Un “mini-telescopio galileiano” restituisce la vista a pazienti affetti da maculopatia
Per la prima volta in Italia e tra i primi al mondo, al Policlinico Gemelli di Roma è stato applicato a dei pazienti, affetti da maculopatia, l’impianto telescopico SING IMT™. Questo sistema, altamente tecnologico ed innovativo, è in grado di restituire almeno in parte la vista agli anziani affetti da maculopatia.
Che cos’è la maculopatia?
L’occhio è un organo di senso molto complesso, il globo oculare è rotondo ed è formato da vari componenti: cornea, pupilla, iris, lente e retina. È inoltre opportunamente innervato dai nervi ottici e vascolarizzato da capillari. La macula è la zona centrale della retina e con il termine maculopatia si identificano tutte le malattie che colpiscono questa zona. La macula consente principalmente di: riconoscere i volti, leggere, trasformare i segnali luminosi in impulsi elettrochimici e riconoscere i colori. È una zona ricca di fotorecettori che consentono di inviare l’informazione visiva direttamente al cervello.
Come ci accorgiamo di essere affetti da una patologia maculare?
Il sintomo più comune è la perdita di vista al centro del campo visivo, da non confondere con la visione di una macchia nera, che in quel caso è un altro tipo di malattia (neurite ottica). Un altro sintomo possibile sono le cosiddette metamorfopsie, ossia la distorsione delle immagini. Nel caso in cui insorga questo tipo di sintomatologia occorre farsi visitare da un medico oculista. Esiste anche una sorta di indagine diagnostica “casalinga” più veloce che prevede il Test di Amsler.
Si può valutare se dall’osservazione di un reticolo a righe orizzontali e verticali con al centro un piccolo disco nero, si notano delle distorsioni nella griglia. Infatti, qualora una parte della griglia appaia distorta, sfocata o scura, questo potrebbe indicare un problema a livello della macula. La più comune forma di maculopatia è la “Degenerazione maculare senile” che provoca cecità centralee compare soprattutto dopo i 60 anni e ne esistono due forme: quella secco-atrofica (evoluzione lenta e non esistono terapie al momento) e la forma umida (più veloce e aggressiva ma si dispone di varie terapie efficaci).Secondo le fonti OMS, la maculopatia rappresenta il 41% della cecità nell’Occidente mentre in Italia i casi sono oltre un milione e di questi 200-300 mila in forma grave.
Un telescopio miniaturizzato per curare la maculopatia
La Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma adotta una soluzione al problema molto innovativa ed unica al mondo nella chirurgia oculistica. Si tratta di un “telescopio galileiano” miniaturizzato, messo a punto per restituire la vista a persone affette da degenerazione maculare senile. Questo incredibile impianto telescopico si chiama SING IMT™ (Smaller-Incision New-Generation Implantable Miniature Telescope). Ad oggi non si è in grado di ricostruire la macula, né di trapiantarla né di farla rigenerare con le cellule staminali, perché è troppo sofisticata.
La lente intraoculare prodotta dalla Samsara Vision che abbiamo impiegato qualche giorno fa non è altro che un telescopio miniaturizzato che viene impiantato nel corso di un normale intervento di cataratta, al posto del cristallino opaco. Questo sistema telescopico consente di sfruttare la parte di macula ancora funzionante.
Prof. Stanislao Rizzo, direttore della UOC di Oculistica del Policlinico Gemelli.
L’iter diagnostico e chirurgico
La parte preoperatoria, ossia la selezione dei pazienti che possono effettuare questo tipo di operazione è fondamentale, infatti l’intervento è indicato per persone affette da degenerazione maculare senile in forma secco-atrofica. Per coloro affetti da forma umida è importante che questa sia inattiva e che quindi abbia dato un problema residuo permanente. Non possono accedere all’operazione chi è già stato operato di cataratta, che abbiano già un cristallino artificiale impiantato, a meno che quest’ultimo non si sostituisca con il nuovo dispositivo.
L’applicazione di SING IMT™ è simile ad un intervento di cataratta classica, cambia solo la larghezza dell’incisione che al posto di essere 2 mm è di 7 mm. Questa lente telescopio è “foldable”, cioè pieghevole e si espande una volta inserita, ma è comunque più spessa di una lente normale. È necessario a fine intervento mettere due-tre punti di sutura, che verranno rimossi a distanza di qualche settimana. L’operazione chirurgica si effettua in Day-Surgery e dura 15-20 minuti, il paziente rimane vigile e cosciente, per l’anestesia vengono utilizzate delle gocce oculari anestetiche o una piccola infiltrazione peribulbare.
Oltre al medico oculista anche gli ortottisti
La figura sanitaria fondamentale, oltre al medico oculistico, è quella degli ortottisti, dei professionisti sanitari che seguono la parte di selezione dei pazienti da avviare all’intervento e infine la parte riabilitativa nei giorni successivi. Infatti le persone operate dovranno “abituare” il cervello a utilizzare questa parte di retina che torna a funzionare. Sono necessarie sei sedute di riabilitazione visiva nel post-operatorio, nel corso dei quali l’ortottista spiega al paziente come utilizzare al meglio questo sistema rivoluzionario nel campo dell’oculistica.