Melanoma: mappe spaziali e nuove frontiere
Il melanoma è un cancro un po’ insolito: fiorisce davanti ai nostri occhi, spesso sulla pelle esposta al sole, e può diventare mortale. Fortunatamente, se diagnosticato precocemente, il melanoma può spesso essere curato con un semplice intervento chirurgico. Ci sono dei trattamenti promettenti per i casi avanzati, comprese le immunoterapie che innescano il sistema immunitario di un paziente a combattere il cancro.
Tuttavia, sono ancora molti gli aspetti sconosciuti del melanoma, compresi i dettagli su come si sviluppa nelle prime fasi e su come identificare e trattare al meglio i primi casi più pericolosi. Le mappe spaziali del melanoma ci rivelano come questa tipologia di cancro si evolve aiutandoci a combatterlo.
Melanoma: cos’è?
Il melanoma è un tumore, spesso aggressivo, che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle. La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo ed è costituita da tre strati: l’epidermide, il derma e il tessuto sottocutaneo.
I melanociti fanno parte, insieme ai cheratinociti, dell’epidermide e hanno il compito di produrre un pigmento, la melanina. Questa ha il compito di proteggere la pelle dai danni procurati dai raggi solari. Normalmente i melanociti possono formare degli agglomerati scuri visibili sulla superficie della pelle e noti come nei.
Che cos’è una mappa spaziale
Nell’ultimo periodo la ricerca sul melanoma si è concentrata su due aree di ricerca:
- sequenziamento del DNA dei campioni tumorali precoci per comprendere i cambiamenti genetici che si verificano quando sorge questo particolare cancro;
- sequenziamento dell’RNA unicellulare delle immediate vicinanze del tumore, ossia del microambiente tumorale, per profilare i tipi di cellule presenti.
I ricercatori non sanno come le cellule tumorali e le cellule vicine siano fisicamente disposte nello spazio e come queste cellule a livello molecolare con lo svilupparsi del melanoma. Un recente studio evidenzia il potenziale della tecnologia appena citata per quantificare le interazioni spaziali all’interno del microambiente tumorale e porta a comprendere le risposte delle terapie immunitarie.
Utilizzo delle mappe spaziali contro i melanomi
Le mappature spaziali del melanoma in fase iniziale ed avanzata vengono utilizzate al fine di identificare e monitorare le disuguaglianze nella diagnosi precoce. Le complesse interazioni tra tumore, stroma (porzione di tessuto che forma l’impalcatura di sostegno di un organo) e sistema immunitario sono fondamentali per lo sviluppo del cancro.
Il melanoma cutaneo è caratterizzato da un elevato carico di mutazione e questo rende difficile la sua comprensione. I ricercatori però hanno combinato diversi metodi spettrometrici di massa e sono riusciti ad indagare specifici marcatori e sezioni di melanoma e a comprendere nuove informazioni sulla distribuzione spaziale nelle sezioni tissutali.
Nuove frontiere sul trattamento del melanoma
La chirurgia è il trattamento standard per il melanoma in fase iniziale e può essere utilizzata come parte della terapia per le malattie più avanzate. I ricercatori si stanno concentrando sullo sviluppo di trattamenti che mirano a mutazioni specifiche nelle cellule di melanoma o che sfruttano il sistema immunitario del corpo per attaccare il melanoma stesso.
Quello che è certo è che: una migliore conoscenza del microambiente tumorale e immunitario, mediante mappatura spaziale, può aiutare a determinare i biomarcatori per un’immunoterapia più efficace. Entrambi questi approcci attualmente hanno portato a notevoli miglioramenti nella sopravvivenza per i pazienti con melanoma avanzato. I ricercatori stanno continuando ad esplorare modalità per rendere questi trattamenti più efficaci per più pazienti. In questo senso, i ricercatori della Harvard Medical School (HMS) stanno costruendo un atlante di mappe spaziali di melanomi che sarà liberamente disponibile per la comunità scientifica.
Articolo a cura di Maddalena Ranzato