Prevenzione

Il poliovirus che potrebbe essere uscito da un laboratorio

Un poliovirus simile a quello utilizzato nei vaccini potrebbe essere stato rilasciato accidentalmente da un laboratorio.

Nel 2014, l’infezione di un bambino cinese da un ceppo di poliovirus ha sorpreso la comunità scientifica. I ricercatori dell’Istituto Pasteur di Parigi hanno individuato una somiglianza genetica tra questo ceppo e quelli utilizzati per produrre vaccini. Questo ha sollevato la possibilità che il virus possa essere uscito accidentalmente da un laboratorio o da un impianto di produzione di vaccini.

Le analisi genetiche dei campioni di poliovirus hanno rivelato che il ceppo che ha infettato il bambino nel 2014 potrebbe essere stato rilasciato da un impianto di ricerca o da una fabbrica di vaccini. Questo scenario ha aumentato le preoccupazioni sui controlli necessari per evitare che virus pericolosi sfuggano dal controllo degli scienziati, una situazione che potrebbe portare a nuove epidemie o infezioni.

Il caso del ceppo Glenn e Saukett A

Un’analisi approfondita di alcuni campioni di poliovirus ha rivelato dettagli sorprendenti. Gli scienziati hanno trovato che il ceppo Glenn, inviato nel 1965 da Albert Sabin, il creatore del vaccino antipolio, è geneticamente simile al ceppo Saukett A, utilizzato nella produzione di vaccini inattivati. Ciò suggerisce un legame diretto tra questi virus, con possibili implicazioni sulla sicurezza nella manipolazione di questi agenti patogeni nei laboratori.

Il ceppo Glenn si è rivelato molto simile anche a WIV14, il virus che ha causato l’infezione del bambino cinese nel 2014. Questa scoperta ha spinto i ricercatori a ipotizzare che il virus potrebbe essere stato rilasciato accidentalmente durante la produzione di vaccini, aprendo nuove riflessioni sull’integrità dei processi di sicurezza nei laboratori.

Le ipotesi evolutive del poliovirus

Un aspetto interessante della ricerca è emerso quando i genetisti hanno confrontato i ceppi virali. Si è scoperto che WIV14, il virus che ha infettato il bambino cinese, non sarebbe derivato dal ceppo Sabin 3, come inizialmente si pensava, ma da una variante molto vicina a Saukett A.

Le nuove scoperte sollevano interrogativi cruciali su come i poliovirus possano evolversi in ambienti controllati, come i laboratori e gli impianti di produzione di vaccini. La possibilità che mutazioni e adattamenti avvengano in questi contesti rende necessario un monitoraggio continuo, per prevenire la diffusione di nuovi ceppi virali che potrebbero causare infezioni inaspettate.

Laboratorio (Pixabay FOTO) – www.biomedicalcue.it

Le fughe di laboratorio: un fenomeno frequente?

Gli incidenti di laboratorio non sono eventi rari. Nel 2014, un impianto di produzione di vaccini in Belgio rilasciò per errore miliardi di particelle di poliovirus nel sistema fognario. Fortunatamente, non si registrarono casi di infezione.

Altri incidenti sono stati documentati in diverse parti del mondo. Nei Paesi Bassi, ad esempio, un lavoratore di un impianto di produzione di vaccini si infettò con il poliovirus nel 2017. Questi casi dimostrano che anche con le misure di sicurezza più avanzate, gli errori possono avvenire, rendendo essenziale il miglioramento continuo dei protocolli di gestione dei virus.

Se queste fughe accidentali continuassero a verificarsi, sarebbe essenziale rivedere e migliorare i protocolli di sicurezza nei laboratori e negli impianti di produzione di vaccini. La prevenzione di future fughe richiederà una maggiore trasparenza da parte delle istituzioni di ricerca e delle aziende farmaceutiche, garantendo, quindi, la sicurezza pubblica.

Published by
Arya Stilton