Insonnia, con questa pianta dai poteri segreti diventa solo un brutto ricordo: il suo principio attivo è ancora proibitissimo in molti paesi
La pianta che fa passare l’insonnia esiste davvero ed è estremamente efficacie, ma il suo principio attivo è controverso.
L’insonnia è davvero uno di quei problemi che colpisce duro. Ti rigiri nel letto, fissi il soffitto e le ore passano, ma il sonno sembra un miraggio. Ci siamo passati tutti almeno una volta e per molti è una battaglia quotidiana. Chi ne soffre spesso si ritrova a provare rimedi su rimedi, con la speranza di mettere finalmente fine a notti insonni.
Quando parliamo di sonno, in fondo, non si tratta solo di “chiudere gli occhi e spegnere il cervello”. È molto più complicato. Ci sono fasi profonde di riposo, momenti in cui sogniamo o elaboriamo emozioni, e periodi che ci aiutano a rigenerare corpo e mente.
Quando tutto fila liscio, la mattina ti senti davvero rinato. Quindi è naturale che i ricercatori vogliano capire se c’è un modo per migliorare queste fasi, in modo naturale e sicuro. E chi non lo vorrebbe? Poter dormire bene senza effetti collaterali sarebbe un sogno… letteralmente.
Le nuove scoperte accendono sempre una luce di speranza, soprattutto per chi non ne può più di sentirsi stanco o ansioso. È come quando scopri che forse c’è una soluzione, e magari funziona anche meglio di quello che speravi. Ecco perché l’attenzione per le piante, e in particolare per certi principi attivi, sta crescendo.
Cannabinolo: il segreto nascosto della cannabis
Un team di scienziati della University of Sydney Lambert Initiative ha recentemente fatto una scoperta interessante. Il cannabinolo (CBN), un composto della cannabis, potrebbe avere effetti positivi sul sonno. I test condotti sui ratti hanno mostrato un aumento delle fasi di sonno REM e non-REM, il che significa che il riposo era più lungo e profondo. Misurazioni avanzate hanno confermato che il CBN aveva davvero un effetto benefico sulla qualità del sonno. Insomma, non si tratta solo di leggende.
E la cosa curiosa è che il CBN deriva dal THC, il principale composto psicoattivo della cannabis, che si trasforma in CBN nel tempo. Questo spiegherebbe perché la “vecchia” cannabis, secondo alcuni racconti popolari, induceva una forte sonnolenza. Finalmente c’è una spiegazione scientifica dietro l’antica credenza: la chimica del CBN. E c’è di più.
Alla scoperta di nuove frontiere per dormire meglio
La parte interessante è che, a differenza del THC, il CBN non ha effetti psicoattivi. Quindi, potrebbe migliorare il sonno senza “sballare” chi lo assume. Durante le ricerche, i ricercatori della Lambert Initiative hanno scoperto che un metabolita del CBN ha un effetto ancora più forte sui recettori cannabinoidi del cervello rispetto al composto originario.
Questa scoperta apre la strada a nuovi studi clinici, anche sugli esseri umani, per capire se gli effetti osservati nei ratti possono essere replicati su larga scala. Un rimedio naturale contro l’insonnia? Non suona poi così male.