Smog e pronto soccorso: un nuovo studio rivela una correlazione diretta tra l’inquinamento atmosferico e l’aumento delle visite mediche.
L’inquinamento atmosferico, in particolare l’aumento delle polveri sottili come PM2,5 e PM10, è ormai noto per i suoi effetti dannosi sulla salute umana. Tuttavia, un nuovo studio italiano, presentato al Congresso europeo di medicina d’emergenza, rivela un collegamento diretto tra l’inquinamento e l’aumento degli accessi al pronto soccorso. Anche quando i livelli di smog rientrano nei limiti indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si registra un incremento di casi di difficoltà respiratorie, traumi e patologie cutanee.
La ricerca, condotta da Andrea Rossetto, specializzando in medicina d’emergenza presso l’Università di Firenze e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, ha analizzato oltre 300.000 visite al pronto soccorso dal 2019 al 2022. I dati sono stati messi in relazione con i livelli giornalieri di inquinamento atmosferico nei luoghi di residenza dei pazienti, rilevando un aumento del 10-15% degli accessi nei giorni successivi a picchi di smog. Le patologie più comuni sono difficoltà respiratorie, traumi e problemi cutanei, con i pazienti più giovani particolarmente colpiti da incidenti legati all’inquinamento.
I risultati dello studio hanno dimostrato che l’inquinamento atmosferico influisce sulla salute in modo diverso in base all’età e alle condizioni preesistenti. I giovani adulti sono stati i più colpiti dai traumi, spesso coinvolti in incidenti stradali, un fenomeno legato indirettamente all’aumento del traffico, principale causa di inquinamento nelle aree urbane. Allo stesso tempo, gli anziani hanno mostrato una maggiore vulnerabilità alle difficoltà respiratorie legate all’esposizione allo smog.
Interessante è anche l’assenza di dati riguardanti i bambini, una fascia della popolazione che è probabilmente più vulnerabile agli effetti dell’inquinamento. Questo rappresenta un’importante lacuna che i ricercatori sperano di colmare con studi futuri. Le evidenze raccolte finora, però, dimostrano già chiaramente quanto l’aria inquinata possa incidere sulla salute pubblica e sui servizi ospedalieri, mettendo in difficoltà reparti di pronto soccorso già sovraccarichi.
Il legame tra traffico e inquinamento non si limita solo ai problemi respiratori. Lo studio evidenzia come il traffico intenso non solo aumenti le emissioni di polveri sottili, ma contribuisca anche a un maggiore numero di incidenti stradali, che riempiono i pronto soccorso di pazienti traumatizzati. Questo duplice impatto del traffico, sia diretto che indiretto, rende le città moderne particolarmente vulnerabili a picchi di ricoveri.
Il commento di Rossetto è chiaro: l’inquinamento non solo aggrava le condizioni di salute respiratoria, ma contribuisce ad aumentare il carico complessivo del sistema sanitario, complicando la gestione delle emergenze. I pronto soccorso, già sotto pressione a causa degli incidenti legati al traffico, vedono un incremento nei pazienti con difficoltà respiratorie proprio nei momenti più critici, con il rischio di peggiorare gli esiti per i pazienti. (Fonte: Congresso europeo di medicina d’emergenza, 2024).
Questo studio, presentato anche da Alessio Gnerucci del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze, rappresenta un importante contributo alla comprensione dell’impatto complessivo dell’inquinamento atmosferico sulla sanità pubblica. I ricercatori sottolineano la necessità di approfondire ulteriormente queste correlazioni, includendo anche altri inquinanti atmosferici e variabili come le condizioni meteorologiche.
Barbra Backus, medico di pronto soccorso nei Paesi Bassi e presidente del comitato di selezione degli abstract dell’EUSEM, ha elogiato lo studio per aver aggiunto un nuovo tassello alle prove già esistenti sull’impatto dell’inquinamento sulla salute. Comprendere questo legame permetterebbe agli ospedali di prepararsi meglio ai picchi di ricoveri e di ridurre il sovraffollamento nei reparti di emergenza.
Per il futuro, sarà cruciale investire in politiche ambientali che riducano al minimo le emissioni di inquinanti atmosferici, non solo per migliorare la qualità dell’aria, ma anche per proteggere la salute pubblica e alleggerire il carico sul sistema sanitario.