Malattie del sangue, c’è un’alternativa al trapianto di midollo osseo? Una recente ricerca potrebbe dare una risposta a questa domanda.
Al momento ci sono ancora tantissime malattie la cui cura deriva da un trapianto. Questo comporta tutta una serie di problemi, primo tra tutti l’attesa per un donatore. Infatti, prima che possa arrivare un organo vitale spesso è necessario che qualcun altro muoia e che l’organo sia compatibile con il ricevente per evitare il rischio di rigetto.
In più, è importante sapere che il trapianto resta un’operazione con dei rischi anche quando il donatore è vivo. Infatti, è un intervento chirurgico che non è esente da un minimo rischio di infezione durante il processo, nonostante tutte le precauzioni del caso.
Per questo si effettua un decorso post operatorio, che viene seguito da medici esperti e specialisti, in grado di rispondere con terapie adeguate in caso di problemi. Le malattie del sangue rientrano proprio in questa casistica.
Chi ha questa patologie deve seguire delle terapie, ma a oggi solo un trapianto di midollo è in grado di rispondere in modo efficace nei casi più gravi. Una recente ricerca applicata a dei capelli potrebbe cambiare le cose nel prossimo futuro. Ecco come!
Un recente studio condotto sulle cellule staminali presenti nel capello potrà consentire in futuro di evitare il trapianto di midollo osseo. La ricerca è stata pubblicata in un articolo su Nature e consente di ottenere delle cellule staminali direttamente dai capelli della persona che soffre di una malattia del sangue. In questo modo si evitano tutte le complicazioni legate a un trapianto come l’attesa di un donatore, il rischio di rigetto e le complicazioni legate al decorso post operatorio.
I ricercatori sono fiduciosi che questo sistema si possa applicare anche oltre alla cura per le malattie legate al sangue, dando una terapia personalizzata a chiunque. Parliamo di una sorta di farmacia personale, legata alle cellule staminali di ognuno. Infatti, una volta inserite dove serve, le cellule si specializzano, risolvendo così i problemi alla base di queste malattie senza utilizzo di agenti esterni. La sperimentazione clinica avverrà da qui a 5 anni.
Le malattie del sangue danno i primi segnali d’allarme con dei sintomi più o meno gravi. Svenimenti improvvisi o problemi di digestione – con nausea e vomito – possono essere alcuni segnali, accanto alla predisposizione genetica, con la presenza di persone con la stessa malattia in famiglia. Il primo passo da fare è riconoscere questi elementi e rivolgersi al medico di base, che predisporrà un’analisi del sangue e la successiva visita da uno specialista.
L’esperto potrà valutare qual è la terapia da seguire in base alla diagnosi necessaria per capire qual è la malattia nello specifico. In casi gravissimi, però, le cure non bastano ed è necessario un trapianto di midollo osseo, con la presenza di un donatore. Ovviamente i tempi di attesa si allungano e per molti è difficile sostenere il regime delle cure utili solo per un rallentamento dei sintomi. Questa ricerca consente di sperare in una nuova possibilità nel prossimo futuro.