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Lo stress prenatale influenza il neonato: gli effetti variano tra maschi e femmine a seconda del trimestre

Donna incinta stressata

Lo stress prenatale influenza il neonato (Canva foto) - www.biomedicalcue.it

Lo stress prenatale è noto per influenzare la salute dei bambini. Ma uno studio svela molto di più: ecco cosa viene fuori!

Ma un nuovo studio della Michigan State University e della University of Michigan, pubblicato su Psychoneuroendocrinology, ha scoperto che i suoi effetti variano tra maschi e femmine a seconda del periodo della gravidanza in cui si verifica.

I ricercatori hanno monitorato 396 donne in gravidanza a rischio di stress elevato, a causa di basso reddito o esposizione alla violenza domestica.

Hanno raccolto dati settimanali dallo stress materno tra la 15ª e la 41ª settimana di gravidanza, un periodo più lungo rispetto agli studi precedenti.

A sei mesi dalla nascita, i livelli di cortisolo nei neonati sono stati analizzati prima e dopo un compito stressante in laboratorio. Inoltre, le madri hanno riferito informazioni sul temperamento dei loro figli, permettendo di valutare la loro reattività allo stress.

Differenze tra maschi e femmine

I risultati hanno mostrato che lo stress materno a metà gravidanza colpisce soprattutto le femmine, influenzando il loro asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e il temperamento. Nei maschi, invece, gli effetti dello stress emergono nelle ultime settimane di gestazione, una scoperta resa possibile dal prolungamento dello studio fino alla 41ª settimana.

Questa distinzione temporale è fondamentale, poiché precedenti ricerche si fermavano alla 32ª-34ª settimana, escludendo quindi un periodo critico per lo sviluppo dei bambini maschi. Questo suggerisce che la vulnerabilità agli effetti dello stress varia non solo in base al genere, ma anche al momento della gravidanza in cui si verifica.

Donna incinta stressata
Lo stress prenatale influenza il neonato (Canva foto) – www.biomedicalcue.it

Conseguenze per lo sviluppo infantile

Questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni cliniche, aiutando medici e ricercatori a sviluppare strategie di prevenzione per ridurre gli effetti negativi dello stress prenatale sulla salute mentale e sullo sviluppo emotivo dei bambini. Lo studio continuerà a monitorare i partecipanti fino all’età di 4 anni, con nuove valutazioni a 2,5 anni e 4 anni, per capire se questi effetti persistano nel tempo e come possano influenzare la crescita dei bambini. Grazie a queste scoperte, sarà possibile affinare gli interventi per le donne in gravidanza, fornendo supporto mirato a seconda della fase gestazionale e del sesso del bambino, migliorando così la salute delle future generazioni.

Inoltre, lo studio ha rivelato che la reattività allo stress nei neonati non dipende solo dall’intensità dello stress materno, ma anche dal momento specifico in cui questo si verifica durante la gravidanza. Questo suggerisce che il cervello fetale si sviluppa in modo diverso nei due sessi e risponde in maniera distinta agli stimoli ambientali. Un altro aspetto importante riguarda le implicazioni a lungo termine: se gli effetti dello stress prenatale persistono oltre i primi mesi di vita, potrebbero influenzare lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino. Per questo motivo, la ricerca proseguirà con nuove valutazioni fino ai 4 anni di età.