Un intervento record è stato eseguito e portato a termine con successo a Milano dall’equipe della Chirurgia generale e dei trapianti di Niguarda, diretta da Luciano De Carlis. Si tratta del primo caso in Italia di trapianto combinato di fegato e rene in due tempi in una paziente affetta da policistosi epatorenale, una patologia che provoca una crescita abnorme e fuori controllo sia del fegato che dei reni. Il rene trapiantato a due giorni dal fegato è stato ricondizionato e conservato fuori dal corpo per oltre 50 ore. Questo tipo di approccio, per la prima volta riportato in uno studio americano realizzato dall’Indiana Medical Center di Indianapolis, non era mai stato utilizzato fino ad ora nel nostro Paese. I medici hanno deciso di utilizzare la strategia dei due tempi per evitare complicazioni nel particolare e delicato caso della paziente in questione, il cui fegato superava i 10 chili a fronte di un peso medio di due chili negli adulti sani.
A distanza di pochi giorni,inoltre, è stato eseguito sempre a Niguarda un secondo caso di trapianto fegato-rene in due tempi, in collaborazione con il Centro Trapianti di Genova, diretto da Enzo Andorno. Anche in questo secondo caso il rene è stato impiantato dopo oltre 50 ore di riperfusione su una paziente di 39 anni. I due trapianti combinati eseguiti a Niguarda sono stati portati a termine con successo: in entrambi i pazienti la funzione renale è ripresa immediatamente, già in sala operatoria.
L’intervento prevede in primis l’esecuzione del trapianto di fegato. Il rene, che proviene dallo stesso donatore del fegato, viene invece conservato in una macchina ipotermica dedicata, e perfuso grazie ad una circolazione artificiale assistita. In questo modo si assicura una buona perfusione e ossigenazione dei tessuti dell’organo che si mantengono vitali per un periodo molto più lungo rispetto alla norma. Nello specifico il rene trapiantato dai chirurghi di Niguarda è stato perfuso fuori dal corpo per ben oltre 50 ore. Questo ha permesso di intervenire per l’impianto del rene ricondizionato a due giorni dal trapianto di fegato. A fornire maggiori informazioni sul caso in esame il dottor De Carlis:
Nella policistosi epatorenale avanzata, la qualità di vita del paziente è gravemente compromessa dall’insufficienza renale cronica e dalla compressione addominale dovuta alla crescita abnorme del fegato.In questi casi, risulta indicato il trapianto combinato di fegato e rene. Tuttavia il trapianto di fegato in queste condizioni risulta particolarmente complesso dal punto di vista chirurgico. L’utilizzo della circolazione extracorporea, il ricorso a farmaci vasopressori per controllare l’ipotensione, nonché la transitoria ipotermia durante il trapianto di fegato sono fattori potenzialmente in grado di compromettere la ripresa funzionale del successivo trapianto di rene, se eseguito nel corso della stessa sessione chirurgica del trapianto di fegato.
La possibilità di mantenere il rene in una macchina da perfusione in condizioni ottimali per alcuni giorni (ovvero ben oltre i tempi concessi dalla tradizionale conservazione in ghiaccio che solitamente arriva ad una finestra di 15 ore) permette di stabilizzare il ricevente e prepararlo al meglio per il successivo trapianto di rene.
L’utilizzo delle macchine da perfusione (machine perfusion) nell’ambito dei trapianti d’organo si sta affermando sempre di più in Italia. Il Centro Trapianti dell’Ospedale Niguarda di Milano rappresenta un’eccellenza italiana in questo ambito. Proprio qui nel 2015 è stato, difatti, eseguito il primo caso di trapianto di fegato da donatore a cuore non battente in Italia.
L’impiego di queste nuove possibilità amplia le disponibilità di organi e un uso sempre diffuso di questa tecnica potrà portare ad una compressione delle liste d’attesa. Mediamente in Italia (report 2018 Centro Nazionale Trapianti) si attende 2 anni per un rene e 5 mesi per un fegato. Nel 2018 a Niguarda sono stati eseguiti 117 trapianti di fegato (di cui 37 in collaborazione con il Centro Trapianti di Genova) e 63 di rene. Nel 2018 – conclude la nota – Niguarda è il terzo centro trapianti italiano per volume di attività con 214 interventi effettuati.