L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che, nonostante i vaccini anti-covid, non arriveremo ad avere l’immunità di gregge nel 2021. “L’immunità di gregge contro il Covid non sarà raggiunta nel 2021”. È quanto ha annunciato la dottoressa Soumya Swaminathan, Chief Scientist dell’OMS, nel corso della consueta conferenza stampa necessaria a fare il punto sulla pandemia. C’è chi, addirittura, dichiara che l’immunità di gregge non si ragiungerà fino al 2024. Come la dott.ssa Maria Rita Gismondo, microbiologa e direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, che ha dichiarato: “In Italia, con i numeri attuali, con le attuali capacità, non riusciremmo a raggiungere un’immunità di gregge contro Covid-19 fino al 2024”. Previsioni che spaventano, in quanto lasciano presagire un lentissimo e lontano ritorno alla normalità.
A questo punto, resta da chiedersi come mai, la tanto agognata immunità di gregge non possa giungere in breve tempo, dal momento che la mappa di distribuzione dei vaccini si allarga sempre più. Per raggiungere l’immunità di gregge è necessario che il 60-70% della popolazione mondiale sia vaccinata contro il covid. Percentuale emersa sulla base di diversi studi di modellazione. “Molte persone sarebbero immuni, proteggendo gli altri” ha dichiarato in una conferenza stampa a Ginevra il capo del Dipartimento dei vaccini dell’OMS, Katherine O’Brien.
Il primo problema sulla copertura vaccinale dell’oltre il 60% della popolazione e il più intuibile è quello relativo alla produzione di una tale quantità di vaccini. Ad oggi, infatti, siamo quasi 8 miliardi di persone nel mondo. Un secondo problema non indifferente è la distribuzione su larga scala dei vaccini e la somministrazione degli stessi. Infatti, sebbene distribuzione e somministrazione possano sembrare semplici nei Paesi più avanzati, ciò non è più valido per le aree geografiche ancora in via di sviluppo. Basti pensare alla conservazione del vaccino. Infatti, il vaccino Pfizer-BioNTech dev’essere conservato in congelatore a una temperatura compresa tra i -90°C e i -60°C.
Possiamo solo immaginare le difficoltà di assicurare tali condizioni di conservazione nei Paesi più poveri. Sarà necessario, quindi, assicurare che tutti i Paesi possano avere accesso alla vaccinazione, per evitare enormi focolai in alcune zone del pianeta. Non solo per evitare che la pandemia ricominci, ma soprattutto per evitare che una circolazione sostenuta del virus porti allo sviluppo di varianti e mutazioni resistenti ai vaccini già sviluppati. Da non sottovalutare, poi, che per il momento non abbiamo vaccini adatti a bambini e ragazzi di età inferiore ai 16 anni.
Se riuscissimo a raggiungere l’immunità di gregge, dovremmo anche valutare quanto durerebbe. Non sappiamo precisamente quanto possa durare l’immunità data dal vaccino, perché gli studiosi non hanno avuto il tempo necessario per capire il lasso di tempo in cui il vaccino ci protegge. Da diversi studi però appare chiaro che l’immunità delle persone, che hanno già contratto il virus, è superiore agli 8 mesi. Dunque, non possiamo ancora prevedere la durata dell’immunità di gregge.
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Già più di 29 milioni di persone sono state vaccinate nel mondo. Tra i più rapidi nelle somministrazioni c’è sicuramente l’Israele. Con 1.93 milioni di cittadini vaccinati in tre settimane, ha già coperto il 20% della popolazione. Secondo i dati aggiornati al 12 gennaio da Our world, dunque, Israele guida la classifica dei Paesi in cui si è vaccinato di più percentualmente.. Seguono gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrain. Poi il Regno Unito. Subito dopo, Stati Uniti, Danimarca, Islanda e infine, all’ottavo posto l’Italia. Se, invece, si osservano i numeri assoluti, sono gli Usa ad aver vaccinato più persone, con sieri Pfizer e Moderna. 9.33 milioni di cittadini vaccinati. Vi è poi la Cina con oltre 9 milioni di vaccinati e la Gran Bretagna con quasi 3 milioni di dosi e l’Israele. L’italia è al primo posto in Europa con 791.734 persone vaccinate al 13 gennaio.