Sinisa Mihajlovic, portato via all’età di 53 anni da una leucemia mieloide acuta, è stato un simbolo del calcio non solo italiano, ma internazionale. Ex allenatore e calciatore che grazie alla sua generosità, passione ed amore per il calcio lascia un segno nel cuore di tanti.
Sinisa Mihajlovic nasce a Vukovar in Serbia nel 1969 dove inizia sin dai primi anni di vita a coltivare la propria passione per il calcio, vincendo i primi scudetti e campionati.
Il 1992 è l’anno dell’arrivo in Italia, l’anno che segnerà per sempre la sua vita. Nel 1994, infatti, la sua “avventura” con la Sampdoria, seguita dal passaggio all’altra squadra della capitale, la Lazio. Non si ferma qui, conclude la sua carriera da calciatore nell’Inter ricoprendo il ruolo da difensore. Scudetti, Supercoppe e Coppe Italiane, Supercoppa Uefa conquistate sono state la ricompensa di tutta la passione, dedizione che metteva sempre in campo.
Negli anni successivi, il campo rimarrà sempre la sua seconda casa, ma indosserà le vesti di allenatore sulle panchine di: Bologna, Catania, Fiorentina,Nazionale della Serbia, Milan, Torino e di nuovo Bologna. Nel 2019 scopre di aver contratto una forma acuta di leucemia ed inizia la sua “partita” più importante contro questa malattia. Proprio quando sembra essere vinta, nel 2022 torna più forte di prima ed ottiene “la meglio” su Sinisa Mihajlovic. Che cos’è e come si manifesta questa malattia?
Il midollo osseo è un tessuto spugnoso ricco di nutrienti che riscontriamo nei canali interni delle ossa lunghe e nella parte centrale delle ossa piatte. Questo tessuto svolge un ruolo molto importante: produce globuli rossi, globuli bianche e piastrine; produce, dunque, tutte le cellule del sangue che, una volta prodotte, hanno il compito di sostituire le cellule che hanno completato il loro ciclo vitale.
In particolare, il processo di produzione delle cellule da parte del midollo osseo è noto con il nome di emopoiesi e non è altro che la trasformazione di cellule staminali pluripotenti (originate dal midollo e non ancora differenziate) nelle diverse cellule del sangue.
La leucemia Mieloide Acuta (LMA) è una malattia a carico del midollo osseo caratterizzata da una rapida progressione, motivo per il quale si attribuisce il termine “acuta”. Più precisamente, se durante il percorso che porta le cellule staminali a diventare cellule “adulte” e a differenziarsi subentrano mutazioni ed errori ed i precursori dei globuli bianchi subiscono una trasformazione in senso tumorale, si origina la Leucemia Mieloide Acuta. Le LMA vengono distinte in relazione alle loro caratteristiche citogenetiche e molecolari in:
Protagonista di numerosi studi, nella Leucemia Mieloide Acuta possiamo parlare di alcuni fattori di rischio che sembrano aumentare la probabilità di insorgenza. Tra questi ci sono fattori di rischio modificabili come:
Come per altre malattie, però, ci sono altri fattori non modificabili come:
Non sottovalutare i sintomi vuol dire effettuare una precoce diagnosi. Nella maggior parte dei casi, i sintomi si manifestano precocemente, ma molti di questi (stanchezza, sudorazione notturna e febbre) non sembrano inizialmente destare preoccupazione. Precocemente, però, questi sintomi sono seguiti da:
Nei casi più gravi, ovvero, quando la malattia si è diffusa in altri organi si osserva dopo esami specifici:
A seguito di un’attenta analisi dei sintomi riportati dal paziente, il medico procederà con esami specifici. Il prelievo sanguigno per quanto banale può aiutare a valutare il numero e la forma delle cellule questo perché nelle persone affette da LMA la leucemia causa:
Quando il sospetto ricade sulla Leucemia Mieloide Acuta, l’agoaspirato, cioè un prelievo di midollo osseo permette di tipizzare la leucemia. Esami come raggi X, ecografia e risonanza magnetica vengono utilizzati maggiormente per capire il grado di diffusione della malattia, ovvero se c’è stato o meno il coinvolgimento di altri organi.
Individuare e tipizzare la malattia nel più breve tempo possibile permette di scegliere il corretto trattamento per cercare di debellarla. I malati di LMA vengono quasi sempre trattati inizialmente con la chemioterapia seguendo una logica ben precisa:
Valutati i risultati ottenuti con la chemioterapia, in alcuni casi a seguito di diverse valutazioni si procede con un trapianto di cellule staminali ematopoietiche deputate alla produzione di nuove cellule del sangue. Il trapianto può essere:
Il vantaggio del trapianto sta nella somministrazione della chemioterapia; si possono effettuare dosi più elevate aumentando così la probabilità di eliminare più cellule tumorali A queste tipologie di trattamento spesso si affiancano terapie di supporto (che risultano essere terapie primarie negli anziani) come trasfusioni di globuli o trattamenti con antibiotici per limitare emorragie, infezioni e contrastare l’anemia.
Dal 2017, inoltre, dopo numerosi studi sono stati approvati altri farmaci molto validi nel trattamento della leucemia: inibitori tirosin-chinasici e anticorpi monoclonali che si è visto incidere in maniera positiva sulla prognosi.