Addio al campione indimenticabile Johan Neeskens: scompare il calciatore a 74 anni. Ripercorri la sua carriera.
Il mondo del calcio è in lutto per la scomparsa di Johan Neeskens, uno dei più grandi centrocampisti della storia del calcio, morto a 73 anni il 7 ottobre 2024. Neeskens, simbolo dell’Ajax degli anni ’70 e della nazionale olandese di quel decennio, era noto per il suo stile di gioco dinamico, l’instancabile resistenza e la capacità di combinare qualità tecniche con uno spirito combattivo.
La Federcalcio olandese ha dato l’annuncio ufficiale, specificando che Neeskens si trovava in Algeria per il progetto “WorldCoaches“, un’iniziativa che promuove l’educazione calcistica a livello globale. L’ex campione, infatti, non aveva mai abbandonato il suo legame con il calcio, rimanendo attivo sia come allenatore che come ambasciatore dello sport anche dopo il ritiro dai campi.
Johan Neeskens nasce il 15 settembre 1951 a Heemstede, nei Paesi Bassi, e fin dall’inizio della sua carriera dimostra un grande talento calcistico. La sua ascesa alla notorietà si concretizza nel corso della sua esperienza all’Ajax, dove è diventato uno dei pilastri della squadra che ha dominato il calcio europeo nei primi anni ’70.
Sotto la guida del leggendario Rinus Michels, e al fianco del geniale Johan Cruijff, Neeskens ha contribuito in maniera decisiva alla conquista di tre Coppe dei Campioni consecutive (1971, 1972, 1973), una delle imprese più prestigiose nella storia del calcio europeo. Il suo ruolo di centrocampista, spesso sacrificato a favore della squadra, era essenziale nel gioco dell’Ajax, noto come “calcio totale”. Questa filosofia rivoluzionaria prevedeva un sistema di gioco fluido, in cui i giocatori potevano ricoprire più ruoli e spostarsi continuamente in campo.
Nel 1974, Neeskens segue Cruijff e Michels al Barcellona, dove continua a esprimere il suo talento e contribuisce alla crescita del club catalano come forza del calcio spagnolo e internazionale. La sua carriera, dopo l’esperienza spagnola, prosegue con avventure in Stati Uniti (con i New York Cosmos) e in Svizzera, dove termina la sua carriera da giocatore.
Oltre ai successi a livello di club, Johan Neeskens è stato un elemento cruciale della grande nazionale olandese degli anni ’70, che ha raggiunto due finali mondiali consecutive, nel 1974 e nel 1978. La squadra olandese, soprannominata “l’Arancia Meccanica” per il suo gioco innovativo e spettacolare, non riuscì a vincere il titolo, ma guadagnò l’ammirazione di tutto il mondo per il suo stile rivoluzionario.
Neeskens ha segnato nella finale del Mondiale 1974 contro la Germania Ovest, trasformando un rigore che portò momentaneamente in vantaggio l’Olanda. Tuttavia, la partita si concluse con la vittoria dei tedeschi. Anche nel 1978, in Argentina, la nazionale olandese si arrese nella finale, questa volta contro i padroni di casa. Nonostante le sconfitte, Neeskens rimase uno dei protagonisti indiscussi di quella generazione di fenomeni.
Dopo il ritiro dal calcio giocato, Johan Neeskens ha intrapreso la carriera di allenatore, iniziando come assistente in nazionale. Ha lavorato come vice allenatore della squadra olandese sotto la guida di Guus Hiddink e Frank Rijkaard, e successivamente ha collaborato con Rijkaard in esperienze internazionali, come in Australia e al Barcellona.
Neeskens ha continuato a dare il suo contributo al calcio anche attraverso progetti come “WorldCoaches”, un’iniziativa della Federcalcio olandese volta a promuovere il calcio come strumento di sviluppo sociale in paesi svantaggiati. Si trovava in Algeria proprio per conto di questo progetto al momento della sua scomparsa.
Johan Neeskens sarà ricordato non solo per le sue qualità tecniche e il suo spirito competitivo, ma anche per la sua umiltà e dedizione al calcio. Nonostante fosse una delle stelle più brillanti del calcio mondiale, Neeskens ha sempre mantenuto un profilo sobrio e si è guadagnato il rispetto di colleghi e avversari grazie al suo impegno e alla sua professionalità.
Neeskens ha incarnato lo spirito del “calcio totale” olandese, una filosofia che ha cambiato per sempre il modo di interpretare il gioco. La sua eredità non si limita ai trofei vinti o ai gol segnati, ma vive nel modo in cui il calcio moderno continua a evolversi seguendo i principi di gioco introdotti dall’Ajax e dall’Olanda degli anni ’70.