Attualmente un tema molto sentito sulla salute umana è l’inquinamento da plastica; ciò perché questa è sempre più presente nello scenario quotidiano e sembra che causi gravi problematiche correlate. Le microplastiche, piccoli frammenti della plastica, si trovano in tutto il mondo e creano preoccupazione poiché sono presenti in quantità consistenti in diverse parti del corpo umano. Molti team di ricerca stanno cercando di analizzare quali sono i rischi per la salute associati all’ingestione e all’inalazione di questo materiale sintetico; gli studi offrono qualche motivo di preoccupazione, ma dimostrano anche che c’è ancora molto da imparare al riguardo.
Le microplastiche sono piccoli pezzi di plastica con dimensioni inferiori a 5 mm, si possono trovare nell’ambiente in due diverse forme:
Tra gli effetti tossici analizzati dai team di ricerca troviamo: morte cellulare, impatti sulle membrane cellulari, stress ossidativo e caratteristiche simili alle reazioni allergiche. Le ricerche dimostrano che ingeriamo microplastiche a tali livelli per cui potrebbero presentarsi effetti nocivi sulle cellule. Questa non è una buona notizia, ma presenta una considerazione da fare: a volte ciò che accade negli esperimenti di laboratorio e ciò che accade per certo nel corpo umano non corrispondono. Le ricerche in vitro presentano delle limitazioni: l’uomo è esposto regolarmente alle microplastiche, ma non si conosce esattamente come si comportino queste all’interno del corpo. Un esempio è che non si sa con certezza quante microplastiche attraversano l’organismo e vengono espulse e quante, invece, attraversano la barriera dell’apparato gastrointestinale e si fanno strada nel corpo.
La ricerca in vivo sui roditori mostra come le microplastiche possono infiltrarsi nella barriera emato-encefalica dei topi indicando potenziali effetti tossici sul cervello dei mammiferi. La questione di come si comportano le microplastiche nel corpo umano, e quindi dei rischi per la salute a cui portano, è una grande incognita. In questo caso la limitazione della ricerca è nelle differenze dei tipi di plastica utilizzati negli esperimenti e in quelli che si trovano effettivamente nell’ambiente.
Finchè gli studi offrono un quadro più chiaro sulle microplastiche che inquinano l’ambiente, gli scienziati studiano gli impatti sulla salute umana con più certezza. Recentemente si sono ottenute nuove informazioni sulle concentrazioni di microplastiche a cui l’uomo è esposto durante la vita. Mentre la ricerca sulla potenziale tossicità delle particelle di plastica è nelle sue prime fasi, le sostanze chimiche presenti sono note e correlate a possibili problematiche relativi a questa tipologia di materiali. Un esempio di questo sono i plastificanti che vengono aggiunti alle materie plastiche per renderle durevoli e flessibili; le sostanze di questa tipologia sono collegate ad effetti negativi sulla salute negli esseri umani come dimostrato nelle ricerche recenti, ad esempio: danni allarmanti alle cellule cerebrali, elevato rischio di un aumento di colesterolo e malattie cardiache.
Le scoperte effettuate fino ad ora consentono una base importante per un’indagine più approfondita. Per accertare veramente i rischi sono necessari ulteriori studi per comprendere i veri gradi di esposizione in media per una persona nell’arco della vita e, quindi, determinare quali livelli sono tossici e quali sono sicuri. Da lì, si potranno cercare delle soluzioni per mitigare il rischio di contrarre problematiche collegate all’esposizione con questo materiale. Per molti ricercatori il modo migliore per prevenire il rischio è affrontarlo alla fonte riducendo il consumo e la produzione di plastica.