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La Russia e la strategica minaccia nucleare: scatta la corsa alle pillole di iodio. Cosa sono e a cosa servono?

La Russia e la strategica minaccia nucleare: scatta la corsa alle pillole di iodio. Cosa sono e a cosa servono?

Dopo la presa di Zaporizhzhia le ultime notizie parlano dell’avanzata russa verso una seconda centrale nucleare. Zaporizhzhia è l’impianto nucleare più grande d’Europa, il nono al mondo. Prima della “conquista” le forze russe avevano attaccato il sito con un bombardamento, cosa che ha destato particolare preoccupazione in tutta la popolazione. Queste notizie, insieme agli ordini di Putin per l’allerta speciale delle forze nucleari, hanno causato un’ondata di terrore in tutta l’Europa. La minaccia di un possibile nuovo disastro nucleare come quello accaduto a Chernobyl nel 1986 ha portato a una corsa per l’acquisto di pillole di iodio nelle farmacie. Le vendite di questi giorni hanno raggiunto picchi con dei numeri che solitamente venivano ottenuti in anni.

La Russia e la strategica minaccia nucleare: scatta la corsa alle pillole di iodio. Cosa sono e a cosa servono?

La minaccia nucleare

Stando a informazioni e ricostruzioni della conquista di Zaporizhzhia, durante l’attacco dovrebbe essere avvenuto un bombardamento sulla centrale. Questo ha causato un incendio, che tuttavia non dovrebbe essere fonte di pericolo, essendo limitato a un edificio secondario destinato all’addestramento del personale. Secondo le fonti sul campo, poi, il fuoco è già stato domato. Inoltre, anche dal punto di vista strutturale la centrale è molto diversa da quella di Chernobyl. Eventuali incidenti dovrebbero causare danni molto minori rispetto a quelli riscontrati nel 1986.

Pillole di iodio: cosa sono e cosa c’entrano con il nucleare

Le pillole di iodio sono impiegate come metodo per proteggere il corpo da condizioni come il cancro alla tiroide nei casi di esposizione alla radioattività, quindi ad esempio per un incidente nucleare. La loro assunzione, contrariamente alle false informazioni diffusesi a causa dell’allarmismo generale, è però utile sono nei casi di esposizioni a radiazioni provenienti da aree molto vicine, in un raggio che va dai 50 ai 100 chilometri. La protezione fornita da queste pillole, poi, riguarda solo la tiroide. Esse non scongiurano quindi gli altri rischi correlati al nucleare, tra cui il decesso, la sindrome acute o i tumori del sangue.

Anche il carcinoma della tiroide è tra gli effetti negativi dell’esposizione alla radioattività. È però utile chiarire che nella maggior parte dei casi questo tipo di patologia risulta poco aggressivo. I dati per l’Italia, ad esempio, parlano del 98% dei sopravvissuti a 5 anni dalla diagnosi, dato molto elevato e positivo se considerato ad altri tumori.

La Russia e la strategica minaccia nucleare: scatta la corsa alle pillole di iodio. Cosa sono e a cosa servono?

Ma come funzionano queste pillole? Le pillole di iodio, o più precisamente di ioduro di potassio, una volta assunte riempiono la ghiandola tiroidea, che in questo modo non può accumulare lo iodio radioattivavo (iodio-131) rilasciato dalle radiazioni. Il loro impiego è consigliato da prima dell’arrivo della nube tossica e per tutto il perdurare della condizione di pericolo, ma non dovrebbe essere esteso troppo a lungo. Queste pillole, infatti, possono portare a una serie di effetti collaterali, tra cui disfunzioni della tiroide, effetti gastroenterici o reazioni allergiche.

In seguito ai dati sull’aumento nelle vendite Dana Drabova, responsabile dell’ufficio per la sicurezza nucleare della Repubblica Ceca, ha twittato che il loro utilizzo sarebbe inutile nel caso dell’impiego di armi nucleari da parte delle forze russe. Inoltre nelle condizioni attuali la loro assunzione non ha nessun vantaggio, in particolare in quei paesi che si trovano particolarmente distanti dai siti pericolosi.

La Russia e la strategica minaccia nucleare: scatta la corsa alle pillole di iodio.

La paura del nucleare

Dalla Polonia alla Bulgaria le ultime notizie in termini di una possibile minaccia nucleare hanno portato a uno stato di paura generale nella popolazione. Oltre all’aumento nella vendita delle pillole di iodio sono molte le famiglie che si stanno preparando a un’eventuale fuga dal paese. Hanno quindi pronte taniche di benzina per il viaggio e i pochi bagagli da portare con sé. Anche gli uffici per il rilascio dei passaporti sono sede di particolare fermento, con lunghe code nella città di Varsavia e in molti municipi dell’Ungheria.

Secondo il Daily News Hungary i tempi di attesa già all’apertura erano di ore. Molti cittadini sono anche stati disposti a pagare 104€ per usufruire del servizio di ottenimento rapido in 24 ore. Il prezzo “base”, ovvero per un passaporto valido per 5 anni disponibile nel giro di 8 giorni, è di 20€, ovvero un quinto. Inoltre, è iniziata anche una corsa alla ricerca di banconote e monete estere, in particolare euro e dollari. La tensione è quindi palpabile e la popolazione teme il peggio per i giorni a venire.

Delirio o strategia?

Sono molte le ipotesi sul piano di azione di Putin. Perché sarebbe così interessato a “conquistare” i siti delle centrali nucleari? Partendo da Chernobyl un’ipotesi molto probabile riguarda la sua vicinanza alla capitale Kiev, situata a soli 50km da lì. La conquista del luogo della centrale potrebbe quindi essere stata attuata solo al fine di avere un punto di appoggio per proseguire nell’avanzata. Inoltre, cosa che si estende anche a Zaporizhzhia, la scelta di avvicinarsi pericolosamente a questi luoghi potrebbe essere una strategia per scatenare un forte senso di ansia e paura nel resto dell’Europa.

La Russia e la strategica minaccia nucleare: scatta la corsa alle pillole di iodio.

Grazie al diffuso terrorismo psicologico e alla minaccia nucleare, infatti, l’azione di molti stati può essere limitata dalla paura di un’eventuale risposta nucleare da parte della Russia. Infine è bene ricordare che le implicazioni economiche causate da un potenziale disastro nucleare colpirebbero gravemente l’economia russa, in cui l’industria del nucleare è particolarmente rilevante. La scelta di avvicinarsi ai siti di energia nucleare potrebbe quindi essere frutto di una tattica strategica da tenere sotto controllo, ma senza causare un panico generale e un’inutile corsa alle pillole di iodio.