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Ipertensione: oggi in 10 minuti si può rilevarne la causa

Ipertensione

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Un recente studio clinico dimostra che un nuova tipologia di scansione con TAC può identificare specifici noduli nelle ghiandole surrenali che potrebbero essere correlati con l’ipertensione. Questo disturbo è molto comune ed a volte sottovalutato. La nuova scansione ha la capacità, quindi, di identificare i noduli in modo che possano essere rimossi chirurgicamente.

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Cos’è la pressione sanguigna?

La pressione sanguigna è la misura dell’azione della forza del sangue sulle pareti arteriose. Le arterie trasportano il sangue dal cuore a tutte le altre parti del corpo. Questo valore è misurato in millimetri di mercurio (mmHg) e viene indicato utilizzando due valori:

  • sistolico: ossia la pressione nelle arterie quando il cuore batte.
  • diastolico: la pressione nelle arterie quando il cuore riposa tra un battito e l’altro.

Cos’è l’ipertensione?

Si tratta di una condizione per cui vi è una pressione sanguigna più alta del normale ed è spesso causata da abitudini di vita non salutari, come il fumo o il sedentarietà. L’ipertensione è una delle principali cause di morte poiché porta a: ictus, malattie coronariche, insufficienza cardiaca e insufficienza renale. Una precedente ricerca della Queen Mary University ha scoperto che nel 5-10% degli individui che presentano ipertensione la causa primaria è una mutazione genica nelle ghiandole surrenali che si traduce in quantità eccessive dell’ormone steroideo, l’aldosterone. 

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L’aldosterone fa sì che i sali vengano trattenuti nel corpo, facendo aumentare la pressione sanguigna. I pazienti con livelli eccessivi di aldosterone nel sangue sono resistenti al trattamento con i farmaci comunemente usati per l’ipertensione ed hanno un aumentato rischio di infarti e ictus. La causa più comune di ipertensione è l’aldosteronismo primario (AP), che rappresenta circa il 5% di tutti i casi. Esistono molte ragioni che giustificano la carenza di assistenza clinica per questa patologia, tra cui i bassi livelli di sospetto clinico. L’aldosteronismo primario è raramente diagnosticato nei pazienti a causa della mancanza di un semplice test diagnostico.

Ipertensione: il nuovo studio

La nuova tipologia di scansione utilizza una molecola chiamata metomidate; questa tende ad accumularsi nei noduli delle ghiandole surrenali che producono livelli eccessivi di aldosterone. Il metomidate utilizzato nei test è etichettato con un tracciante radioattivo. Per tale ragione, quando un paziente viene sottoposto ad imaging tramite tomografia assiale computerizzata, si rendono evidenti solo i noduli che producono eccessivamente aldosterone. Tali noduli solitamente non risultano rilevabili con una normale scansione TAC per via delle ridotte dimensioni. I risultati presentano ciò come un nuovo metodo accurato per rilevare casi di ipertensione che possono essere curati chirurgicamente. Tuttavia, la tecnologia deve affrontare un ostacolo significativo prima di poter essere implementata.

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Possibili problematiche di attuazione

I radiotraccianti di 11C utilizzati nella ricerca presentano un’emivita breve di circa 20 minuti. L’emivita è la quantità di tempo necessaria perché la concentrazione di una sostanza farmacologica si riduca alla metà del valore iniziale nel sangue. Quindi le molecole radioattive devono essere create in loco e utilizzate immediatamente. La problematica principale è che la maggior parte delle strutture sanitarie non ha ciclotroni in loco per sintetizzare i radiotraccianti.

TAC

La coorte di pazienti analizzati e le caratteristiche

Si sono reclutati 146 pazienti dei 224 presi in analisi tra il dicembre 2016 e il settembre 2020. La visita finale dello studio si è tenuta nel febbraio 2021 quando il numero richiesto di pazienti (>75) ha avuto i valori degli esiti primari dopo l’intervento chirurgico. Lo svolgimento dello studio è mostrato nella figura qui di seguito.

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Schema di studio, endpoint co-primari gerarchici e diagramma CONSORT – Credits: Nature Medicine

A causa delle interruzioni per via del COVID-19, si sono esclusi gli esiti primari di alcuni pazienti che non hanno avuto la possibilità di effettuare la chirurgia e il follow-up di 6 mesi entro febbraio 2021. Si sono presentati i risultati per i 128 pazienti che hanno completato il follow-up primario da un intervento chirurgico (= 78) o che sono stati arruolati e assegnati al trattamento medico nello stesso periodo di tempo di chi ha subito l’intervento chirurgico. Dei 128 partecipanti, 87 sono maschi e 41 femmine. L’età mediana è di 52 anni. Si è rilevato all’inizio dello studio che il 67% dei pazienti presenta un’alta probabilità di presentare aldosteronismo primario unilaterale.

Risultati principali delle analisi

In totale, si avevano a disposizione dati valutabili di 78 pazienti 6 mesi dopo l’intervento chirurgico, di cui 77 hanno raggiunto almeno uno dei risultati primari gerarchici. Di questi pazienti con dati valutabili, l’88% ha ottenuto un successo biochimico completo ed il 31% ha ottenuto un successo clinico completo grazie al trattamento.

Conclusioni e prospettive future della ricerca

Un nuovo studio è ora in corso per testare una forma alternativa di metomidate, modificata per avere un’emivita radioattiva di almeno 2 ore. Se questo nuovo tracciante sarà efficace come quello attuale, renderà l’esecuzione di questa nuova tipologia di scansione più accessibile alla maggior parte degli ospedali. Il team è fiducioso che questo sia disponibile a breve e che possa portare alla possibilità di eseguire screening preventivi per l’ipertensione.