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Il cervello “goloso”: perché desideriamo dolci anche quando siamo sazi

Illustrazione di una ragazza mentre mangia un gelato (Pixabay FOTO) - www.biomedicalcue.it

Illustrazione di una ragazza mentre mangia un gelato (Pixabay FOTO) - www.biomedicalcue.it

Il nostro cervello è straordinario, eppure ci sono alcuni meccanismi a noi sconosciuti, come la voglia di mangiare dolci da sazi.

Il nostro cervello è un organo straordinario, e non tutti i suoi “segreti” sono stati svelati, anche perché è difficile studiare un cervello in attività e vedere “dal vivo” certe funzioni fisiologiche. E tra queste, l’assunzione di cibo, è un aspetto molto studiato, per tantissimi motivi.

Per esempio, in questo studio, i ricercatori si soffermano sulla sazietà. Vi sarà capitato sicuramente, dopo esservi sentiti sazi, di desiderare cibi dolci. Ecco, non è chiaro perché il desiderio per lo zucchero aumenti, soprattutto quando siamo sazi.

A tal proposito, i ricercatori hanno scoperto che alcuni neuroni pro-opiomelanocortina (POMC) dal nucleo arcuato dell’ipotalamo inviano segnali direttamente al talamo paraventricolare. A differenza della maggior parte dei segnali inviati dai neuroni POMC, soprattutto in presenza di zucchero, questi non rilasciano l’ormone α-melanocita-stimolante.

Anzi, producono β⁠-endorfina, che inibisce selettivamente i neuroni postsinaptici nel talamo paraventricolare, e questo spinge il consumo di zucchero nello stato di sazietà. In parole povere, è come se ci fosse un piccolo “interruttore” che, una volta attivato dallo zucchero, fa scattare quella voglia di dolce.

Bloccare questa sorta di “trasmissione”, potrebbe quindi ridurre l’assunzione di zucchero e potenzialmente combattere l’abbuffata e l’obesità. Insomma, in un modo o nell’altro non è del tutto colpa nostra se abbiamo voglia di qualcosa di dolce.

La dolce trappola

Il cervello, si sa, è un organo complesso, pieno di “misteri fisiologici”. E uno dei misteri più affascinanti riguarda la nostra relazione con lo zucchero. Immaginate un gruppo di cellule nervose, chiamate neuroni POMC, che hanno un compito davvero importante: farci sentire sazi dopo un pasto. Ma ecco il colpo di scena: queste stesse cellule, quando incontrano lo zucchero, si trasformano in vere e proprie “fabbriche” di desiderio!

Quando lo zucchero entra in gioco, i neuroni POMC si attivano come se avessero ricevuto un segnale di allarme. E questo segnale, incredibilmente, non è solo di “sazietà”, ma anche di “piacere”! Come se il cervello dicesse: “Zucchero! È un’occasione rara, approfittane!” E per farlo, rilascia una sostanza chimica speciale, la ß-endorfina, un oppioide endogeno che ci regala un’intensa sensazione di benessere e ricompensa.

Illustrazione di una ragazza che ha voglia di mangiare alcuni dolcetti (Pixabay FOTO) -Illustrazione di una ragazza mentre mangia un gelato (Pixabay FOTO) - www.biomedicalcue.it
Illustrazione di una ragazza che ha voglia di mangiare alcuni dolcetti (Pixabay FOTO) – www.biomedicalcue.it

I meccanismi di questa funzione

Ma non è tutto! Questo meccanismo, incredibilmente, si attiva anche solo alla vista dello zucchero, prima ancora di assaggiarlo. Come se il cervello, in anticipo, si preparasse alla “festa” che sta per arrivare. E non è un caso che questo meccanismo si sia evoluto nel corso dei millenni. Lo zucchero, una volta, era un’energia rara e preziosa, un vero e proprio “tesoro” per il nostro cervello.

Quindi, per assicurarsi di non perderlo, il cervello ci spinge a consumarlo ogni volta che è disponibile. Ma oggi, con lo zucchero presente in ogni dove, questo meccanismo si è trasformato in un’arma a doppio taglio. E’ affascinante pensare a come il nostro cervello, in un modo così complesso e sottile, ci spinga a cercare il piacere, anche quando questo potrebbe essere dannoso per la nostra salute. Eppure, questo meccanismo è un’eredità del passato, una testimonianza della nostra evoluzione. Infatti, alimenti dolci del passato erano estremamente rari, come per esempio il miele, ma non erano sempre disponibili.