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Un impianto sottocutaneo previene la trasmissione dell’HIV

HIV

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La profilassi pre-esposizione (PrEP) è la strategia più diffusa nella prevenzione dell’infezione da HIV e consiste nell’assunzione di una pillola giornaliera. Questa terapia riduce sensibilmente il rischio di contrarre l’HIV, ma la sua efficacia può essere compromessa in caso di incostanza nell’assunzione del farmaco. In occasione della decima conferenza dell’ International Aids Society tenutasi a Città del Messico, la società farmaceutica Merck & Co. ha proposto una possibile soluzione a questo problema: un impianto sottocutaneo in grado di rilascio in modo lento e controllato un farmaco antiretrovirale.

Il dispositivo ha il vantaggio di prolungare gli effetti della terapia pur rimanento discreto, dal momento che risulta praticamente invisibile. Secondo gli esperti, questo tipo di terapia potrebbe fornire uno scudo contro l’HIV per un intero anno.

Come funziona?

impianto HIV
Credits: Merck

Il dispositivo di Merck prende spunto da quelli utilizzati per la somministrazione degli anticoncezionali. Il funzionamento è molto simile: l’impianto, in materiale plastico biocompatibile, viene caricato con un farmaco che viene rilasciato gradualmente nell’organismo. Questo permette di prolungare la somministrazione del farmaco, offrendo una protezione duratura. Il dispositivo è grande all’incirca quanto un fiammifero e può essere impiantato sottopelle nella parte superiore del braccio.

Il farmaco utilizzato è islatravir, un inibitore nucleosidico della trascrittasi inversa. Questa tipologia di farmaci antiretrovirali funziona tramite l’inibizione della trascrittasi inversa, un enzima virale essenziale che trascrive l’RNA virale in DNA. Secondo Merck, islatravir è dieci volte più potente di qualsiasi altro farmaco contro l’HIV attualmente sul mercato. Questo significa che è possibile garantire l’efficacia del farmaco antiretrovirale anche ricorrendo a dosi minori rispetto a quelle consuete. Altro vantaggio è la facilità con la quale islatravir può essere assorbito dai tessuti anali e genitali, ovvero nelle zone dove spesso hanno inizio le infezioni da HIV.

Primi risultati e sfide future

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Credits: Medical News Today

Per il momento, le sperimentazioni hanno coinvolto 12 persone per 12 settimane. I primi test avevano lo scopo di constatare la tolleranza del dispositivo da parte dei soggetti e di verificare l’assenza di effetti collaterali. Secondo gli esperti, i primi esiti dei test sono positivi.

Questi sono tempi molto promettenti per la ricerca sul vaccino contro l’HIV, con numerosi studi clinici in corso, nuovi approcci allo sviluppo e una sensazione crescente che possiamo avvicinarci ad un vaccino efficace

Ha affermato Roger Tatoud, direttore del Global HIV Vaccine Enterprise.

Tuttavia, la strada è ancora lunga. Saranno infatti necessarie ulteriori verifiche per capire se l’impianto sarà effettivamente in grado di prevenire l’HIV per un anno.

Qualche parola sulla Conferenza IAS

ias2019
Credits: http://www.ias2019.org

La Conferenza IAS è l’evento più influente al mondo riguardante la ricerca sull’HIV e le sue applicazioni. I temi toccati durante queste conferenza biennale spaziano dalle applicazioni cliniche a problematiche di tipo politico.

La decima Conferenza IAS sulla scienza dell’HIV – nota come IAS 2019 – ha avuto luogo a Città del Messico, in Messico, dal 21 al 24 luglio 2019. La IAS 2019 ha riunito più di 5.000 partecipanti provenienti da oltre 140 paesi.