Home / Primo Piano / L’IA ci ha aiutati a capire i meccanismi alla base della fecondazione

L’IA ci ha aiutati a capire i meccanismi alla base della fecondazione

Illustrazione di una fecondazione (Pixabay)

Illustrazione di una fecondazione (Pixabay FOTO) - www.biomedicalcue.it

L’intelligenza artificiale è uno strumento potentissimo che ci può aiutare anche in campi quali la medicina e non solo!

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il campo della fecondazione in vitro, offrendo nuove opportunità per aiutare le coppie a realizzare il loro sogno di avere un figlio. L’AI può analizzare i dati medici e identificare i migliori candidati per la fecondazione in vitro (FIV), aiutando gli embriologi a selezionare gli embrioni più sani e a prevedere la probabilità di successo dell’impianto.

Ad esempio, l’AI può essere utilizzata per analizzare le immagini degli embrioni e identificare quelli con un alto potenziale di impianto. Questo può aiutare a ridurre il numero di embrioni trasferiti nell’utero, diminuendo il rischio di gravidanze multiple. L’AI può anche essere utilizzata per monitorare lo sviluppo degli embrioni in tempo reale, fornendo agli embriologi informazioni preziose per prendere decisioni più accurate.

Inoltre, l’AI può aiutare a migliorare l’efficacia dei trattamenti di FIV. Ad esempio, può essere utilizzata per prevedere la risposta di una donna alla stimolazione ovarica, permettendo ai medici di adattare il trattamento per ottenere i migliori risultati possibili.

La rivoluzione di AlphaFold 

La fecondazione, quel momento in cui uno spermatozoo “incontra” un ovulo, è un processo complesso e affascinante. Per decenni, i ricercatori hanno cercato di svelare i meccanismi che regolano questo processo, ma le interazioni proteiche deboli e fugaci che lo governano hanno reso la ricerca particolarmente ardua. L’arrivo di AlphaFold, un programma di intelligenza artificiale sviluppato da DeepMind, ha cambiato le regole del gioco. AlphaFold è in grado di prevedere la struttura tridimensionale delle proteine, fornendo una mappa dettagliata delle loro forme e interazioni. Questo ha permesso ai ricercatori di identificare nuove molecole coinvolte nel processo di fecondazione, aprendo nuove strade per la comprensione di questo evento cruciale.

Nel 2024, i creatori di AlphaFold hanno ricevuto il premio Nobel per la Chimica, un riconoscimento meritato per il loro contributo innovativo alla scienza. Un team di ricerca dell’Istituto di Ricerca per la Patologia Molecolare di Vienna, guidato dal dottor Andrea Pauli, ha utilizzato AlphaFold per studiare il processo di fecondazione nel pesce zebra, un modello animale comunemente utilizzato nella ricerca biomedica. Grazie a questa tecnologia, il team ha identificato una nuova proteina coinvolta nella fecondazione, aprendo la strada a nuove ricerche e potenziali applicazioni mediche. I risultati dello studio, pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “Cell”, suggeriscono che AlphaFold potrebbe essere uno strumento prezioso per lo sviluppo di nuovi trattamenti per l’infertilità e la medicina riproduttiva.

Illustrazione della proteina Q8I3H7, che può proteggere dalla malaria (Alphafold)
Illustrazione della proteina Q8I3H7, che può proteggere dalla malaria (Alphafold FOTO) – www.biomedicalcue.it

Le scoperte e i limiti dell’AI

Il pesce zebra, con la sua trasparenza e il suo sviluppo rapido, è un modello ideale per studiare la fecondazione. Grazie a questo modello, il team di ricerca ha scoperto una terza proteina sulla membrana degli spermatozoi, oltre alle due già note. Queste tre proteine lavorano in sinergia, formando un sito di legame che consente allo spermatozoo di riconoscere e legarsi all’ovulo.

Questa scoperta è un passo avanti significativo nella comprensione del processo di fecondazione, ma ci sono ancora molti misteri da svelare. Il dottor Pauli, con entusiasmo, ha sottolineato l’importanza di tecniche avanzate come l’intelligenza artificiale per svelare i segreti della fecondazione. La strada verso la comprensione completa di questo processo è ancora lunga, ma grazie a strumenti come AlphaFold, la ricerca sta avanzando a passi da gigante.