Le leucodistrofie sono un gruppo di malattie ereditarie che colpiscono il sistema nervoso. Se ne distinguono diversi tipi e per nessun tipo di leucodistrofia esiste una cura. Però, una speranza giunge dalla Fondazione Telethon e l’Ospedale San Raffaele di Milano. Infatti, la Commissione europea ha appena approvato (senza restrizioni, ovvero full approval) un farmaco, in grado di combattere un tipo particolare di leucodistrofia, quella metacromatica. Libmeldy: è questo il nome del farmaco, messo a punto presso l’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) di Milano e prodotto dalla Orchard Therapeutics.
Le leucodistrofie rappresentano un gruppo di malattie ereditarie. Le più frequenti sono:
Il farmaco realizzato da Fondazione Telethon, IRCCS Ospedale San Raffaele e l’azienda biotech Orchard Therapeutics è specifico per la leucodistrofia metacromatica, cioè una grave malattia metabolica di origine genetica. Si stima colpisca 1 bambino ogni 100 mila. È causata da mutazioni in un gene, arilsulfatasi-A (ASA o ARSA), che portano all’accumulo di particolari sostanze, i solfatidi, nel cervello e in altre parti dell’organismo, tra cui fegato, reni, cistifellea, milza.
Nelle forme più gravi, che sono, purtroppo, le più comuni, i bambini perdono rapidamente la capacità di camminare, parlare e interagire con il mondo circostante. La maggior parte di loro muore in età infantile. La forma infantile tardiva si manifesta inizialmente con difficoltà nel camminare, perdita delle capacità motorie acquisite. Invece, le forme giovanili si manifestano con disturbi comportamentali e deficit cognitivi. Entrambe le forme portano a un rapido deterioramento delle funzioni motorie e neurocognitive. Le forme a esordio tardivo sono caratterizzate da un’evoluzione più lenta e determinano disturbi psichiatrici e deterioramento delle funzioni cognitive.
Gli studi sulla leucodistrofia vanno avanti ormai da anni, ma nessuno, ad oggi, era riuscito a trovare un farmaco efficace che potesse contrastare la malattia. Le cure riservate ai pazienti affetti da leucodistrofia erano solamente di supporto e/o sintomatiche, poiché non esisteva un farmaco specifico. La Fondazione Telethon, in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele di Milano, già nel 1990 aveva deciso di approfondire la terapia genica, per la cura di malattie fino ad allora incurabili, come l’ AIDS o la leucodistrofia, patologie per le quali non vi era né una cura né un farmaco specifico. Gli studi sulla terapia genica, destinati alla cura della leucodistrofia, sono iniziati, invece, poco più di 15 anni fa, per poi giungere alla realizzazione del farmaco.
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L’obiettivo della terapia genica è quello di fornire all’organismo una copia corretta del gene difettoso o un altro gene che possa compensarne il malfunzionamento. In questo modo, la patologia viene trattata direttamente nelle cellule del paziente. Per inserire il gene terapeutico nelle cellule del paziente, in genere, si utilizzano i cosiddetti vettori virali. Questi ultimi sono virus privati del loro contenuto e resi innocui, dunque trasformati in trasportatori del materiale genetico terapeutico. La terapia genica fu utilizzata anche nel caso dell’AIDS. Infatti, l’HIV, virus responsabile della patologia, venne addomesticato e reso strumento di cura proprio all’SR-Tiget.
Libmeldy è una terapia genica, somministrata attraverso un’unica infusione. Il trattamento prevede il prelievo delle cellule staminali ematopoietiche del paziente, ovvero quelle staminali che originano tutti gli elementi del sangue. In seguito, le cellule vengono corrette con un vettore lentivirale, derivato cioè da una versione modificata e innocua del virus. Procedendo in questo modo, sarà possibile inserire nel patrimonio genetico del paziente più copie funzionanti del gene ARSA (la mutazione specifica della leucodistrofia). Le cellule geneticamente modificate vengono, poi, reinfuse nel paziente. La loro capacità di superare la barriera emato-encefalica, giungere al cervello ed esprimere livelli di enzima funzionante superiori al normale consente di correggere la disfunzione all’origine della malattia. Ciò avviene grazie a un singolo trattamento. Le altre cellule cerebrali che contengono ancora la mutazione nel gene ARSA provvedono all’assorbimento dell’enzima prodotto in sovrannumero dalle cellule ingegnerizzate.
La leucodistrofia metacromatica può presentarsi in diverse forme, classificabili in base all’età di insorgenza. Libmeldy è indicata per i bambini con le forme tardo-infantile o giovanile-precoce che ancora non abbiano manifestato i segni clinici della malattia e per quelli con la forma giovanile precoce che, pur presentando le prime manifestazioni cliniche della malattia, abbiano ancora funzioni motorie e non abbiano ancora presentato un declino delle capacità cognitive. Bobby Gaspar, amministratore delegato di Orchard, si è così espresso: “L’approvazione di Libmeldy apre nuove possibilità per i bambini affetti da leucodistrofia metacromatica per cui il farmaco è indicato e per i quali fino a oggi non c’era alcuna opzione disponibile”.