Intelligenza umana e digitale: Elon Musk crea la Neuralink

Il CEO della Space X e di Tesla, Elon Musk, ne ha inventata un’altra.
In occasione del World Government Summit tenutosi a Dubai, Elon Musk aveva condiviso la propria opinione riguardante la prossima evoluzione del genere umano: per non diventare obsoleto, “l’uomo dovrà auspicare ad una convergenza con le macchine, fondersi dunque con l’Intelligenza Artificiale.” 
Obiettivo: diventare dei cyborg.

Come riportato anche sul Wall Street Journal, Elon Musk ha creato una nuova azienda, denominata Neuralink, avviata in California come azienda di ricerca medica e finanziata esclusivamente dal CEO in persona.

Sebbene ancora alle prime armi, l’azienda ha un obiettivo ben preciso: creare dispositivi che possono essere impiantati nel cervello umano, non solo per amplificarne le capacità, ma soprattutto per rendere il nostro organo più complesso sempre più competitivo con l’intelligenza artificiale.

“Si tratta” a detta dello stesso Musk “di aumentare la larghezza di banda, la velocità di connessione tra il tuo cervello e la versione digitale di te stesso”.

Questo upgrade potrebbe migliorare la memoria e consentire un interfacciamento più diretto con i dispositivi informatici, nonché aumentare la capacità di calcolo, di immagazzinamento e di distribuzione dei dati.
Avete presente il concetto del film Matrix? Ci avviciniamo.

In realtà, la questione è molto meno fantascientifica e decisamente più pratica.
Il concetto base è la BCI, acronimo della Brain Computer Interface, che Close-Up Engineering ha trattato già in altri articoli.

Elon Musk
Photo by Justin Sullivan / Getty Images

Dunque, il concetto di simbiosi uomo-macchina non è propriamente nuovo: esistono già dispositivi “governabili” con il pensiero, come sedie a rotelle e braccia bioniche.

L’innovazione promossa dalla neo azienda è l’utilizzo della tecnologia “neural lace”, tradotto letteralmente “un pizzo neurale”, ossia una sorta di maglia, già testata sui topi con esiti positivi, così sottile ed elastica da poter essere iniettata tramite siringa.
La neural lace cresce con il cervello stesso e possiede tutte le funzionalità di un’interfaccia cervello-computer, wireless.
Non solo: potrebbe essere anche un nuovo metodo per programmare i nuovi neuroni e rilasciare alcune sostanze chimiche, sempre grazie al pensiero.

Neural Lace
i.kinja-img.com

 

Ad oggi, nel campo medico, si è già parlato di elettrodi impiantabili nel cervello, principalmente utilizzati per cercare di migliorare le condizioni derivanti da malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e l’epilessia.
Tuttavia, poche persone possono permettersi questo “privilegio”, non solo per il costo, ma anche per la natura fortemente invasiva dell’operazione, motivo per il quale viene sempre considerata come ultima scelta dai medici stessi.

La Neuralink sostiene un’altra azienda, nata e sviluppatasi nella Silicon Valley, la Kernel, composta da un team di neuroscienziati e ingegneri del software, che lavorano per il miglioramento dei processi cognitivi umani, ossia per intervenire sugli effetti delle malattie neurodegenerative, al fine di rendere il cervello umano più veloce e più intelligente.
Una sorta di hackeraggio del cervello umano? Più o meno, si.

“Sappiamo che se inserissimo un chip nel cervello e rilasciassimo segnali elettrici, potremmo migliorare i sintomi del morbo di Parkinson”

Ha asserito Bryan Johnson, Co-fondatore della Kernel

“Questo è stato fatto anche per contrastare dolori al midollo spinale, per l’obesità, per l’anoressia…ma ciò che ancora manca è la lettura e la scrittura del codice neurale. L’obiettivo della Kernel è quello di lavorare con il cervello allo stesso modo con cui lavoreremmo su altri sistemi biologici complessi, come ad esempio la genetica.” 

Per il suo passato, la Kernel ha tutte le carte in regola per poter comprendere al meglio il cervello umano e sperimentare nuovi dispositivi di impianto per promuovere il connubio uomo-macchina.

 

A presto con nuovi aggiornamenti!

 

Published by
Valentina Casadei