Spinal Mouse è il più evoluto metodo di valutazione della colonna vertebrale – elemento essenziale per mantenere il corpo in posizione ortostatica – ed offre in pochi secondi un’analisi individuale e la visualizzazione della forma e mobilità della spina dorsale.
Spinal mouse ® è un dispositivo che, combinato con un programma per computer, valuta le curvature della colonna vertebrale senza applicare radiazioni nocive | Close-up Engineering
Spinal Mouse rappresenta il più efficace strumento in dotazione utile a fornire informazioni per il recupero posturale, dando risposte personalizzate per ogni individuo, paziente o atleta che sia, contribuendo a migliorarne la forma fisica e la qualità della vita in modo duraturo. Esso è user friendly, portatile, non invasivo, evita l’esposizione ad RX ed ha un ottimo rapporto qualità-prezzo. Spinal Mouse offre un report di valutazione funzionale e posturale non più solo statico, difatti permette la misurazione del movimento della colonna e l’immediato confronto grafico nei diversi piani: eretta/flessione o eretta/estensione. Esso si usa facilmente, basta guidarlo manualmente sulla pelle lungo la colonna vertebrale e connetterlo via wireless al PC in modo tale che attraverso il software in dotazione venga riprodotta sullo schermo la misurazione in tempo reale.
Il dispositivo è guidato manualmente sulla pelle lungo la colonna vertebrale | Close-up Engineering
I dati sono immagazzinati e visualizzati in modo da poter essere confrontati con valori norma, consentendo un’analisi approfondita ed evidenziando eventuali problemi di ipo od iper mobilità.
Il dispositivo è dotato di due rulli inglobati su un supporto mobile che consentono il monitoraggio del contorno spinoso. Il contorno è registrato da tre sensori che in 3D tramite una connessione Bluetooth trasmettono i dati clinicamente rilevanti al programma per l’elaborazione.
Con Spinal Mouse gli angoli segmentali vengono registrati ed evidenziati in grafici funzionali ed immediati. E’ possibile confrontare misure in differenti posture, mediante semplici confronti incrociati sul paziente.
La documentazione di problemi esistenti, l’indicazione di terapie, la soddisfazione dei clienti, i rimborsi assicurativi sono a garanzia dell’efficienza di tale prodotto.
La nanomedicina è l’applicazione medica della nanotecnologia, ossia una branca del campo tecnologico che progetta e realizza dispositivi con dimensioni inferiori al nanometro( cioè un miliardesimo di metro ), come ad esempio strumenti diagnostici e sistemi farmacologici.
Lo scopo dell’utilizzo di dimensioni così ridotte, che si aggirano intorno a 1/80.000 dello spessore di un capello, è che possono interagire a livello fisico con ciò che abbiamo di più piccolo nel nostro organismo: le cellule, le quali possiedono un un diametro che va all’incirca dai 10.000 ai 20.000 nanometri.
Gli scienziati in campo biomedicale lavorano su dimensioni intorno ai 100 nanometri, permettendo così ai propri “prodotti” di entrare nelle cellule e interagire, volendo, anche con il DNA stesso.
Marco Foiani, biologo molecolare. wisesociety.it
Marco Foiani, direttore dell’Istituto FIRC di oncologia molecolare e vicepresidente del Centro europeo di nanomedicina (CEN), spiega che un’applicazione pratica della nanotecnologia potrebbe essere lo sviluppo di nanosensori “capaci di identificare i marcatori biologici di una malattia”, come ad esempio il cancro, ma non solo.
Tuttavia, la vera sfida non risiede nell’idea in sè, quanto nello studio dell’interazione tra la tecnologia in questione e l’ambiente biologico; a dimensioni così ridotte, infatti, le nanoparticelle obbediscono ad una fisica diversa da quella classica, che pertanto deve essere studiata accuratamente nei minimi dettagli, come già sta accadendo.
Inoltre, a dimensioni tali, le nanoparticelle potrebbero essere espulse dall’organismo ancor prima che possano compiere il loro lavoro, rendendo vano l’intero esperimento.
Il cancro
“La malattia oggi può essere riconosciuta, nella maggior parte dei casi, solo quando assume dimensioni macroscopiche ma noi sappiamo che è provocata, ai suoi esordi, da alterazioni molecolari a livello del DNA”
spiega sempre Marco Foiani.
Come già detto, il cancro deriva da alterazioni molecolari nel DNA e la vera svolta avverrebbe nel caso in cui le nanoparticelle potessero penetrare all’interno delle cellule, così da scoprire l’origine di questa alterazione molto prima che si formino ammassi tumorali più o meno consistenti.
A tal proposito, i ricercatori della Wake Forest Baptist Medical Center, nel North Carolina, hanno messo a punto una nuova tecnologia che permette di rilevare la malattia attraverso i suoi biomarcatori in forma di acidi nucleici.
“Immaginiamo questa tecnologia come un punto di partenza fondamentale e una forma di diagnostica non invasiva che possa rilevare qualunque tipo di malattia,dal cancro al virus dell’Ebola”
ha asserito Adam R. Hall, Ph.D., assistente professore di ingegneria biomedica al Wake Forest Baptist e principale autore dello studio.
Gli acidi nucleici sono costituiti da sequenze ben precise di basi e si estendono in catene più o meno lunghe, con un ordine esatto; sono, inoltre, i portatori delle caratteristiche genetiche di ogni individuo.
L’ordine seguito dalle basi dipende strettamente dalle loro funzioni: ciò significa che, studiandolo, è possibile comprendere ciò che sta succedendo all’interno delle cellule e, di conseguenza, dei tessuti stessi.
Per fare un esempio, gli acidi nucleici noti come microRNAs sono costituiti da circa 20 basi, ma il loro diverso ordine nella catena può segnalare la presenza di una vasta gamma di malattie, compreso il cancro.
Lo scopo dello studio è proprio quello di cercare di individuare, attraverso le nanoparticelle, la presenza di una sequenza ben precisa di acidi nucleici che costituisca un possibile “bersaglio”: nel caso sia presente verrebbe percepito un segnale, in caso contrario non si avrebbe nulla.
In un secondo momento, semplicemente contando il numero dei segnali, si può determinare la dimensione del suddetto “bersaglio”.
Nanoparticelle attaccano il cancro. https://taawaciclos.wordpress.com
Lo studio ha dimostrato che questa tecnica può essere effettivamente utilizzata con successo, tanto che è stata testata per identificare il microRNA ( mi-R155 ), conosciuto come identificatore del cancro polmonare negli esseri umani.
D’altro canto la diagnostica non è l’unico ambito in cui si può usufruire delle nanotecnologie: possono essere utilizzate anche nella cura stessa del cancro.
I metodi convenzionali di trattamento mediante radioterapia sono spesso tossici per l’organismo a causa dell’esposizione ad un alto dosaggio di radiazioni, al fine di raggiungere efficacemente la maggior parte degli ammassi tumorali; ciò, tuttavia, causa effetti collaterali anche sulle parti sane dell’organismo.
Con lo sviluppo della nanotecnologia si potrebbe sfruttare un nano dispositivo che non solo funga da veicolo per il medicinale, ma che sia anche in grado di attaccare selettivamente le cellule malate, trascurando quelle sane.
Il concetto di selettività risulta quindi essere davvero importante e fondamentale.
Trattamento del cancro con nanoparticelle. www.slideshare.net
Questo permetterebbe al paziente di essere esposto ad una quantità significativamente minore di radiazioni rispetto a ciò che avviene attualmente, in quanto ne verrebbe utilizzata una quantità necessaria solo ad attivare le nanoparticelle ( precedentemente iniettate direttamente nel tumore), le quali produrrebbero molti più radicali liberi localizzati sulle cellule infette, preservando quelle sane.
Le strategie di prevenzione delle malattie cardiovascolari e metaboliche, che tentano di modificare alcuni fattori fisiopatologici legati alla genesi della malattia, sono gli unici modi per limitare la crescita epidemica delle malattie cardio-metaboliche. I programmi educativi e gli interventi sullo stile di vita, volti a migliorare la consapevolezza dell’individuo, rappresentano strumenti efficaci per ridurre il rischio e l’incidenza di tali malattie.
Sulla base di ciò, la Commissione Europea ha deciso di finanziare il progetto SEMEOTICONS (acronimo di SEMEiotic Oriented Technology for Indivudual’s CariOmetabolic risk self-assessmeNt and Self-monitoring), un consorzio di ricercatori e partner industriali provenienti da 7 diversi Paesi dell’UE. A coordinare il progetto è Sara Colantonio, ricercatrice dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’infomazione del CNR di Pisa. Il progetto svilupperà metodi e strumenti innovativi da integrare in un sistema di autocontrollo in grado di fornire assistenza contro stili di vita inappropriati o pericolosi.
Secondo la semeiotica medica, il volto umano è un prezioso rivelatore di informazioni cruciali sullo stato degli individui. L’idea di SEOMEOTICONS è quella di sfruttare il viso come indicatore di benessere dell’individuo tracciando tratti di stato fisico ed espressivo.
Nasce così Wize Mirror: un innovativo sistema multi-sensore integrato all’interno di una piattaforma hardware che ha l’aspetto di uno specchio. In questo modo, il dispositivo potrà entrare facilmente nelle case degli utenti o in altri luoghi di vita quotidiana (centri fitness e nutrizionali, farmacie, scuole…).
Lo specchio Wize Mirror è un vero e proprio strumento diagnostico. Al suo interno incorpora uno scanner 3D, fotocamere multispettrali, sensori di profondità.
E’ uno specchio a tutti gli effetti –spiega la dottoressa Colantonio- con telecamere e sensori di profondità simili a quelli utilizzati nelle consolle dei videogiochi. L’obiettivo è che ogni persona possa averne uno in casa.
Lo specchio esamina il volto, analizza il tessuto cutaneo, le espressioni facciali e il colorito. Il software di riconoscimento facciale elabora i dati biometrici, morfometrici e colorimetrici e individua marcatori di stress o ansia e i sensori di gas analizzano il respiro dell’utente e la sua composizione, alla ricerca di composti che indichino l’abuso di alcool o fumo.
Gli scanner 3D analizzano la forma del viso per studiare il peso della persona, mentre le telecamere multispettrali stimano i livelli di frequenza cardiaca e di emoglobina.
I dati dei sensori e delle telecamere vengono valutati per cercare segnali di rischio cardio-metabolico, come il colesterolo (dalla pelle) e la presenza di alcune sostanze legate alla glicazione.
Dopo che il software ha analizzato tutti gli elementi, lo specchio calcola un punteggio che indica lo stato di salute e fornisce consigli su come migliorare il proprio stato di benessere.
Gli studi clinici partiranno il prossimo anno in Francia (Lione) e in Italia (Pisa e Milano) con l’obiettivo di confrontare i tradizionali dispositivi diagnostici con Wize Mirror.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Biosystems Engineering.
I primi prototipi –spiega Colantonio- non avranno costi accessibili a tutti, per cui sarà riservato a farmacie, palestre e centri benessere. Ma, quando la produzione aumenterà, il sogno è di farlo entrare nelle case di tutti gli italiani.
Founder di Close-up Engineering e CEO di Vibre, azienda che si occupa di interfacce neurali.
Nel 2020 è stato inserito nella lista di Forbes Italia tra i 100 giovani under 30 più influenti.
AccuVein è un’azienda privata statunitense che sviluppa prodotti in grado di agevolare la visualizzazione del sistema vascolare periferico.
AccuVein – AV400 – visualizza in tempo reale una mappa digitale del sistema vascolare sulla superficie della pelle, consentendo ai medici di verificare la pervietà della vena ed evitare valvole o biforcazioni. Le vene sono mostrate perchè l’emoglobina contenuta nel sangue assorbe di preferenza la luce a raggi infrarossi. In ragione di ciò, il sistema vascolare visualizzato rappresenta il contenuto delle vene e non l’intera vena. Il sistema Accuvein è portatile e leggero, pesa solo 275gr. La venipuntura è una procedura che richiede che entrambe le mani siano libere, quindi AccuVein è dotato all’occorrenza di supporti su ruote o fissi in grado di permettere all’utente di mantenere il dispositivo sopra il corpo del paziente e contemporaneamente avere piena mobilità. Il design permette al dispositivo di essere facilmente ripulito e sterilizzato facilmente. AV400 non richiede calibrazione inquanto allineato in modo permanente. L’utilizzo è reso ancora più facilitato dalla possibilità per AccuVein di ruotare in qualsiasi direzione al di sopra della vena visualizzata, ciò rende AV400 utile su una varietà di tipi di pazienti. L’accuratezza in quando a precisione, fino alla larghezza di un capello umano, permette ad AccuVein di rilevare vene fino a 10 mm di profondità. L’innovazione trova risposta in procedure di venipuntura più efficaci ed in una maggiore soddisfazione da parte dei pazienti, ciò rende chiaro il motivo per cui molte strutture hanno scelto di integrare AccuVein nel loro standard di cura.
Il SISTEMA INCLUDE
Unità AV400 inclusa di batteria
Kit di ricarica
Alimentatore universale e adattatori multinazionali
Il dispositivo AccuVein riduce del 39%il dolore in casi di accesso venoso difficile – DVA- come ad esempio, in pazienti con BMI di oltre 35. L’incremento del successo è passato dal 50% al 96% segnando un importante svolta per tutti coloro che presentano un DVA . In ambito pediatrico il sistema rappresenta una vera e propria rivoluzione. Professionisti medici sanno che la puntura venosa può essere particolarmente difficile in alcuni pazienti. Tra cui:
Gli anziani
Pazienti dalla pelle scura, in cui le vene non sono altamente visibili
Pazienti Obesi, in cui le vene non possono essere visibile o palpabili
I pazienti che hanno molte procedure diagnostiche o terapeutiche per via endovenosa
Ustionati
Pazienti oncologici in chemioterapia
Tossicodipendenti.
accuvein.com
Non si tralasciano a questo punto i vantaggi dal punto di vista economico. Il risparmio sui costi utilizzando AccuVein supera di gran lunga il costo di normali aghi – 100,000 dollari circa per ogni azienda ospedaliera – se un servizio di ricovero dovesse usare AccuVein anche solo una volta a settimana, ci sarebbe un risparmio di costi di circa tre volte e la prevenzione dei rischi di infezione grave sarebbe un ulteriore beneficio significativo. Il dispositivo è utilizzato anche dal punto di vista didattico da parte di futuri medici, infermieri e paramedici durante il loro tirocinio. Dicono di AccuVein:
“Nei miei 29 anni di servizio come un paramedico, questa è una delle poche volte che ho usato uno strumento che migliora il riscontro coi pazienti, riduce il rischio di infezione e permette un risparmio di costi. AccuVein è un vero salvavita. ”
– Paramedico in Birmingham –
“Dov’è? Ne abbiamo bisogno! Altri reparti sono gelosi che abbiamo AccuVein.”
– Children’s Research Hospital, dipartimento di anestesia –
“Il paziente era stupito, francamente, io pure!”
– Direttore Medico di Vein Clinic –
AccuVein ci dimostra nuovamente come ricerca e tecnologia siano un connubio perfetto ed efficiente mirato alla salvaguardia ed al benessere di ognuno di noi.
Un’alternativa ai FELs affidabile, economica e di larga scala per un’importante applicazione nell’ambito della biomedicina: la neurochirurgia microinvasiva