L’Egitto è ora libero dalla malaria
L’Egitto raggiunge un traguardo, diventando ufficialmente libero dalla malaria.
Il 20 ottobre 2024, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ufficialmente certificato l’Egitto come malaria-free, segnando un’importante vittoria nella sanità pubblica per un Paese con oltre 100 milioni di abitanti. Questo risultato è frutto di quasi un secolo di impegno da parte del governo e della popolazione egiziana, che hanno lavorato per eradicare una malattia presente nel Paese sin dai tempi antichi. La certificazione dell’OMS attesta che l’Egitto ha interrotto con successo la trasmissione locale della malaria per almeno tre anni consecutivi, dimostrando anche la capacità di prevenire il ritorno della malattia.
Il Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha definito questo traguardo “storico” e ha elogiato la determinazione dell’Egitto nel liberarsi da una malattia che ha afflitto il Paese fin dalle epoche più antiche. Con questa certificazione, l’Egitto diventa il terzo Paese nella regione del Mediterraneo orientale a essere dichiarato libero dalla malaria, dopo gli Emirati Arabi Uniti e il Marocco. A livello globale, sono ora 44 i Paesi che hanno raggiunto questo obiettivo, rappresentando una pietra miliare per la lotta contro una delle malattie più antiche del mondo.
Un lungo viaggio verso l’eliminazione della malaria
L’eliminazione della malaria in Egitto non è stata facile. La presenza della malattia è documentata nel Paese fin dal 4000 a.C., con tracce di infezione rilevate persino nei resti di mummie come quella del faraone Tutankhamon. Nel corso del XX secolo, le prime iniziative per ridurre il contatto tra umani e zanzare sono cominciate negli anni ’20, con la proibizione della coltivazione di riso e altre colture vicino alle abitazioni. L’intensificazione delle misure sanitarie è arrivata negli anni ’30, quando la malaria è stata designata come malattia notificabile e l’Egitto ha aperto la sua prima stazione di controllo, focalizzata su diagnosi, trattamento e sorveglianza.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i casi di malaria sono saliti a oltre 3 milioni, aggravati dal dislocamento della popolazione e dall’interruzione delle forniture mediche. Nonostante ciò, grazie alla creazione di 16 divisioni sanitarie e al reclutamento di oltre 4000 operatori sanitari, l’Egitto ha progressivamente ripreso il controllo della situazione.
Nel 1969, la costruzione della Diga di Assuan ha creato nuove sfide per la salute pubblica, poiché le acque stagnanti fornite dal bacino della diga rappresentavano un terreno fertile per le zanzare vettori della malaria. Di fronte a questa minaccia, l’Egitto, in collaborazione con il Sudan, ha lanciato un progetto rigoroso di controllo vettoriale e sorveglianza sanitaria per monitorare e rispondere rapidamente alle epidemie.
Controllo e prevenzione: la chiave del successo egiziano
Il successo dell’Egitto nella lotta contro la malaria è stato reso possibile non solo dalle rigorose misure di controllo sanitario, ma anche dall’impegno del governo nel garantire che la malattia rimanesse sotto controllo negli anni successivi. Entro il 2001, la malaria era ormai sotto controllo nel Paese, e il Ministero della Salute e della Popolazione ha concentrato i suoi sforzi sulla prevenzione della sua reintroduzione. Un esempio concreto di questo impegno è stato il rapido contenimento di un piccolo focolaio di malaria nel Governatorato di Assuan nel 2014, grazie alla diagnosi tempestiva, al trattamento rapido, al controllo dei vettori e alla sensibilizzazione della popolazione.
Un elemento importante della strategia egiziana è stato l’offerta di diagnosi e trattamento gratuiti a tutta la popolazione, indipendentemente dallo status legale, e l’addestramento capillare degli operatori sanitari su tutto il territorio nazionale. Inoltre, il forte partenariato dell’Egitto con i Paesi vicini, in particolare con il Sudan, ha giocato un ruolo essenziale nel prevenire la reintroduzione della trasmissione locale della malaria, garantendo controlli sanitari accurati lungo i confini e una collaborazione transnazionale efficace.
Un futuro libero dalla malaria, ma vigilante
Sebbene la certificazione dell’Egitto come Paese libero dalla malaria rappresenti un traguardo notevole, il governo e le autorità sanitarie riconoscono che questo è solo l’inizio di una nuova fase. Come sottolineato dal Vice Primo Ministro egiziano, Khaled Abdel Ghaffar, il mantenimento dello status di malaria-free richiede un impegno costante nella sorveglianza, nel controllo vettoriale e nella gestione dei casi importati. L’attenzione al miglioramento del sistema sanitario e alla cooperazione con altri Paesi della regione continuerà a essere una priorità per garantire che la malaria non riemerga in Egitto. Con le giuste risorse e strumenti, è possibile eliminare una malattia che ha devastato le civiltà per millenni.