Close-up Engeneering

Morbo di Crohn: nuova terapia in vivo con cellule staminali

Recentemente, un team di ricercatori ha utilizzato delle cellule staminali mesenchimali in vivo su topi per il trattamento del Morbo di Crohn; tali cellule, nMSC, si sono prelevate dal tessuto cardiaco di neonati per via dell'ottima capacità di differenziazione.

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PUBBLICATO IL: 12 Agosto 2023

Ingegneria cellulare e tissutale / Innovazione

Anche se negli ultimi anni vi sono stati buoni progressi in merito al trattamento del Morbo di Crohn, uno dei problemi più comuni rimane la recidiva della malattia. Tale patologia richiede, infatti, la creazione di nuovi trattamenti che permettano la modulazione dell’infiammazione intestinale localizzata e la guarigione dell’epitelio intestinale. I ricercatori, in tal senso, hanno iniettato in vivo nei topi delle cellule staminali mesenchimali prelevate dal tessuto cardiaco rimosso dopo un intervento chirurgico. Si è scoperto che il trattamento ha ridotto l’infiammazione intestinale offrendo una terapia alternativa per le infiammazioni croniche intestinali.

pancia
In figura un paziente che soffre di un’infiammatorie cronica intestinale.

Morbo di Crohn: cos’è, sintomi e possibili trattamenti

Il Morbo di Crohn è una patologia infiammatoria che interessa l’intestino (IBD) con aumento della morbilità e della mortalità. Questo disturbo porta al gonfiore dei tessuti nel tratto digestivo a causa di un’infiammazione. La patologia, inoltre, può portare: dolore addominale, grave diarrea, affaticamento, perdita di peso e malnutrizione. Il Morbo di Crohn può coinvolgere diverse aree del tratto digestivo dei pazienti, l’area più colpita risulta l’intestino tenue. Questa infiammazione colpisce molto spesso gli strati più profondi dell’intestino. La terapia comune per le malattie infiammatorie croniche intestinali, come il morbo di Crohn, è una combinazione di corticosteroidi anti-infiammatori, agenti antimicrobici, farmaci immunosoppressori e terapie anticorpali. Tuttavia, tale combinazione può causare effetti collaterali e alcune persone sviluppano resistenza al trattamento.

MORBO DI CROHN
In figura le quattro diverse tipologie di Morbo di Crohn.

Caratteristiche delle cellule staminali

Esistono diverse tipologie di cellule staminali, tra cui le ematopoietiche (che si sviluppano in cellule del sangue), mesenchimali (che fanno e riparano la cartilagine, l’osso e il grasso del midollo osseo) e le cellule staminali pluripotenti indotte. Queste cellule sono spesso utilizzate in studi clinici e trattamenti medici. Degli studi recenti hanno dimostrato che le cellule staminali mesenchimali (MSC) prelevate da un paziente ed utilizzate su un altro (cellule staminali allogeniche) risultano un trattamento efficace e sicuro per alcuni disturbi immunitari.

cellule staminali
In figura sono visibili le diverse tipologie di cellule staminali – Credits: Stem Cell Research & Therapy

Peculiarità cellule staminali mesenchimali

Gli studi recenti dimostrano che le MSC prelevate da pazienti anziani hanno una bassa capacità di differenziazione rispetto a quelle dei pazienti più giovani. Quindi, i ricercatori hanno usato delle cellule prelevate dai neonati entro le prime quattro settimane di vita per testarne le potenzialità. La capacità delle cellule staminali di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula per riparare il tessuto danneggiato porta all’utilizzo delle stesse come terapia per trattare condizioni autoimmuni, infiammatorie, neurologiche e ortopediche.

Cellule staminali mesenchimali
In figura la differenziazione delle cellule staminali mesenchimali – Credits: EuroStemCell

Il nuovo studio che utilizza le cellule staminali

In un nuovo studio si sono prelevate delle cellule staminali mesenchimali da neonato (nMSC) di un tessuto cardiaco scartato e si sono utilizzate come trattamento per l’infiammazione intestinale. In precedenza, si è utilizzato questa tipologia di cellule per riparare un cuore lesionato, questa è la prima volta che si utilizzano in un modello di malattia intestinale infiammatoria. I risultati ottenuti in vivo sui topi risultano incoraggianti e forniscono una nuova potenziale terapia per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali.

Come si ‘ottengono’ le nMSC

Durante la chirurgia cardiaca sui neonati con cardiopatia congenita, una parte della ghiandola del timo, viene rimossa e scartata; il timo è l’organo che si trova proprio di fronte e sopra il cuore e produce globuli bianchi. Il tessuto scartato risulta un’ottima fonte di cellule MSC.

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Il Timo – Credits: Osteolab

Dettagli sulla nuova procedura per il trattamento del morbo di Crohn

Nello studio in questione, il team di ricerca ha iniettato le nMSC derivate dal cuore direttamente nelle lesioni infiammatorie simili a Crohn nell’intestino tenue dei topi. Si è rilevato che l’iniezione ha ridotto significativamente l’infiammazione della lesione e ha promosso la guarigione delle ferite nel rivestimento intestinale. I ricercatori affermano che il loro nuovo trattamento potrebbe offrire un trattamento che aggira questi problemi sopra descritti in merito alla tolleranza delle terapie somministrate.

Crohn
Stato di ileite dopo iniezione diretta delle nMSC nei topi SAMP: A,B) Immagini rappresentative della lesione del tessuto intestinale a 5 settimane dopo una singola iniezione di nMSC nei topi SAMP. La guarigione della ferita da lesione da ilelite è stata analizzata dall’ istologia dopo somministrazione di nMSC e confrontata con i controlli non iniezioni e placebo – Credits: Advanced Therapeutics

Conclusioni e prospettive future

Poiché gli nMSC vengono iniettati direttamente nell’intestino, il trattamento richiede attualmente un intervento chirurgico. Il passo successivo è lo sviluppo di una metodologia per la somministrazione tramite iniezione endovenosa. Sono inoltre necessari ulteriori studi sugli animali prima che l’approccio terapeutico progredisca verso gli studi clinici su uomo. In definitiva, l’obiettivo è di utilizzare questo tipo di cellule come trattamento, ma anche come misura preventiva, prima che si sviluppino segni e sintomi della malattia di Crohn. In futuro, potrebbe esserci la possibilità di utilizzare questo approccio per altre malattie infiammatorie.

AUTORE

Maddalena Ranzato

Sono una studentessa magistrale di Ingegneria Clinica presso l'Università degli Studi di Trieste. Nel 2021 mi sono laureata in ingegneria biomedica presso l'Università degli Studi di Padova. La mia passione per la scrittura nasce già alle superiori con lo studio delle materie umanistiche al liceo classico. Sono appassionata da tutto ciò che è legato al mondo della medicina e dell'ingegneria, soprattutto la rigenerazione dei tessuti e la creazione di organi artificiali. Attualmente lavoro nell'ambito dell'ingegneria clinica ospedaliera.

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