iCub, il baby-robot ora sta in piedi

iCub è un robot androide costruito dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova. E’ alto 104 cm e pesante 22 kg e ricorda, per estetica e funzionalità, un bambino di circa quattro anni.

iCub è stato sviluppato congiuntamente al RobotCub Consortium, una società mista di alcune università europee. Il maggiore scopo di questa piattaforma informatica e hardware è quella di studiare la cognizione, attraverso l’implementazione di algoritmi motivati dalla biologia.

Il progetto è open-source sia per il software disponibile gratis e non criptato, che per la parte hardware, approfonditamente descritta nelle sue componenti, con pezzi reperibili sul mercato.

Caratteristiche:

53 gradi libertà di movimento

  • 7 per ogni braccio robotico
  • 9 per ogni mano robotica (3 per il pollice, 2 per l’indice, 2 per il dito medio, 1 per la coppia anulare-mignolo, 1 per l’abduzione/adduzione)
  • 6 per i movimenti della testa
  • 3 per il torace e la colonna vertebrale
  • 6 per ogni gamba robotica

Capacità

  • Gattonare (crawling).
  • Funzioni basiche di processamento visivo.
  • Sensori di basso livello per il controllo del movimento oculare, inerziale corporeo e della propriocettività.
  • Telecamera ad alta risoluzione, che può ritrasmettere le immagini.
  • Buone abilità di manipolazione destrimana.
  • ITALK: programmi per l’apprendimento progressivo della lingua da parte del robottino, in modo casuale e oggetto e situazione-correlato

Il robot umanoide ora sta imparando a stare in piedi e a mantenere l’equilibrio anche nell’interazione fisica con le persone. Grazie alla pelle artificiale che gli permette di avere 4000 punti sensibili su tutto il corpo, è in grado di misurare in ogni istante i contatti e le forze che riceve dall’esterno, rispondendo con movimenti adeguati a mantenere l’equilibrio.

Queste nuove capacità saranno utili quando, nel prossimo futuro, iCub coabiterà con l’uomo negli ambienti domestici e dovrà muoversi in maniera sicura per sé e per gli altri. Quest’ultimo risultato è stato raggiunto grazie agli sforzi dei ricercatori di IIT e, in particolare, al Progetto Europeo Codyco, coordinato da Francesco Nori, del dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences di IIT

 

Published by
Raffaele Salvemini