Cervello anziani (Canva Foto) - www.biomedicalcue.it
Il cervello cambia: dall’infanzia all’età adulta, le capacità cognitive possono migliorare fino ai 40 anni. Scopri cosa dice la scienza!
Nei neonati, il cervello subisce cambiamenti. Durante i primi mesi di vita, si formano nuove connessioni neuronali a un ritmo impressionante, per facilitare l’apprendimento e lo sviluppo sensoriale.
Durante l’infanzia, il cervello continua a svilupparsi, con un processo chiamato “potatura sinaptica” che elimina le connessioni neuronali in eccesso, e rende le reti neurali più efficienti. L’apprendimento scolastico e le interazioni sociali influenzano lo sviluppo cerebrale in questa fase.
Durante l’adolescenza, il cervello subisce una riorganizzazione. La corteccia prefrontale matura, mentre il sistema limbico, associato alle emozioni, è attivo. Questo squilibrio può spiegare comportamenti impulsivi tipici dell’adolescenza.
Negli adulti, il cervello raggiunge la maturità, ma continua a riorganizzarsi in risposta alle esperienze. Negli anziani, possono verificarsi cambiamenti come la riduzione del volume cerebrale e una diminuzione della plasticità sinaptica. Cosa rivelano le ultime ricerche? Scoprilo ora!
La demenza è una sindrome caratterizzata dal deterioramento progressivo delle funzioni cognitive. Interventi come la stimolazione cognitiva, l’attività fisica e una dieta equilibrata possono rallentare il declino cognitivo e migliorare la qualità della vita degli anziani.
L’Alzheimer è la forma più comune di demenza, con circa il 60-70% dei casi. Si manifesta con una progressiva perdita di memoria, difficoltà nel linguaggio e cambiamenti comportamentali. Non esiste una cura definitiva, ma terapie farmacologiche e non possono alleviare i sintomi. Cosa dicono le ultime ricerche in merito?
Uno studio pubblicato su Science Advances sfida la convinzione diffusa che le abilità cognitive inizino a declinare già a partire dai 30 anni. I ricercatori hanno scoperto che le competenze di alfabetizzazione e calcolo migliorano fino almeno ai 40 anni, dopo di che si stabilizzano o diminuiscono. Questo declino non è inevitabile. Secondo il Programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti (PIAAC) condotto dall’Inapp, l’uso attivo delle competenze serve per il loro mantenimento e sviluppo. Un coinvolgimento professionale continuo non solo consente di impiegare abilità linguistiche e numeriche, ma promuove anche l’apprendimento continuo.
Promuovere ambienti di apprendimento anche per le persone anziane e attività stimolanti può contribuire a mantenere elevate le competenze cognitive nella popolazione adulta. Questo approccio può migliorare la qualità della vita degli individui e ridurre i costi sanitari associati al declino cognitivo. Strategie di prevenzione, come l’adozione di stili di vita sani e la partecipazione a programmi di stimolazione cognitiva, possono ritardare l’insorgenza di malattie neurodegenerative. La creazione di ambienti stimolanti per gli anziani, che offrano stimoli sensoriali positivi e favoriscano l’orientamento, può contribuire al mantenimento delle funzioni cognitive. L’adozione di politiche e pratiche che incoraggiano l’apprendimento e l’attività mentale può avere un impatto positivo sul benessere cognitivo degli individui nel corso della vita. La notizia arriva da psypost.org.