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Influenza A: il virus si trasforma per eludere il sistema immunitario

Influenza A

Germe dell'influenza A (UniSR foto) - www.biomedicalcue.it

Un gruppo di ricercatori ha evidenziato come il virus sia in grado di mutare strategicamente. Ecco cosa è stato scoperto

L’influenza A rappresenta un’infezione virale, che colpisce l’apparato respiratorio, comportando tra i principali sintomi i medesimi rispetto alla tradizionale influenza, come febbre, mal di gola, tosse, raffreddore e un senso di malessere generale. Il contagio avviene esclusivamente per via aerea, con la propagazione della saliva che avviene a seguito di starnuti o colpi di tosse.

La diffusione dell’influenza ha origine dai suini, il cui tasso di mortalità in merito resta comunque considerevolmente basso. Generalmente la guarigione avviene dopo circa 7 o 10 giorni. Non solo l’uomo, ma anche specie di uccelli selvatici, volatili d’allevamento e cavalli possono essere colpiti; c’è, tuttavia, da precisare che la trasmissione tra due differenti specie animali risulta essere un caso molto raro.

Nonostante la preoccupazione diffusasi tra la popolazione, riguardante la possibilità di trasmissione anche mangiando carne di maiale, questa ipotesi è stata totalmente smentita da parte dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), che sottolinea come non vi sia traccia di evidenze scientifiche a sostegno di questa tesi.

Uno studio ha fatto emergere come le particelle di questo virus siano in grado di adattarsi in modo strategico, mutando la loro forma sino a presentarsi come filamenti o sferoidi. In questo modo hanno maggiori possibilità di infettare le cellule, anche in relazione alle condizioni ambientali. Parliamo di un approfondimento potenzialmente fondamentale a definire il perché della persistenza continua che il virus manifesta in determinati casi.

I meriti della ricerca

La ricerca, pubblicata su Nature Microbiology, è stata condotta da un gruppo di scienziati interni al NIAID (National Institute of Allergy and Infectious Diseases) presso il National Insitutes of Health (NIH). Il focus principale del team di ricerca è proprio cercare di comprendere i motivi alla base del mutamento strategico che le particelle possono effettuare.

Gli studiosi, nello specifico, hanno approfondito un modo che permettesse di osservare e misurare a cadenza continua il mutamento della struttura del virus, in particolare durante la sua formazione. E’ emerso che la forma filamentosa ha necessità di un quantitativo di energia maggiorato per completare la sua formazione.

Termometro e febbre
Febbre derivante dall’influenza A (Freepik foto) – www.biomedicalcue.it

I risultati

E’ stato scoperto che i virus dell’influenza A sono in grado di modificare la propria forma generalmente in una specifica situazione, ossia quando l’efficacia dell’infezione risulta essere ridotta, come nei casi in cui si registra la presenza, ad esempio, di anticorpi virali o di altre circostanze che rendono incompatibile il rapporto con l’ospite. La forma dei virus appare realmente dinamica e sui suoi mutamenti influenza direttamente l’ambiente di riferimento; in questo senso, una delle precedenti diffuse convinzioni, che imputava la determinazione dei cambiamenti alla tensione, è stata smontata.

Per l’effettuazione dello studio sono state prese in riferimento ben 16 combinazioni differenti tra virus e cellule, in grado di produrre tendenze di forma allo stesso modo diverse. Precedentemente il team aveva effettuato ulteriori esperimenti, che avevano condotto a comprendere che i filamenti del virus dell’influenza A siano in grado di resistere all’inattivazione degli anticorpi; anche in merito all’influenza esercitata dagli anticorpi, i ricercatori si stanno focalizzando su studi precisi. Gli esperti sottolineano, inoltre, come anche altri virus, tra i quali l’Ebola o il Morbillo, incorporino una strategia di infezione a forma mista, come rivelato direttamente dal NIH.