L’esposizione prolungata a fonti di luce può creare problemi a chiunque, ma una ricerca ha messo nero su bianco il rapporto tra esposizione di luce artificiale e Alzheimer
I disturbi del sonno sono sempre più diffusi nelle aree urbane, dove vari fattori esterni possono interferire con il naturale ciclo sonno-veglia, il ritmo circadiano. L’alternanza sonno-veglia coordina molte funzioni biologiche quotidiane del nostro corpo.
Le città brillano di luci che rendono la notte quasi indistinguibile dal giorno. Purtroppo la luce incide sul sonno. Il rischio di incorrere in vari problemi di salute aumenta, soprattutto per disturbi metabolici, malattie cardiache e degenerative.’
L’aumento dell’inquinamento luminoso – cioè della luce nelle grandi città – ha sollevato preoccupazioni crescenti sul suo impatto sulla salute umana. L’esposizione costante alla luce artificiale può ridurre la produzione di melatonina, l’ormone che induce il sonno. Così ci si sente stanchi e si hanno problemi più seri nel lungo termine.
Le conseguenze si sentono sul metabolismo e sul sistema immunitario, oltre a generare disturbi prolungati con effetti a catena. Alcuni studi hanno suggerito che tali disturbi possano contribuire all’insorgenza di malattie croniche, creando un legame preoccupante tra inquinamento luminoso e salute mentale.
Uno studio su Neuroscience ha evidenziato un potenziale collegamento tra l’esposizione alla luce artificiale notturna e un aumento del morbo di Alzheimer. I ricercatori hanno scoperto che le regioni degli Stati Uniti con livelli più elevati di inquinamento luminoso presentavano tassi più alti di questa malattia neurodegenerativa. La ricerca ha preso in considerazione diversi fattori di rischio noti, evidenziando così un rapporto tra malattia e inquinamento luminoso.
Questa connessione solleva preoccupazioni, soprattutto considerando che il morbo di Alzheimer è una delle principali cause di declino cognitivo nel mondo. L’esposizione alla luce artificiale durante la notte interrompe il ritmo circadiano e, come risultato, potrebbe accelerare il processo neurodegenerativo in alcune persone. I risultati sono particolarmente rilevanti nelle città, dove l’inquinamento luminoso è più intenso.
Lo studio ha rilevato che l’esposizione alla luce artificiale notturna non solo aumenta il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer, ma sembra avere un impatto maggiore nelle fasce d’età più giovani. Sebbene questa malattia sia comunemente associata agli anziani, i dati hanno mostrato che individui sotto i 65 anni potrebbero essere particolarmente sensibili agli effetti dell’inquinamento luminoso.
La ricerca ha mostrato che i disturbi del sonno, un noto fattore di rischio per l’Alzheimer, potrebbero essere amplificati dall’esposizione alla luce notturna. La luce artificiale, oltre a togliere lo spettacolo del cielo notturno, rischia di danneggiare i nervi di persone particolarmente sensibili, creando così delle reazioni a catena da non sottovalutare.