L’insufficienza valvolare è una condizione caratterizzata da una non corretta chiusura delle valvole cardiache, con conseguente reflusso di sangue a monte della valvola. Nel caso specifico della valvola mitrale, che unisce l’atrio sinistro al ventricolo sinistro, il fatto che i due lembi non vadano a combaciare alla perfezione comporta un reflusso verso l’atrio durante la sistole venitricolare; tutto ciò influenza negativamente l’emodinamica. Nei casi in cui la terapia farmacologica non sia sufficiente, il sistema MitraClip offre un’alternativa a procedure notevolmente invasive come la sostituzione della valvola stessa.
Sviluppato dalla Abbott, MitraClip è una procedura transcatetere e percutanea, e per questo minimamente invasiva.
L’intervento, eseguito in anestesia generale, prevede l’accesso al cuore attraverso un catatere inserito nella vena femorale. Una volta in atrio destro, si effettua un’incisione sul setto interatriale per accedere all’atrio sinistro. Il passaggio fondamentale, che caratterizza la procedura, consiste nel pinzare i due lembi della valvola danneggiata con una clip, riducendo così il lume valvolare. Il corretto posizionamento del dispositivo viene guidato dall’ecocardiografia transesofagea e dalle immagini radiologiche.
Il dato registrato dalla Abbott nell’agosto 2017 vedeva un ammontare di più di 50’000 pazienti, in tutto il mondo, sottoposti alla procedura.
Per quanto riguarda la situazione italiana, dopo il San Raffaele di Milano e il Ferrarotto di Catania, da qualche giorno si è aggiunto anche l’ospedale Monaldi di Napoli tra i centri che praticano questa procedura. In quello che è stato il primo intervento del genere in Campania, si è resa necessaria la richiesta di autorizzazione al ministero della Salute, dal momento che la paziente, di 48 anni, presentava una grave insufficienza della valvola tricuspide, unisce l’atrio destro al ventricolo destro, mentre MitraClip nasce come sistema per il trattamento della mitrale.
L’impianto di MitraClip per trattare l’insufficienza tricuspidale, sebbene sia una procedura non ancora codificata, apre uno scenario molto importante per i pazienti affetti da questa patologia perché ci consente di trattarla con una metodica minimamente invasiva risparmiando al paziente gli elevati rischi della procedura chirurgica.
Afferma Paolo Golino, a capo dell’equipe che ha eseguito l’intervento.
Per approfondimenti:
– https://www.vascular.abbott/us/products/structural-heart/mitraclip-mitral-valve-repair.html
– https://www.youtube.com/watch?v=GDxXTZ1I12s