere hanno segnato varie volte l’andamento della storia. Ma ancora oggi, il terrore della guerra, alimentato da quel “buco nero del male” torna prepotentemente a sconvolgere il mondo intero.

In un momento del genere non possono che risuonare, come un macigno, le parole di Salvatore Quasimodo

T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.