Mihajlovic e il rischio di ricomparsa della leucemia
In mattinata Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna ed ex allenatore del Milan, aveva convocato una conferenza stampa dell’ultimo minuto. Il suo discorso è stato chiaro e conciso: “Come sempre gioco a viso aperto e non mi nascondo”, ha dichiarato ai microfoni. Dopo aver ripercorso la storia della sua malattia, una leucemia mieloide acuta, che parte dalla prima diagnosi avvenuta nel 2019, Mihajlovic ha dichiarato che dalle ultime analisi svolte sono comparsi “dei campanelli di allarme”. Per questo motivo a partire dalla settimana prossima Mihajlovic sarà ricoverato al Sant’Orsola di Bologna nel programma dipartimentale terapie cellulari avanzate diretto dalla dottoressa Francesca Bonifazi. Qui svolgerà un percorso terapeutico su cui non ha fornito ulteriori dettagli. “Spero che i tempi siano brevi, ma dovrò saltare alcune partite” ha spiegato nel corso della conferenza.
La malattia di Mihajlovic: leucemia mieloide acuta
La leucemia è un tumore del sangue. Esso è causato da un’incontrollata proliferazione delle cellule staminali del sangue, ovvero quelle da cui differenziano i precursori di due linee cellulari:
- Linea mieloide: da cui originano globluli rossi, globuli bianche e piastrine;
- Linea linfoide: da cui originano le cellule del sistema immunitario, ovvero linfociti T e B.
L’incontrollabile crescita delle cellule staminali non lascia posto alla formazione delle cellule mature e funzionanti, fondamentali per la salute. Le leucemie possono quindi essere di tipo mieloide o linfoide, a seconda del tipo cellulare interessato nel processo. Un’ulteriore distinzione viene fatta tra forme acute, con decorso rapido, e croniche, a decorso più lento e controllabili anche con una terapia farmacologica.
Il percorso di Mihajlovic contro la leucemia: dalla diagnosi al trapianto di midollo
La prima diagnosi della malattia era arrivata nell’estate del 2019 e Mihajilovic l’aveva comunicato con una conferenza il 13 luglio. Da lì l’allenatore aveva intrapreso un ciclo di chemioterapia, ma non ha mai smesso di seguire la sua squadra anche a distanza. Ad agosto riuscì ad ottenere un permesso per uscire dall’ospedale e andare a seguire la prima partita di campionato: in quell’occasione era apparso dimagrito e stanco, ma non aveva voluto perdersi quell’occasione così importante per lui e per il Bologna. Il 29 ottobre dello stesso anno, poi, era arrivato il trapianto di midollo. A questo è seguito un veloce miglioramento che ha portato l’allenatore a tornare in panchina a dicembre dello stesso anno, solo qualche mese dopo l’inizio della sua battaglia. Da quel momento non ha più lasciato il suo posto, se non per il Covid. In questi anni non ha però mai smesso di sottoporsi ai controlli per monitorare la leucemia. “Al contrario di due anni fa mi vedete più sereno, so cosa devo fare e la mia situazione è molto diversa da quella di allora” ha dichiarato. Mihajilovic affronterà quindi questa nuovo ostacolo a testa alta, continuando a seguire la sua squadra anche questa volta.
“Sono qui per darle un’altra lezione”
Durante la conferenza Mihajilovic è stato conciso e lucido nel comunicare la sua situazione. Anche questa volta sembra pronto ad affrontare la malattia con coraggio e grinta, un atteggiamento positivo che l’aveva accompagnato anche nel 2019. “Non entrerò in scivolata come due anni e mezzo fa su un avversario lanciato, ma giocherò in anticipo per non farlo partire. Questa malattia è molto coraggiosa per avere ancora voglia di tornare ad affrontare uno come me, io sono qua per darle un’altra lezione.” Mihajlovic quindi combatterà anche questa volta e spera di poter tornare presto in campo con la sua squadra.
Alla fine della conferenza, poi, Sinisa non ha risposto alle domande dei giornalisti. “Ho solo una richiesta: quella di rispettare il mio diritto alla privacy nel tempo che mi sarà necessario per la terapia.” Rispettiamo quindi il suo desiderio e ci aggiungiamo a tutti gli altri auguri di pronta guarigione che ha ricevuto nelle ultime ore!